Ortaggi: come e soprattutto quando mangiarli per evitare veleni e ormoni!

18 maggio 2018

E, soprattutto, tuteliamo la salute dei bambini. In questo approfondimento – che abbiamo scritto prendendo a piene mani da un articolo dell’agronomo siciliano, Guido Bissanti – vi illustriamo quali ortaggi portare sulle nostre tavole, nel rispetto della stagionalità. Consigli: evitare gli ortaggi di serra e provate ad acquistare gli ortaggi a km zero

Come difendersi dai prodotti agricoli avvelenati che arrivano da mezzo mondo? Ci vorrebbero i controlli sulla salubrità dell’ortofrutta. Ma questi controlli non ci sono, dobbiamo farcene una ragione. Allora ci dobbiamo arrendere? Non esattamente: qualcosa, per difenderci – e per difendere soprattutto i bambini, che sono i più deboli – si può fare. Cosa? In primo luogo un rimedio semplice: mangiare gli ortaggi e la frutta di stagione.

Nel mondo in cui viviamo, dove la realtà agricola, con le sue leggi naturali, o è un ricordo vago, o è buio assoluto (quante persone, oggi, conoscono la stagionalità dei prodotti agricoli del Paese in cui vivono?), ragionare sulla stagionalità degli ortaggi e dei frutti diventa un valore aggiunto che ci può aiutare a ridurre drasticamente il rischio di ingerire prodotti agricoli ad alto contenuto di pesticidi e di ormoni.

Un bell’articolo scritto da Guido Bissanti, agronomo siciliano, pubblicato sul blog Un mondo ecosostenibile – dentro i codici della natura è illuminante e ci aiuta a scegliere bene gli ortaggi che, ogni giorno, magari nei centri commerciali, si presentano sotto i nostri occhi.

Ormai sappiamo che questi ortaggi arrivano da mezzo mondo: Cina, Nord Africa, Sudmerica e via continuando. E arrivano in quasi tutti i mesi dell’anno, in parte perché può mutare la stagionalità, in parte – forse in buona parte – perché, ormai da decenni, molti ortaggi (e anche certi frutti) si coltivano in serra.

Ora magari leggerete una cosa che non piacerà a molti agricoltori e, forse, nemmeno alla politica: ma noi lo dobbiamo dire.

La prima regola da seguire, per un’alimentazione sana, è non mangiare mai prodotti agricoli di serra.

“Quando ci cibiamo di prodotti coltivati in serra o in sistemi forzati – scrive Guido Bissanti – rischiamo di ingerire con essi fitofarmaci e regolatori di crescita (ormoni) che sono altamente nocivi per la nostra salute. In relazione invece alla salute dell’ecosistema è noto come produrre fuori stagione richiede quantitativi di energia e fattori di produzione molto maggiori rispetto a quelli necessari per i prodotti in pieno campo. Le emissioni di gas a effetto serra, l’inquinamento delle falde e dei suoli (oltre agli effetti suddetti sulla salute) causano una impronta ecologica che può essere decine di volte superiori a quella di una produzione operata durante la stagione biologica”.

Insomma, le serre inquinano l’ambiente e ci consegnano prodotti che contengono quantitativi di residui di pesticidi più elevati rispetto a ortaggi e frutti di pieno campo. I prodotti di serra contengono anche sostanze ormonali che, al pari dei residui di pesticidi, non fanno certo bene al nostro organismo: anzi.

E – lo ribadiamo – non fanno bene soprattutto ai bambini. 

Certo, i serricoltori siciliani sono bravi e sanno usare con sapienza pesticidi e ormoni: ma, piaccia o no, i prodotti agricoli coltivati in serra contengono residui di pesticidi più elevati rispetto all’ortofrutta di pieno campo. Se possibile, vanno evitati.

In più – anche questo è un elemento oggettivo – le serre inquinano l’ambiente. In un’agricoltura sana le serre non dovrebbero più esistere. A meno che la tecnologia non ci indichi la via per produrre in serra senza l’ausilio della chimica: ma ancora non siamo a questo punto (e non è detto che la scienza riesca a liberarci dalla chimica in agricoltura).

