MATTINALE 69/ La coazione a ripetere dal disastro Regione (Musumeci) al disastro Palermo (Orlando)

9 giugno 2018

Nella Regione di Nello Musumeci si ripetono gli errori e i disastri amministrativi che hanno visto ‘impegnati’ i Governi di Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta. A Palermo è l’eterno sindaco Leoluca Orlando che, dalla seconda metà degli anni ’80, tiene in ostaggio la città con la sua proverbiale incapacità amministrativa. Il tempo passa e questi non se ne vogliono andare…  

Atto primo
Ascoltando il sommario delle notizie del TG regionale mi sono sentito come quel personaggio interpretato da Antonio Albanese nel film “E’ già ieri“. Filippo, il protagonista, inviato in un isola (un’isola!!) per un servizio televisivo scopre ben presto che il posto è legato ad una specie di sortilegio: ogni giorno, infatti, Filippo si sveglia e compie i medesimi atti, fino a scoprire che, in realtà, quella giornata non termina mai, e che sarà costretto a rivivere sempre quel giorno.

Andiamo al TG3 e al sommario.

Incendi e roghi nell’Isola, in azione i Canadair (tutta salute!).

Emergenza rifiuti in tutta l’Isola, siamo costretti ad esportare la monnezza che, forse per mancanza di chiari accorsi “economici”, non potrà essere conferita in discarica.

Allarme rischio ambientale in intere zone del Palermitano (dormire in stanze sicure: è un ordine della Protezione civile comunale.

Il Presidente della Regione auspica sinergie operative con le 4 università dell’Isola (e La LUMSA, e quella della Terza età?) in questo, codesto e quello.

Un vero, estraniante dejavù. Sembra di ascoltare un qualunque TG 3 dei tempi di Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta, che ci descrive uno dei tanti eventi biblici e quindi inevitabili che affliggono, come le piaghe un tempo l’Egitto, la nostra infelice e autolesionista Isola.

Un vero e proprio sortilegio sembra tenere avvinta la Sicilia al carro di tanti inutili (ma non a tutti, ma non per tutti) parassiti che hanno ipotecato il potere e non c’è verso di sbatterli nel posto dove meriterebbero di finire: ad metalla (nelle miniere).

Atto secondo
La mia città paga anche il prezzo dell’incapacità di Luca Orlando di sollevarsi politicamente al di sopra della “condizione” di sindaco. Questo sa fare e per questo ce lo dobbiamo tenere. Da 30 anni, al potere o all’opposizione, tiene in ostaggio Palermo e i palermitani, presentandosi come il meno peggio, lavorando con arte, stile e grande esprit alla stagnazione della città.

Non sapremo mai come sarebbe stata Palermo se Orlando fosse stato tanto abile da diventare Presidente del Parlamento europeo, o solo Commissario europeo, lontano dunque dalle imbonificabili rive del fiume Oreto e dal tratto di mare irrecuperabile che va da Sant’Erasmo alla Bandita.

Il nostro verde, tanto per dirne una, forse non avrebbe subito e non starebbe subendo la versione casereccia dell’effetto arancio che deforestò il Vietnam ai tempi di Nixon. Forse le nostre strade cittadine sarebbero linde, lustre e lisce come biliardi. Forse il Centro storico, riqualificato e rivitalizzato, sarebbe una fonte di vita, un fucina di attività. Forse le periferie sarebbero esempi di urbanizzazione civile e di urbanità umana.

Forse, forse, forse…

Foto tratta da blogsicilia.it

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