Salvini difende il riso del Nord, ma sul grano del Sud è disinformato e scorretto

17 giugno 2018

Dire che le navi che portano in Italia il riso cambogiano vanno bloccate è giusto. Non dire la stessa cosa, con la stessa forza, per le navi che scaricano grano duro estero nel nostro Paese è scorretto. Allinearsi alla Coldiretti renziana, che tratta il Sud come una colonia, è un grave errore politico. Il Ministro Salvini, prima di affrontare certi temi, si dovrebbe informare meglio

“Dopo le navi delle ONG, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano. Io sono assolutamente a fianco della Coldiretti”.

In un’intervista al Corriere della Sera, il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si occupa anche di agricoltura. E lo fa dicendo una cosa giusta, accennando appena ad un’altra cosa giusta e dicendo una terza cosa sbagliata.

La cosa giusta è bloccare le navi che sbarcano in Italia riso cambogiano. L’importazione ‘selvaggia’ di questo riso – prodotto, tanto per cambiare, con costi di produzione irrisori rispetto a quelli italiani, sta mettendo in crisi la risicoltura italiana (COME POTETE LEGGERE QUI).

Al grano duro – produzione d’elezione del Sud Italia – il leader della Lega dedica un accenno legandolo a una critica serrata al CETA, il trattato internazionale tra Unione Europea e Canada che rischia di distruggere buona parte dell’agricoltura italiana:

“Il CETA, tanto per cominciare, legittima l’italian sounding, la contraffazione dei prodotti italiani. Apre il mercato ai parmesan e alle mozzarille. E apre il mercato al grano canadese, sulla cui qualità è legittimo qualche dubbio”.

L’accenno c’è: ma non si parla di bloccare le navi che, dal gennaio di quest’anno, stanno inondando di grano duro estero l’Italia. Salvini parla del riso perché si tratta di una coltura del Nord Italia e, da buon leghista, accenna appena alla produzione cerealicola principale del Mezzogiorno.

La cantonata Salvini la prende quando dice:

“Io sono assolutamente a fianco della Coldiretti”.

Non sappiamo se la Coldiretti abbia difeso il riso, ma possiamo assicurare che questa organizzazione agricola, che tratta il Sud come una colonia (non a caso è stata a fianco prima al Governo Renzi, poi a fianco del Governo Gentiloni, per non parlare dell’ex Ministro delle Risorse agricole, Maurizio Martina, segretario nazionale reggente del PD, molto vicino alla Coldiretti), ha cominciato a difendere il grano duro e ad attaccare le navi dopo che GranoSalus e I Nuovi Vespri hanno condotto una battaglia in difesa del grano duro del Sud (QUI ABBIAMO RICOSTRUITO IL BLUFF DELLA COLDIRETTI, CHE SI ASCRIVE MERITI CHE NON HA).

Salvini, prima di affrontare un tema delicato, dovrebbe documentarsi, chiedendo informazioni ai sui in Sicilia.

La Coldiretti, sul grano duro, è andata al rimorchio di GranoSalus e de I Nuovi Vespri.

La Coldiretti non promosso i controlli sulla pasta e sulle semole: questi sono stati promossi da GranoSalus e da I Nuovi Vespri, che si sono presi pure le citazioni in Tribunale dai rappresentanti dell’industria della pasta.

La Coldiretti, al contrario, ha ‘pilotato’ un’operazione molto discutibile sulla varietà di grano duro Senatore Cappelli (i cui effetti vergognosi sono in corso) e fa da sponda alla grande industria della pasta avallando i contratti di filiera, che penalizzano i produttori di grano duro.

Il Ministro Salvini – noi ce lo auguriamo – avrà modo di rifarsi rispetto agli agricoltori del Sud. Ma oggi le sue dichiarazioni, rispetto al dramma dei produttori di grano duro del Sud, sono apparse sbagliare e scorrette.

QUI L’INTERVISTA AL MINISTRO MATTEO SALVINI

GranoSalus: i risultati delle analisi sulla pasta Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia

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