Vittoria e a Gela: allarme per l’acqua che esce dai rubinetti

20 maggio 2018

A denunciare possibili e serie “preoccupazioni sulle condizioni di integrità e sicurezza sanitaria delle falde idriche” che interessano Vittoria e Gela è un uomo politico siciliano di grande esperienza: Francesco ‘Ciccio’ Aiello, già deputato e assessore regionale e per anni sindaco di Vittoria  

“I cittadini devono sapere che il Bacino idrogeologico dal quale viene attinta acqua per uso potabile per le città di Vittoria e Gela versa attualmente in uno stato di degrado tale da suscitare serie preoccupazioni sulle condizioni di integrità e sicurezza sanitaria delle falde idriche. Vogliamo porre l’attenzione sull’abbandono di questa zona che, seppur sottoposta
a vincoli ambientali e idrogeologici, è diventata una discarica a cielo aperto e pericolosa per gli interventi agricoli, edilizi e industriali, che vi sono stati insediati”.

A denunciare quanto sta succedendo a Vittoria e a Gela sono Francesco Aiello e Ciro Torre, del movimento politico Articolo 1 Cento passi che fa capo al parlamentare regionale Claudio Fava, da qualche giorno presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana.

Francesco ‘Ciccio’ Aiello è un uomo politico di grande esperienza: più volte deputato regionale, più volte assessore regionale e, per tanti anni sindaco di Vittoria. Se uno come lui prende carta e penna e scrive cose così gravi sa il fatto suo. Nel comunicato c’è anche la firma di Ciro Torre.

“L’area, assoggetta a vincolo assoluto – prosegue il comunicato – è stata abbandonata a se stessa e sta subendo una violenza inconcepibile, oltre che per la quantità dei manufatti e degli edifici che vi insistono, anche per la pratica delle trivellazioni abusive realizzate e che permane indisturbata”.

“La Centrale di Mulinello, esempio interessante di modernariato industriale,
che garantiva un sicuro presidio del bene-acqua – scrivono Aiello e Torre – è stata barbaramente saccheggiata e abbandonata. L’antica sorgente di Mulinello è stata abbandonata e l’acqua si perde nel fiume. Non può non essere evidenziato anche il fatto che l’intero sistema dei pozzi, e delle aree connesse, risulta pericolosamente privo dei quotidiani controlli e non coperto da forme di controllo né dirette, né indirette”.

“Inoltre – leggiamo sempre nel comunicato – la presenza di diversi scarichi lungo il corso del fiume, intasato e inquinato come non mai, costituisce una seria minaccia alla salute. Il corso del fiume deve essere monitorato per accertare anche le reali condizioni delle falde. Occorre provvedere a esercitare i controlli necessari e ad assicurare che gli sversamenti abusivi nell’alveo del fiume non danneggino anche la salute della popolazione e la salubrità delle colture irrigate”.

“La questione idrica e la tutela dell’area – scrivono Aiello e Torre – l’integrità chimica e batteriologica dei terreni e delle falde, la tutela dei valloni e del paesaggio, investono le responsabilità di tutti. E’ evidente, quindi, che tutti dobbiamo sentirci coinvolti. Protestiamo altresì per i disservizi riscontrabili nel servizio idrico del Comune, per le distorsioni evidenti nel rapporto coi cittadini, che rimangono senza acqua e sono costretti al pagamento di autobotti private, senza che gli amministratori intervengano per rimediare”.

“Quanto al proposito di privatizzare, dopo la disastrosa vicenda di Sicilia acque (probabilmente si tratta di Sicilacque spa, i privati protagonisti della fallimentare gestione del cosiddetto sovrambito idrico della Sicilia, ndr) anche la gestione dell’acquedotto idrico interno, ci auguriamo che l’amministrazione receda da questo intento, guardando agli effetti prodotti nei territori dalle privatizzazioni: il costo del servizio in mano ai privati sale oltre ogni limite e la gente continua a patire la sete, come prima e più di prima”.

Foto tratta da ragusaoggi.it

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