Quindi, prima regola: non mangiare prodotti agricoli coltivati in serra. Portare sulle nostre tavole ortaggi e frutta di stagione ci aiuta a tutelare la nostra salute e a contribuire salvaguardare l’ecosistema in cui viviamo.

Fatta questa premessa, l’articolo di Guido Bissanti ci dice quali ortaggi è possibile trovare in quasi tutti i mesi dell’anno (pochi, in verità) e quali, invece, acquistare i particolari mesi dell’anno. Vediamoli.

Cominciamo con il pomodoro (parliamo del pomodoro fresco). Il pomodoro fresco può andare sulle nostre tavole da luglio a settembre. Si può mangiare anche a giugno e a ottobre. Novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio sono i mesi in cui il pomodoro fresco va evitato, perché è quasi tutto di serra.

Passiamo alle zucchine. Possiamo iniziare a portarle sulle nostre tavole a maggio: quindi in questo periodo ci possiamo divertire. E possiamo continuare a mangiare questo ortaggio fino a novembre: poi ci dobbiamo fermare. da dicembre ad aprile niente più zucchine.

 

 

Tocca adesso ai peperoni. Come rinunciare a una peperonata, o ai peperoni cotti al forno e poi conditi con olio d’oliva extra vergine e aglio (possibilmente aglio di Nubia)? Bene: portateli sulle vostre tavole da aprile a ottobre; da novembre a marzo dell’anno successivo è consigliabile non mangiare peperoni.

Andiamo alle melanzane. Ormai, in tutti i periodi dell’anno, le melanzane (come del resto i peperoni e altri ortaggi) fanno bella mostra di sé sui banchi dei grandi centri commerciali. Alcune sono grandi e luccicanti. Ebbene, cominciate a mangiare le melanzane a giugno e – se siete siciliani (ma anche se non siete siciliani) – divertitevi con la Caponata fino a fino a novembre. Poi chiudete il capitolo melanzane e riapritelo a giungo dell’anno successivo.

Siamo arrivati ai carciofi. E qui il discorso si fa un po’ più complicato perché, ormai da qualche anno, siamo letteralmente invasi dai carciofi che arrivano dall’Egitto. Che fare? Intanto atteniamoci alla stagionalità: portiamoli in tavola a partire da marzo fino a giugno; interrompiamo di mangiarli a luglio, riprendiamo a mangiarli ad agosto e facciamolo fino a novembre.

Ecco il cavolfiore, ortaggio che fa molto bene al nostro organismo. Da gennaio a maggio possiamo mangiarli tranquillamente. Niente cavolfiori per quattro mesi, da giugno a settembre. E ricominciamo a portarli a tavola a ottobre, a novembre a dicembre fino – come già accennato – a maggio dell’anno successivo.

Siamo arrivati alle fave. Ebbene, questo è un ortaggio che possiamo portare sulle nostre tavole tutto l’anno, tenendo conto che maggio, giugno e luglio costituiscono il periodo di maggiore sicurezza del prodotto fresco (aprile ed agosto è invece un periodo di media garanzia del prodotto fresco).

Lo stesso discorso, con qualche piccola diversità, vale per i piselli: anche questo ortaggio può essere consumato tutto l’anno. Tenendo conto che il periodo di maggiore sicurezza del prodotto fresco va da maggio a settembre (aprile e ottobre è il periodo di media garanzia del prodotto fresco).

Anche i fagioli possono essere consumati tutto l’anno. Per questo ortaggio il periodo di maggiore sicurezza del prodotto fresco va da luglio a ottobre (giugno e novembre è il periodo di media garanzia del prodotto fresco).

 

 

Per le lenticchie non ci sono problemi: le possiamo portare sulle nostre tavole in ogni periodo dell’anno.

 

 

 

 

 

Lo stesso discorso vale per i ceci: possono essere consumati tutto l’anno senza alcun problema.

