Con Gianfranco Miccichè e lady Monterosso Palazzo dei Normanni diventò un ristorante…

18 giugno 2018

Si dice che dopo la cena a pagamento, il Palazzo Reale- sede dell’Assemblea regionale siciliana- potrebbe trasformarsi in una vera e propria sala trattenimenti. O, addirittura, in un resort di lusso…

Le voci si rincorrono. C’è chi parla di una boutade. C’è chi giura che è vero. Fatto sta che se ne parla. D’altronde, si sa: una ‘notizia’ un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca. Parliamo dell’idea di trasformare Palazzo Reale – conosciuto anche come Palazzo dei Normanni – ovvero la sede dell’Assemblea regionale siciliana a Palermo, in un resort di lusso. Magari a gestione tedesca.

Ve lo immaginate che meraviglia? Ricconi di tutto il mondo farebbero a gara per dormire tra le mura che furono di Federico II. Ovviamente non potrebbe mancare una sontuosa Spa, con doccia ‘emozionale’ nella Torre Pisana. Cose di cui parlerebbero le migliori riviste di turismo deluxe.

Non strabuzzate gli occhi. Una logica in questo ipotetico progetto ci sarebbe: invece di mantenere inutilmente settanta ‘califfi’ che stanno rendendo, ancora una volta, inutile quella che dovrebbe essere la più sacra istituzione al servizio dei siciliani, chiudiamo i battenti e facciamo business.

Avrà pensato a tutto questo Patrizia Monterosso, direttore della Fondazione Federico II, braccio operativo dell’Ars in materia di attività culturali, quando ha convinto il presidente del Parlamento dell’isola, Gianfranco Micciché, ad autorizzare una cena a pagamento nel loggiato del Palazzo?

Le cene, a Palazzo dei Normanni, si sono sempre organizzate. Tutte rigorosamente istituzionali, mai a pagamento. Questa dell’’Anita, invece, l’associazione dei trasporti automobilistici che fa capo a Confindustria, andata in scena venerdì scorso, ha inaugurato una nuova stagione. Insomma, per una sera il Palazzo si è trasformato in una sorta di ristorante di lusso, una sala trattenimenti, praticamente. Sarà l’inizio della nuova vita della dimora Reale? 

Certo, alcuni di voi diranno che si tratta di un fatto assai irrituale, offensivo nei confronti di una sede istituzionale, cose che solo i degni eredi di Trimalcione- il liberto arricchito di cui parla Petronio-  potrebbero pensare e fare.

Non siate così severi.

Altri dicono che l’idea potrebbe essere esportata e che saloni per ricevimenti a pagamento potrebbero essere predisposti anche nel Palazzo del Quirinale e a Montecitorio.

Storcete il muso? Allora ancora non avete colto il genio di Lady Monterosso, madonna eclettica della politica siciliana. Esperta di tutto: dai vertici dell’assessorato alla Formazione alla segreteria generale della Regione e, oggi, come già ricordato, alla guida della Fondazione Federico II. Si dice che, per modestia, per la quale è nota, non rende pubbliche le sue origini: sarebbe discendente di un famosissimo personaggio nato a Vinci.
Insomma, ce la invidia il mondo intero.

Come avrebbe mai potuto, Gianfranco Micciché, dire a no a tanta grazia di Dio? Certo, il Presidente dell’Ars, noto per il suo spessore politico e per il suo senso per le istituzioni, avrà sicuramente pensato, per un attimo, che una cena a pagamento avrebbe potuto rappresentare un fatto squalificante per una sede istituzionale ma, poi, avrà intravisto genialità anche in questa idea monterossiana.

D’altronde non si può certo accusare Lady da Vinci di scarso amore per il Palazzo. Ne è prova il fatto che ha voluto il suo ufficio lì, a differenza di tutti i suoi predecessori che lavoravano dalla sede della Fondazione. Ed è anche logico: poteva la direttrice Monterosso lavorare nella grigia sede di via Garzilli?

Noi umili osservatori possiamo solo chiedere di istituire subito un numero telefonico per le prenotazioni. Questo è periodo di prime comunioni e matrimoni: via, se Palazzo Reale deve diventare sala trattenimenti, ebbene, deve diventarlo fino in fondo.

Magari possiamo suggerire all’accoppiata vincente Miccichè-Patrizia Monterosso di non “arrunzare” come hanno fatto per la cena confindustriale di qualche sera fa.

La cena si sarebbe dovuta svolgere nei giardini di Palazzo Reale, ma a causa del maltempo è stato deciso di sistemare i tavoli nel loggiato, vicino la sacra Cappella Palatina:  250 ospiti distribuiti tra tavoli attaccati l’uno all’altro (come potete vedere nella foto sotto). Meno male che i commensali erano vicino ad un luogo sacro che ha benedetto l’evento e tutto è andato bene,  perché per come erano sistemati, in caso di incidenti, sarebbe stato difficilissimo pure scappare.

Insomma, cara Lady Monterosso, business e charme va bene. Ma un occhio pure alla sicurezza.

Altra piccola curiosità: quanto hanno pagato gli ospiti e come saranno contabilizzate queste entrate?

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