In Sicilia negato il diritto alla salute. Ma paghiamo più degli altri…

14 giugno 2018

L’Unione per la Difesa dei Consumatori traccia un quadro impietoso delle condizioni della sanità pubblica nella nostra regione. Che, più di altre, contribuisce alla spesa…

Si guarda al dito e non alla luna. La solita miopia di una classe politica siciliana troppo impegnata a gestire il potere più che a farlo fruttare per il bene comune. La sanità è un caso emblematico. Ormai, come ben sintetizzato dalla nota  dell’U.Di.Con (Unione per la Difesa dei Consumatori) che leggerete qui di seguito, nella nostra regione il diritto alla salute non è più garantito. Ma oltre al danno c’è anche la beffa. La Sicilia si conferma la regione con la con la compartecipazione alla spesa sanitaria più alta d’Italia. Come funziona il finanziamento della spesa sanitaria e perché noi siciliani siamo salassati ve lo abbiamo raccontato qua. Ma, nonostante ciò, siamo la regione dove la sanità pubblica soffre più che altrove.

Ebbene, alla luce di tutto ciò, il governo Musumeci che fa? Invece di affrontare il problema alla radice,  annuncia provvedimenti tampone. Non pretende da Roma un abbassamento della quota regionale alla spesa sanitaria, né risolve i problemi dei pronto soccorso con più personale (magari sforbiciando tra gli amministrativi).  Quella dei Ps è ormai una emergenza. Le aggressioni- mai giustificate- in tanti casi sono figlie dell’esasperazioni di attese interminabili. Il governo siciliano che fa? Annuncia piani sicurezza che, pure se fossero attuati, servirebbero a poco.

Intanto, come detto,  il siciliano paga più di ogni altro e soffre più di ogni altro. Ecco il quadro delineato dall’U.Di.Con durante l’audizione di ieri davanti alla Commissione Salute e Sanità dell’Assemblea regionale siciliana:

“Liste d’attesa inaccettabili che non garantiscono il diritto alla salute ed il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, mancata approvazione di una rete ospedaliera opportunamente distribuita in base alle esigenze, non idoneo funzionamento del servizio di emergenza urgenza 118 troppo spesso disallineato rispetto ai pronto Soccorso che, per parte loro, risultano intasati a causa di difetti di organizzazione, carenze infrastrutturali e carenze di personale, episodi di cronaca sempre più frequenti che vedono il personale sanitario preso di mira e fatto bersaglio di un modo incivile e spesso criminale di esprimere il disagio.

“Tutti questi problemi della sanità siciliana visti nel loro complesso – dice il Presidente regionale di U.Di.Con Pietro Feroce – comportano una doppia penalizzazione per i cittadini siciliani che non riescono a curarsi opportunamente e, al tempo stesso, pagano salato il loro diritto alla salute che dovrebbe essere, invece, costituzionalmente garantito”.

Durante l’audizione alla quale ha partecipato anche il componente del direttivo nazionale U.Di.Con, Pietro Alongi, è stato chiesto all’assessore Razza di attivarsi per dar vita in Sicilia a strutture di riferimento per la lotta alla ludopatia (dipendenza dal gioco d’azzardo) e all’alcolismo, temi che coinvolgono molti siciliani e che devono essere messi al centro dell’attenzione della sanità siciliana al pari di altri

Viviamo in una Regione con la compartecipazione alla spesa sanitaria fra le più alte d’Italia – dice il consulente U.Di.Con per i problemi sanitari Saverio Ciriminna – paghiamo le addizionali Irpef ai massimi livelli ma nonostante ciò siamo spesso costretti a dissanguarci ricorrendo al privato per ottenere quella efficienza e celerità che dovrebbe, invece, essere garantita dal pubblico”.

Dopo aver rappresentato alla Commissione Salute dell’Ars tutte le criticità U.Di.Con. Sicilia proseguirà nel suo percorso con una grande manifestazione. “Nelle prossime settimane compariranno davanti ad Asp, ambulatori e ospedali Siciliani – conclude Feroce – decine di gazebo nei quali sarà possibile segnalare ciò che non funziona o denunciare veri e propri episodi di malasanità. Daremo, insomma, la parola ai cittadini utenti e consumatori nella convinzione che qualcosa deve cambiare e il cambiamento deve essere realizzato in tempi accettabili”.

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