L’Ars ‘boccia’ la fusione tra IRCAC e CRIAS sponsorizzata dal vice Presidente Gaetano Armao

20 giugno 2018

Forse questo è il dato politico più importante della giornata parlamentare di ieri. Con il Presidente che mostra i ‘muscoli’ minacciando le dimissioni se dovessero andare a mare le ‘riforme’. Ma potrebbe trattarsi di una mezza sceneggiata concordata dallo stesso Musumeci con il presidente dell’Ars, Miccichè, per provare a ‘ingabbiare’ i grillini. Addio definitivo al ‘Collegato alla Finanziaria 2018’?  

La fusione a freddo tra IRCAC e CRIAS, sponsorizzata dal vice presidente della Regione, Gaetano Armao, non piace alle opposizioni e, a quanto pare, non piace nemmeno a un ‘pezzo’ della maggioranza di centrodestra. Morale: ieri, a Sala d’Ercole, il disegno di legge detto ‘Collegato alla Finanziaria 2018’ – che prevede, tra le altre cose, questa fusione ‘indigesta’ – è stato rimandato in commissione Bilancio e Finanze.

Di fatto la contestata funzione è stata ‘bocciata’. Anche se nessuno se l’è sentita di dire pane al pane e vino al vino.

Stizzita la reazione del Presidente della Regione, Nello Musumeci:

“Prendo atto, con assoluta serenità, della volontà espressa oggi dal
Parlamento siciliano di rinviare in commissione Bilancio il disegno di
legge sul Collegato alla Finanziaria. Aspetto fiducioso che il testo torni in Aula per essere serenamente valutato da tutti i gruppi politici, soprattutto negli articoli riguardanti la creazione del Polo per il credito agevolato (fusione CRIAS-IRCAC) e la soppressione dell’Esa, l’ultimo carrozzone della
Prima Repubbblica. Una cosa è certa: il mio è il governo del cambiamento, per il quale ho chiesto ed ottenuto a novembre il consenso del popolo siciliano. Se sulla strada delle riforme il Parlamento dovesse già da ora mettersi di traverso non ci sarebbe più alcuna ragione per restare al mio posto. In questa Regione devastata e saccheggiata dalla più famelica partitocrazia non è più tempo per riproporre metodi antichi”.

Questa dichiarazione lascerebbe presagire due scenari: rapporti molto tesi all’interno della maggioranza di centrodestra e una rottura tra il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, e lo stesso Musumeci.

Sull’Esa, ad esempio, è noto che Miccichè non sarebbe favorevole alla soppressione. Se ne deduce che i toni utilizzati da Musumeci dovrebbero essere trancianti.

Ma attenzione: quella all’interno del centrodestra potrebbe essere una mezza sceneggiata. Non è da escludere che le ‘tensioni’ siano create ad arte per tentare di coinvolgere i grillini siciliani.

E’ noto, ad esempio, che il Governo di Musumeci non vuole affrontare, senza una copertura politica quasi generale, la questione dei rifiuti. Già a partire dal prossimo anno i siciliani dovranno pagare una barca di soldi: 2 miliardi circa di debiti accumulati dal sistema rifiuti, dalla follia degli ATO rifiuti ai nostri giorni (con un indebitamento che cresce al ritmo di 100 mila euro al mese!).

Insomma, quella tra Musumeci e Miccichè potrebbe essere una sceneggiata: fingono di ‘litigare’ per attrarre i grillini nella trappola, coinvolgendoli nell’approvazione della legge di riforma dei rifiuti e, soprattutto, nella ‘pelatura’ dei siciliani che dovranno risanare, a proprie spese, non soltanto i ‘buchi’ dei Comuni (a cominciare da Palermo, Catania e Messina) e delle Province, ma anche i ‘buchi’ finanziari del sistema rifiuti.

Non solo. Eliminando il ‘Collegato alla Finanziaria 2018’, il Governo toglierebbe di mezzo anche i provvedimento in favore degli ex sportellisti, trovando la scusa per rimangiarsi gli impegni assunti in campagna elettorale. Coinvolgendo anche in questo il Movimento 5 Stelle.

Bella l’operazione, no?

Ma cosa dicono i grillini dell’Ars? Per ora non ci dovrebbero essere margini per accordi. Lo si intuisce leggendo le dichiarazione della capogruppo, Valentina Zafarana:

“Basta, chiudiamo questa eterna sessione di Bilancio e torniamo a dare risposte ai siciliani – dice la Zafarana -. Per troppo tempo quest’aula è stata paralizzata dai giochetti di questa inesistente maggioranza, mentre la Sicilia è in attesa di risposte. Siamo stanchi di essere additati come fannulloni. Noi ci siamo sempre, chi chiede perché finora si è fatto pochissimo, prego si rivolga a Musumeci”.

