La guerra della cassata/ Appello alle scuole: “Non aderite al progetto Cassata drone”

9 aprile 2018

Ha suscitato polemiche l’evento artistico che accosta il nome del dolce siciliano a quello degli aerei militari a controllo remoto che affollano la base di Sigonella. Il giornalista Antonio Mazzeo invita le scuole a non aderire in nessun modo a questa iniziativa “demenziale e pro-guerra”. Che- come precisano i responsabili della biennale Manifesta 12- non ha nulla a che fare con i progetti legati alla celebrazione di Palermo capitale della cultura…

E’ come parlare di corde in casa dell’impiccato. O quasi. Parliamo della ‘brillante’ idea di inserire il riferimento ai dron i- i famigerati aerei a controllo remoto usati per fini militari che ‘adornano’ la base USA di Sigonella – dentro al titolo di quella che dovrebbe essere una manifestazione culturale. L’evento in questione si chiama “Cassata drone” e andrà in scena a Palermo dal 16 giugno al 20 settembre. Si tratta di una serie di mostre e di progetti ad esse legati che vedranno la luce in un appartamento situato nel cuore della Kalsa :” Il progetto – dicono gli organizzatori- si articola in residenze, incontri, mostre e dibattiti, aventi come fine quello di offrire al pubblico una visione estetica e artistica di Palermo attraverso due nuclei tematici: la cassata, simbolo della tradizione gastronomica isolana, e il drone, l’aereo militare a pilotaggio remoto di cui i cieli e le terre siciliane sono la base ideale”.  E ancora: “Il nostro progetto assimila le forme e l’estetica della cassata – simbolo indiscusso della Sicilia – a quelle del drone, simbolo a sua volta della presenza militare della Nato sull’Isola. In particolare, siamo interessati alla forma dell’oggetto drone, al suo modo di funzionare e di creare un’economia nel paesaggio siciliano che è completamente aliena ai cittadini”.
Ora, se è vero che agli artisti è concesso di tutto, e anche vero che ‘giocare’ con quello che è il simbolo delle guerre moderne – i droni, appunto- sembra quanto meno inopportuno.

A farsi portavoce di questa critica è stato il giornalista Antonio Mazzeo, da sempre impegnato sul fronte antimilitarista, che in un articolo intitolato “Cazzata drone” definisce il progetto  “una demenziale iniziativa pro-guerra”. Insomma, al di là delle intenzioni degli organizzatori, questo sembrerebbe il risultato. A peggiorare il quadro, la “camminata” da Palermo a Sigonella prevista nell’ambito di questo progetto ‘artistico’:

“Il senso di avviare il progetto dalla grande base di guerra siciliana, – osserva Mazzeo- oggi capitale mondiale degli aerei senza pilota (non solo sotto il controllo Nato, ma anche di Stati Uniti, UE-Frontex e Italia),- scrive Mazzeo- è spiegato ancora dagli organizzatori quando dicono che il  tema indagato è l’interazione con le forme della base militare di Sigonella e il suo impatto antropizzante sul territorio in riferimento alla storia dell’architettura e ai miti siciliani”.

Sempre secondo gli organizzatori, – continua Mazzeo – ‘Cassata drone’  si configura “come una mostra ed evento collaterale dei più ampi eventi a Palermo e Provincia per il 2018: Palermo Città della Cultura Europea e Biennale Nomade di Arte Contemporanea Manifesta12 -Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza”.
“Se così fosse, si tratterebbe di un fatto di una gravità inaudita. Il soffocante processo di dronizzazione della Sicilia e i devastanti effetti geostrategici, socio-ambientali, giuridici ed economici della trasformazione dell’Isola in piattaforma-poligono dei velivoli senza pilota, sono stati documentati da intellettuali, giuristi, giornalisti e soprattutto dalle numerose realtà che si sono opposte in questi anni alla realizzazione a Niscemi del terminale terrestre del MUOS, il sistema di telecomunicazioni della Marina USA che tra i suoi compiti ha proprio quello di guidare le operazioni di guerra dei droni in tutti gli scacchieri internazionali”.

A questo proposito c’è da dire che l’ufficio stampa di Manifesta – la biennale d’arte contemporanea che si svolgerà a partire da giugno a Palermo- ha subito preso le distanze dall’iniziativa precisando che ‘Cassata drone’ non è inserito nemmeno tra i progetti collaterali selezionati. E d’altronde saremmo davvero alla frutta se nell’ambito degli eventi nati per celebrare ‘Palermo capitale della cultura’ spuntasse una cosa del genere.

