Formazione professionale: il ‘Bando a Catalogo’ dell’assessore Lagalla è un’operetta oscena

12 giugno 2018

Ieri è andata in scena una recita. Commedia dell’arte allo stato puro: come far apparire a posto ciò che è fuori posto con un mezzo canovaccio. La verità è che la politica ha messo il ‘cappello’ sulla Formazione professionale siciliana e non vuole mollare di un millimetro. Difficile, se non impossibile, inventare un sistema peggiore di quello messo in campo con il tanto celebrato ‘Bando a Catalogo’ 

Formazione professionale siciliana: ci risiamo. E’ cambiato il Governo regionale, è cambiato l’assessore regionale, ma i ‘giochi’ sono sempre gli stessi. Un’esagerazione? Parlano i fatti.

Ieri, in due ore, si è consumata una procedura che avrebbe dovuto andare avanti fino al 26 giugno. Una farsa.

Insomma, non c’è proprio verso di organizzare i corsi di Formazione professionale in Sicilia senza che non sorgano dubbi di mancata ‘trasparenza’.

E’ successo nella passata legislatura con il Governo regionale di centrosinistra e lo scenario si sta riproponendo con il Governo regionale di centrodestra.

Ieri è stato il giorno del debutto dell’Avviso 2, il ‘fatidico’ bando a Catalogo tanto pomposamente celebrato dall’attuale assessore alla Formazione, Roberto Lagalla, che si conferma, di fatto, uguale, se non peggiore, degli assessori che l’hanno preceduto.

Saranno i discenti a scegliere i corsi a cui prendere parte e bla bla bla.

Verrebbe da chiedere all’assessore Lagalla, in sei mesi diventato ‘scienziato’ della Formazione professionale siciliana: quando si operava con la legge regionale n. 24 del 1976 chi è che decideva a quali corsi di formazione professionale partecipare? Non erano sempre i discenti?

Insomma, presentazione del bando con le solite formule di rito: tutto ‘trasparente’, tutto ‘tracciato’, tutto di qua e tutto di là. E invece? Leggiamo cosa scrive il quotidiano on line, Blog Sicilia:

“Dopo la pre-registrazione di una settimana fa (esattamente il 6 giugno) da parte degli studenti che chiedevano di accedere ai corsi della Formazione professionale ‘a sportello’ e dopo i problemi della piattaforma prima andata down e poi estremamente lenta per diverse ore, dalla Regione erano corsi ai ripari. Piattaforma riparata in serata dello stesso 6 giugno e termine per la presentazione delle domande degli studenti prorogato fino al 26 giugno”.

“Ciò che non è stato prorogato, invece – prosegue l’articolo – è stata la seconda fase, quella in cui toccava agli Enti, una volta ricevute le domande degli studenti con i codici di pre-registrazione avuti dal sito, metterle insieme in gruppi da 15 per formare una classe e prenotare le risorse per ogni singolo corso. Il giorno fatidico per il via alla prenotazione on line delle risorse da parte degli Enti era quello di ieri. Piattaforma perfettamente funzionante e risorse esaurite in sole due ore. Si tratta di 125 milioni di euro, tanto valeva e vale l’Avviso 2 della Formazione professionale”.

“La domanda che sorge spontanea è – si chiede e chiede Blog Sicilia -: ma gli Enti avevano i corsisti già in tasca? Per un certo verso sì. Nonostante il sistema regionale sia stato concepito per garantire la massima trasparenza e per far ripartire un mondo che era bloccato ormai da anni (e probabilmente non c’era altro da fare), sembra che gli Enti si siano organizzati per gestire in prima persona l’intera procedura”.

A conti fatti, ieri, in due ore, sarebbero stati assegnati 125 milioni di euro!

Una domanda la poniamo noi: in due ore è finito tutto e la procedura è aperta fino al 26 giugno? Cos’è, la seconda parte della presa per i fondelli?

Dagli uffici del dipartimento della Formazione professionale della Regione ci fanno notare che quella di ieri è una fase preliminare: poi arriverà la seconda fase: la valutazione. Quindi le iscrizioni possono continuare, poi sarà il dipartimento a pronunciare l’ultima parola.

Sulla base di quali criteri? Finirà come i criteri dell’Avviso 8 che hanno scatenato una tempesta di ricorsi?

Certo, se arriveranno i ricorsi, poi arriverà il pronunciamento della magistratura amministrativa, facendo finta di non capire che, se per fare partire i corsi di Formazione, bisogna sottoporre gli atti ai due gradi di giudizio – TAR Sicilia e CGA – fatto salvo il ruolo dei giudici, siamo davanti al fallimento della politica!

Quindi, da quello che abbiamo capito, ci sarà una seconda fase: con gli uffici del dipartimento che decideranno sulla base dei ‘criteri’. Ovviamente i ricorsi non si conteranno più eccetera eccetera eccetera.

“Tutto tracciato”, ci spiegano al Dipartimento. E chi lo mette in dubbio?

Resta un fatto – oggettivo -: dagli anni del Governo di Raffaele Lombardo, quando la legge regionale n. 24, con artifizi e raggiri amministrativi, è stata mandata in soffitta il caos ha travolto il settore della Formazione professionale. E il caos continua.

Ultima notazione: abbiamo scoperto che gli enti, in molti casi, non hanno mai pagato i discenti, cioè i ragazzi che seguono i corsi.

Non si tratta di ‘bruscolini’: sono 5 euro al giorno per ogni corsista.

Volete sapere chi pagherà i discenti con il Bando a Catalogo dell’assessore Lagalla? Gli enti!

Ma si può essere così? Era così difficile stabilire – con un nuovo regolamento, con un legge – di far pagare i corsisti dall’amministrazione regionale? Nemmeno questo può fare il dipartimento della Formazione regionale? Così ‘impegnati’ sono i dipendenti di questo assessorato?

Ma davvero questi signori pensano che chi segue le sceneggiate della Formazione professionale siciliana debba portare il proprio cervello all’ammasso?

All’assessore Lagalla e ai vertici del dipartimento diciamo: voi siete di certo furbi, ma non noi siamo scemi…

 

 

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