Formazione professionale, Costantino Guzzo ai magistrati: “Che fine hanno fatto le denunce dei lavoratori?”

13 maggio 2018

Il responsabile dell’Unione Sindacale di Base (USB) della Formazione professionale Sicilia si rivolge alla magistratura siciliana per chiedere giustizia. Costantino Guzzo rappresenta una categoria che è stata massacrata dagli ultimi Governi regionali. E che viene ignorata anche dall’attuale Governo di Nello Musumeci

da Costantino Guzzo
Responsabile Unione Sindacale di Base Formazione professionale Sicilia
riceviamo e pubblichiamo

Gira su Facebook un VIDEO di un lavoratore che, oltre a denunciare pubblicamente tutte le nefandezze che si sono perpetrate in quest’ultimo decennio all’interno del settore FORMAZIONE PROFESSIONALE della Sicilia, denuncia anche l’immobilismo di una parte della magistratura siciliana, visto che non si sa che fine hanno fatto tutti gli esposti presentati dai lavoratori, soprattutto alla Procura della Repubblica di Palermo. Ma soprattutto si chiede come mai, in barba alle leggi vigenti e alle circolari assessoriali e in barba al CCNL di categoria, sono solo migliaia e migliaia di lavoratori ad essere stati MASSACRATI e invece chi ha rubato è ancor oggi tranquillamente libero di girare indisturbato!

Anche se, in qualche punto di questo video, ci sono delle dichiarazioni verso le quali dissento, di certo non posso assolutamente dissentire sul fatto che, oggi, una piccola parte della magistratura siciliana ha voltato le spalle per non vedere tutto quello che è accadeva all’interno del settore Formazione Professionale in Sicilia.

La domanda che nasce spontanea a migliaia e migliaia di lavoratori, compreso me, è: DOVE SONO FINITI TUTTI GLI ESPOSTI E LE DENUNCE PRESENTATE IN TRIBUNALE E IN TUTTI GLI ORGANI DI CONTROLLO COMPETENTI DEL TERRITORIO SICILIANO?

Ma soprattutto oggi io mi chiedo, come ex lavoratore dello IAL e come Responsabile regionale della USB Formazione: dov’è finito l’esposto presentato dall’ex Presidente della Regione Rosario Crocetta contro lo IAL. Melo chiedo e lo chiedo, visto che, all’epoca dei fatti, dichiarava pubblicamente che, all’interno di questo ente, erano SCOMPARSI CIRCA 20 MILIONI DI EURO.

Forse si sono trovati o forse magari sono rimasti all’interno della famosa cassaforte di cui parla spontaneamente la Dott.ssa Annarosa Corsello, sempre su un social network, dove dichiara pubblicamente che, in questo ente, sono stati trovati milioni e milioni di euro in assegni circolari mentre nel frattempo i lavoratori non percepivano le retribuzioni.

In realtà – e me ne assumo tutte le responsabilità di ciò che affermo – in questa cassaforte forse bisognerebbe controllare meglio, visto che è palese dire che ai lavoratori mancano, oltre al TFR (che dovrebbe risultare nelle polizze assicurative intestate allo IAL), anche i versamenti dei CONTRIBUTI, gli ASSEGNI FAMILIARI e le MALATTIE.

Eppure in questo ente non c’è un solo Rappresentate Legale indagato, anzi quello che è scandaloso è che chi ha pagato per le loro storture sono invece quei lavoratori che rivendicavano il maltolto in maniera non conforme a quello che rappresenta il codice penale e, di conseguenza, solo a loro la Giustizia ha presentato il conto.

Purtroppo la sacrosanta verità è che migliaia e migliaia di lavoratori sono stati vittime di un disegno criminale, perché, al di là del fatto che oggi si chiama IAL o non si chiami IAL, quasi tutti i lavoratori sono stati massacrati con il beneplacito delle ISTITUZIONI e, soprattutto, con il beneplacito dei sindacati firmatari, che hanno spinto con l’inganno i lavoratori nel baratro e che oggi pensano ancora di poter continuare ad offendere la loro intelligenza dichiarando ancora di tutelarli, quando è palese che, oltre a non alzare un dito contro questi enti, hanno violato le loro stesse sacre scritture e cioè il CCNL, arrivando a mettere le firme sui licenziamenti dei lavoratori.

Ma quello che emerge di più in qualche caso specifico è l’enorme CONFLITTO D’INTERESSE che aveva qualche sigla sindacale, come ad esempio la CISL nella vergognosa vicenda dello IAL. Naturalmente mi riferisco alla CISL siciliana che aveva (forse) ceduto l’ente: dico forse perché,da alcune intercettazioni ambientali pubblicate sul giornale On Line Tempo Stretto, si legge di compravendita, malgrado i vertici della stessa CISL smentiscano.

A questo punto l’altra domanda spontanea che nasce è: ma questi dirigenti erano forse ciechi muti e sordi per non vedere nulla?

E ancora: come mai un ente che riceve circa 100 milioni d’euro FALLISCE per circa 3.500 euro?

Purtroppo quello che tocca constatare oggi è che, malgrado tutto ciò, la Giustizia sembra avere i paraocchi. I lavoratori continuano a denunciare, ma tutto tace. Basta pensare ad alcuni enti di formazione che, indisturbatamente, continuano a violare il CCNL: ma, soprattutto, continuano a non retribuire i lavoratori e, colmo dei colmi, sono nuovamente in prima fila in questo nuovo Avviso 2 come, ad esempio, il CERF o il CENTRO STUDI E RICERCHE che, malgrado siano stati sommersi di denunce nei vari organi competenti territoriali, continuano a svolgere attività formativa.

La verità è che purtroppo si continua ad assistere a un stravolgimento delle applicazioni delle leggi vigenti per quanto riguarda le tutele dei lavoratori. I lavoratori chiedono l’applicazione della legge regionale 24/76. La risposta della politica è il gioco delle parole a convenienza: ora PRIORITARIAMENTE, ora OBBLIGATORIAMENTE…

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