Caos rifiuti a Palermo/ Possibile chiedere il rimborso della Tari con una class action

18 giugno 2018

La proposta di un’azione collettiva per chiedere il rimborso della tassa per l’immondizia (Tari) è dell’Associazione ‘Palermo Città Futura’, dell’Associazione ‘Palermo Indignata’, dell’Associazione Comitati Civici’, dell’Associazione ‘Vivo Civile’, dell’Associazione ‘Amare i Cantieri’ di Francesco Raffa e dell’Associazione ‘UP’. La dichiarazione di Nadia Spallitta 

“Le recenti decisioni della Cassazione (Ordinanza n.22531/2017) e della Commissione Tributaria della Provincia di Roma (ordinanza n.6269/2018) hanno affermato il principio secondo il quale, in caso di servizio di raccolta dei rifiuti carente, i cittadini hanno diritto alla riduzione fino all’80% della Tari in conformità con le previsioni della legge 147/2013, ovvero che la Tari è dovuta nella misura massima del 20% in caso di mancato svolgimento del servizio, nei casi di grave violazione della disciplina di riferimento (ad esempio, in materia di raccolta differenziata ) o nei casi di interruzione del servizio”.

Lo dice Nadia Spallitta, esponente della sinistra palermitana e già vice presidente vicaria del Consiglio comunale del capoluogo siciliano.

“In queste ipotesi i cittadini hanno diritto al rimborso delle maggiori somme pagate e non dovute o attraverso azioni individuali, davanti alla Commissione tributaria provinciale, o attraverso una class action, introdotta nel 2016 dall’articolo 140 bis del Codice del Consumo, innanzi al giudice ordinario”.

“Nel corso dell’assemblea cittadina che, qualche giorno fa, ha affrontato l’annoso problema dello smaltimento dei rifiuti a Palermo, (caratterizzato da noti e gravi disservizi, come il sistematico abbandono dei rifiuti in varie parti della città con conseguenti carenze igienico-sanitarie, danni all’ambiente e compressione della qualità della vita) abbiamo deciso di passare all’azione con una class action”.

Nadia Spallitta, presidente dell’Associazione ‘Palermo Città Futura’ non è sola a proporre questa battaglia di civiltà. Ci sono altri soggetti: l’Associazione ‘Palermo Indignata’ di Alessandro Bruno, l’Associazione Comitati Civici’ di Fabio Busellini, l’Associazione ‘Vivo Civile’ di Marcello Robotti, l’Associazione ‘Amare i Cantieri’ di Francesco Raffa e l’Associazione ‘UP’.

“La proposta di una azione collettiva – dice sempre Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato – intende anche promuovere lo sviluppo della raccolta differenziata che a Palermo è ferma ad una percentuale molto bassa (10-14%) in presenza dell’obbligo di differenziare il 65% dei rifiuti”.

“Uno degli effetti di questi ritardi – prosegue l’esponente della sinistra – è l’aumento del costo del servizio per il conferimento dell’85% dei rifiuti nelle vasche di Bellolampo, con aggravio della spesa (per il trasporto dei rifiuti, per lo smaltimento del percolato, per la gestione e la manutenzione delle vasche, etc.) per un valore complessivo di circa 140 milioni di euro, oltre l’Iva. Tanto costa la Rap (si tratta delle società del Comune che gestisce il servizio per la raccolta dei rifiuti e la discarica di Bellolampo ndr).

“In questo contesto – sottolinea Spallitta – sono anche evidenti le responsabilità contabili che implica il sistema Rap, anche alla luce dell’eco-tassa milionaria che la città, di fatto, è costretta a pagare”.

“Un’ azione collettiva – afferma sempre l’esponente politico – rappresenta un momento di tutela del consumatore con il recupero di tasse non dovute alla luce dei gravi disservizi, ma anche uno stimolo per l’amministrazione a migliorare il servizio eliminando il degrado, la sporcizia e rivalutando il rifiuto in termini di bene economico”.

“Nei prossimi giorni – conclude Nadia Spallitta – verrà, pertanto, avviata la raccolta di firme per chiedere all’Amministrazione la restituzione della Tari non dovuta ed il risarcimento dei danni subiti dai cittadini”.

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