La capogruppo dei grillini a Sala d’Ercole ‘boccia’ il ‘Collegato alla Finanziaria 2018’:

“Un disegno di legge inutile – afferma Valentina Zafarana – tenuto in piedi solo per accontentare gli appetiti di qualcuno e non certo dei siciliani. Un disegno di legge che ha bloccato quest’aula con ripetuti rinvii motivati solo dalla mancanza di numeri da parte della maggioranza, che ha posticipato la votazione del testo per paura di andare sotto. Ogni giorno andiamo nei territori a raccogliere le istanze della gente per portarle in aula, ma abbiamo le mani legate, visto che qui sì è lavorato col contagocce. E lo ripeto, per colpe non certo da addebitare a noi”.

“A Musumeci e alla sua maggioranza – conclude la deputata – chiediamo di cambiare passo. Subito. E con noi lo chiedono i siciliani che ci hanno chiamati a rappresentarli dentro questo Parlamento”.

E qui non si capisce se si tratti di un generico invito ad andare avanti o di una mano tesa per nuove leggi. Quello che invece si capisce è che maggioranza e opposizione potrebbero essersi definitivamente sbarazzati del ‘Collegato alla Finanziaria’, gabbando chi si aspettava chissà quali risposte politiche.

Duro il commento del parlamentare di CambiAmo la Sicilia, Vincenzo Figuccia:

“È incredibile registrare come si sia deciso di bloccare l’unico strumento che fino a questo momento il Parlamento ha prodotto in termini concreti al di là delle poche e scarse leggi approvate. Il ‘Collegato’ rappresentava una vera opportunità per dare seguito ad alcune battaglie che il presidente Musumeci si è intestato insieme a questa maggioranza di governo: razionalizzazione delle partecipate, abolizione dell’ESA e ancora una serie di emendamenti che riguardavano priorità come quelli della formazione professionale e delle politiche attive del lavoro e che oggi trovano così, un’incredibile battuta d’arresto. È scandaloso che questo sia accaduto. Oggi – prosegue il deputato – una pagina nera di vergogna si abbatte si in questo Parlamento. Ciò che è accaduto è davvero grave e i responsabili ne daranno conto di fronte alle tante istanze di soggetti che aspettavano risposte concrete”.

Poche ore prima i grillini avevano espresso perplessità sulle raffazzonate norme sui Parchi siciliani inserite nel ‘Collegato’:

“Il M5s è favorevole a una riorganizzazione del sistema dei Parchi in Sicilia, basata sull’autonomia. E al Governo ricordiamo di aver già depositato un disegno di legge, che introduce modifiche alle legge regionale 20 del 2000; è stato elaborato sul modello del Parco archeologico della Valle dei Templi (di Agrigento nrd) ed è stato già incardinato in commissione Cultura dell’Ars. I risultati raggiunti nella gestione del sito archeologico di Agrigento dimostrano che coniugando autonomia e valorizzazione dei beni culturali si contribuisce a creare sviluppo e ricchezza e per questo riteniamo che vada esteso a tutti gli enti siciliani”.

Lo dicono i deputati regionali del M5S e componenti della commissione Cultura dell’Ars, Nuccio Di Paola, Roberta Schillaci, Giovanni Di Caro e Giampiero Trizzino.

“Contestiamo la scelta del Governo di inserire una norma ad hoc, che ridisegna la governance dei Parchi, nel ‘Collegato alla Finanziaria’, una legge omnibus senza visione né anima – aggiungono i deputati regionali grillini -. Siamo convinti che vada predisposto un testo organico di riforma, in tempi brevi. Del resto, un disegno di legge di partenza esiste già. Musumeci e la sua maggioranza si occupino di chiudere la sessione di Bilancio. E’ ora di lavorare su provvedimenti concreti, portando in Aula disegni di legge e proposte utili alla Sicilia – dal Piano dei rifiuti alle norme su valorizzazione e gestione dei Parchi e beni culturali – invece di fare melina e riunirsi una tantum”.

In effetti sui Parchi e sulle Riserve naturali serve una vera riforma che faccia chiarezza sulla presenza degli ambientalisti, che dovrebbero controllare la regione, non gestire le aree protette per conto della Regione!

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