Gli arresti di Catania su Sanità e Formazione e la revoca degli accreditamenti a ‘corrente alternata’

3 maggio 2018

La vicenda giudiziaria di Catania – che coinvolge l’Ispettorato territoriale al Lavoro e qualche ex rappresentante di un ente di Formazione professionale – ripropone la gestione quanto meno strana degli accreditamenti. Per alcuni, quando sono sorti problemi, la revoca degli accreditamenti è stata immediata, mentre per altri…  

La notizia di quanto accaduto all’Ispettorato territoriale del Lavoro di Catania con gli arresti del direttore e di altri personaggi coinvolti nell’insabbiamento delle pratiche degli amici in cambio di favori ci fa riflettere, ancora una volta, su quanto più volte denunciato sull’accreditamento.

Infatti negli arresti di oggi sono stati coinvolti gli ex rappresentanti legali dell’ENAIP Asaform di Catania che, sotto indagine in relazione a presunti versamenti mai effettuati all’INPS (assegni familiari o di maternità), risulta ad oggi accreditato con DDG 3012 del 17 maggio 2017.

Per quale recondito motivo altri Enti gestori (IAL, ENFAP, ECAP, etc) sono stati destinatari di immediata revoca dell’accreditamento con la conseguente cancellazione dei posti di lavoro di migliaia di dipendenti?

Risulta incomprensibile tale disparità di trattamento. Cosa pensare? Ci rifiutiamo di credere che, quanto occorso negli ultimi anni ai danni di decine e decine di organismi immeritevoli di fiducia da parte dell’amministrazione regionale sia un complotto ordito per sbarazzarsi dei poveri dipendenti e per consentire a nuovi organismi di sedersi alla ‘tavola apparecchiata’ con strutture più snelle, una volta scaricata la ‘zavorra’ dei dipendenti storici.

E che dire delle centinaia di segnalazioni, esposti, denunce che sono state inoltrate agli uffici degli Ispettorati territoriali del Lavoro siciliani?

Ad onor del vero, questi uffici sono dotati di una forza lavoro sotto dimensionata rispetto alla mole di controlli che dovrebbero mettere in atto, ma è inaccettabile che, per il rilascio di una busta paga o della certificazione del credito, possa trascorrere più di un anno!

Siamo ancora in attesa di conoscere le risultanze della task force più volte annunciata che avrebbe dovuto verificare i requisiti dichiarati dagli Enti destinatari di finanziamenti e che, di fatto, ha ricevuto un accreditamento sulla fiducia in quanto, come sosteniamo da tempo, è immorale continuare a consentire tale vergognosa evidenza.

Ricordiamo, per inciso, che gli Enti gestori sono obbligati ad applicare il CCNL di categoria; non ci sembra che negli ultimi anni questo sia avvenuto. Questo perché – almeno stando a quanto è a nostra conoscenza – nei casi più ricorrenti i dipendenti non sono stati retribuiti, mentre siamo a conoscenza di incarichi attribuiti con lo svolgimento di un impegno frontale di 40 ore settimanali senza riconoscere le ore di disposizione e di aggiornamento.

Anche queste evidenze sono state segnalate e denunciate agli organismi preposti da diversi operatori, ma non è accaduto nulla. Purtroppo dobbiamo dedurre che lo scenario che abbiamo davanti non è dei migliori. Come si direbbe dalle nostra parti, u megghiu chi pari, avi a rugna…

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