Mazzeo, rispondendo dal suo blog e dal sito di antimafiaduemila.com, nell’esprimere apprezzamento per la presa di distanza, precisa che “quanto pubblicato è stato preso integralmente dai comunicati stampa emessi dagli organizzatori di ‘Cassata Drone’ e che, in particolare, nella lettera inviata ai dirigenti scolastici della Provincia di Palermo per presentare il progetto si riporta che lo stesso è “un modulo formativo curato da Giovanni Rendina (curatore) e Gaetano Olmo Stuppia (art director), specificamente rivolto a giovani studenti del Comune di Palermo e della sua Provincia e che si configura come una mostra  ed evento collaterale dei più ampi eventi a Palermo e Provincia per il 2018: Palermo Città della Cultura Europea e Biennale Nomade di Arte Contemporanea Manifesta12 “Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza.”

Insomma, a quanto pare, gli organizzatori di ‘Cassata drone’ si sarebbero “vappariati” un po’.

Resta comunque indigesta l’idea di coinvolgere le scuole prevista dal progetto: “Anche a seguito dell’apprezzata nota di smentita di Manifesta 12,- scrive sempre Mazzeo- crediamo sia ancora più doveroso da parte delle istituzioni scolastiche palermitane il boicottaggio di un progetto che mistifica “cultura”, “patrimonio artistico” e “paesaggio”, legittimando il processo di trasformazione della Sicilia in terra “ideale” per l’uso dei droni di morte. Ringraziamo gli operatori di Manifesta 12 e ci auguriamo che l’appuntamento palermitano possa contribuire oltre alla difesa del reale patrimonio storico-artistico-culturale dell’Isola anche a denunciare concretamente i devastanti processi militari in atto”.

I Nuovi Vespri si unisce all’appello di Mazzeo perché è inaccettabile edulcorare, con l’aiuto dell’arte, il dramma di una Sicilia trasformata in una base di guerra.

Da aggiungere che, con una certa spocchia, gli organizzatori di ‘Cassata drone’ hanno risposto a Mazzeo, definendolo un “blogger di Milazzo”. Nulla contro i blogger, ma Antonio Mazzeo è un coraggioso giornalista, un attivista di comitati pacifisti e, peraltro, è di Messina non di Milazzo. Per completezza di informazione, ecco la nota di replica:

“In merito all’articolo uscito rispettivamente in data 29 e 30 marzo 2018 scritto dal blogger
A. M., il team di Cassata Drone ritiene di dover specificare la natura del progetto e gli eventi
collaterali ad esso collegati.
Cassata Drone è innanzitutto una mostra che vede protagonisti gli artisti internazionali
Raqs Media Collective, Maria Domenica Rapicavoli e Stefano Cagol con progetti site specific che
potranno essere visitati presso lo spazio espositivo palermitano, un appartamento al sesto
piano in Via Malta 21, Piazza Borsa, nel quartiere della Kalsa, dal 16 giugno al 20 settembre 2018.
Cassata Drone è un progetto di ricerca estetica e socio-culturale nell’ambito dell’arte
contemporanea, dell’architettura e dello studio del territorio che vuole ragionare sulla Sicilia e
sulla città di Palermo evidenziando contestualmente la tradizione linguistico-culturale,
rappresentata emblematicamente dalla Cassata Siciliana (e dai suoi ingredienti spesso
importati dai dominatori nei secoli), e la forte presenza militare identificata con la parola Drone
(mai a favore delle guerre); se il blogger di Milazzo avesse aperto il sito internet ufficiale –
www.cassatadrone.org – avrebbe trovato alla pagina Research anche il libro “A drone Theory” di
Grégoire Chamayou. Questo importante volume è alla base della nostra ricerca sin dal 2013
prima che fosse pubblicato in italiano.
Ringraziamo intanto il blogger di Milazzo per la pubblicità inaspettata e soprattutto tutti agli
artisti, gli enti e le istituzioni assieme alle persone che stiamo incontrando sui territori per il
sostegno dato a Cassata Drone – www.cassatadrone.org, sicuri di riuscire, con umiltà, a
“visibilizzare” delle problematiche concrete attraverso le domande che solo l’arte è capace di
veicolare.
Cassata Drone agisce “detournando” i flussi visivi dominanti in nuove forme e proponendo delle
visioni diverse rispetto allo “stato d’eccezione” perenne in cui siamo gettati a vivere.
Continuando il cammino rimaniamo in continuo ascolto e ricerca per Cassata Drone”.

 

 

 

 

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