 

 

 

 

 

Siamo giunti alla lattuga. Cominciamo a mangiarla a giugno e portiamola sulle nostre tavole fino a novembre: negli altri mesi dell’anno, evitiamola.

 

 

 

 

Ecco il radicchio. Mangiamolo da settembre a dicembre, evitiamolo negli altri mesi dell’anno.

 

 

 

 

 

E’ arrivato il momento del sedano: si può stare senza questo ortaggio? Sì.

Va utilizzato nella nostra cucina da luglio a novembre. Negli altri mesi dell’anno meglio farne a meno.

 

 

 

 

C’è anche il finocchio. Quando mangiarlo? Da maggio a novembre, senza problemi. Negli altri mesi dell’anno evitiamolo.

 

 

C’è una stagionalità anche per il prezzemolo: anche in questo caso, facciamolo entrare nelle nostre cucine da maggio a novembre.

 

 

 

 

 

Lo stesso discorso vale per il basilico: meglio consumarlo da maggio a novembre.

 

 

 

 

Vi diamo una bella notizia: le patate possono arrivare sulle nostre tavole, senza problemi, in tutti i periodi dell’anno.

 

 

 

 

 

Lo stesso discorso vale per le cipolle: le possiamo mangiare senza problemi in tutti i periodi dell’anno.

 

 

 

 

 

 

Lo stesso discorso vale per le carote (per questo ortaggio il periodo di maggiore sicurezza del prodotto fresco va da febbraio a ottobre.

 

 

 

 

Altra domanda: dove acquistare gli ortaggi? Non vi fidate dei grandi centri commerciali, sono pieni di ortaggi e frutta che arrivano dall’universo mondo. Evitate di acquistare, nei centri commerciali, ortaggi e frutta senza indicazione dio provenienza.

Direte: anche se lo scrivono potrebbe non rispondere al vero. Può succedere. Ma debbono scrivere il falso.

Privilegiate, come regola generale, i negozi artigianali, provando a instaurare un rapporto di fiducia.

Se vivete nei piccoli e nei medi centri provate ad acquistare gli ortaggi direttamente presso gli orti. Se abitate in città informatevi sugli orti periurbani: ci sono, basta cercarli.

Lo sappiamo: andiamo tutti di fretta e, spesso, non abbiamo il tempo per riflettere. Invece questo tempo, lo dobbiamo trovare. Ne va della nostra salute. Ed è importante, soprattutto, per i bambini.

Dovete provare a evitare di acquistare ortaggi e frutta che arriva dai Paesi esteri. Perché in molti di questi Paesi utilizzano pesticidi che nel nostro Paese sono stati banditi negli anni ’60 e ’70 del secolo passato perché dannosi per la nostra salute.

Ci dovete provare: siamo in Sicilia e dovete provare ad acquistare ortaggi e frutta siciliana. Insomma, come si dice oggi, mangiare ortaggi a Km zero.

E i mercati contadini che si vedono nelle città? Se vi propinano frutta e ortaggi fuori stagione diffidate. E diffidate, soprattutto, dei prodotti biologici. Non fatevi troppe illusioni anche se vi dicono che il prodotto è certificato.

Sappiate che a certificare i prodotti agricoli biologici sono soggetti pagati dagli stessi produttori agricoli. Non ci risultano controlli sui prodotti biologici dopo la raccolta.

Non cadete pure voi nel tranello della storiella che la Sicilia è la prima Regione italiana per prodotti agricoli ‘bio’ e bla bla bla.

La Sicilia, quando i contributi vengono erogati (negli ultimi anni con notevolissimi ritardi) è la prima Regione italiana per contributi all’agricoltura biologica. Ma essere i primi per contributi all’agricoltura biologica non significa, automaticamente, che il sistema ‘bio’ è perfetto.

Ah, dimenticavamo: se da gennaio a maggio e da novembre a dicembre, nei mercati contadini, vi presentano il pomodoro e vi dicono che è biologico fate una bella risata…

QUI L’ARTICOLO PER ESTESO DI GUIDO BISSANTI 

Foto di prima pagina tratta da oliodipalma.eu

 

 

 

 

 

 

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