La rivoluzione del Vespro: i Siciliani illuminarono le tenebre medievali. Parola di Karl Marx…

7 aprile 2018

Un corteo, una messa e la presentazione di un libro per la commemorazione della rivolta palermitana del 1282.  Anche quest’anno si registra l’assenza delle istituzioni nel ricordare una delle pagine più gloriose della storia siciliana. Talmente gloriosa da avere attirato l’attenzione di Marx e non solo: ” Prima di qualsiasi altra Nazione, i Siciliani fissarono mediante votazione il reddito dei loro governi e dei loro sovrani”…

Con un corteo che partirà alle 10.30 dal parcheggio Basile diretto al cimitero di Sant’Orsola, il movimento indipendentista ‘Siciliani liberi’, renderà omaggio al Vespro siciliano del 1282 con il concentramento finale nella Chiesa del Santo Spirito, luogo nel quale ebbe inizio la famosa rivolta palermitana contro il re oppressore Carlo d’Angiò. Il segretario del movimento, Ciro Lomonte, che nella vita fa l’architetto e che è un profondo conoscitore della storia siciliana, descriverà nel dettaglio lo stile e la storia della Chiesa e dei luoghi principali  del Vespro Siciliano.

Alle 12.30 si terrà una messa commemorativa officiata dal cappellano del cimitero, padre Angelo Li Calzi. Nel pomeriggio – alle 15.30 nella sede del movimento  in via Isidoro La Lumia 7-   la presentazione del libro di Maurizio Castagna “Montelepre Caput Mundi. Una storia siciliana di patrioti, banditi e lotte sociali”, incentrato sulla ricerca della verità in merito alla strage di Portella della Ginestra. Insieme all’autore interverranno Fabio Petrucci, dottore in relazioni internazionali e studioso di storia siciliana, e Fonso Genchi, socio fondatore dell’Accademia della Lingua Siciliana e autore del programma in lingua siciliana “Stupor Mundi.

E così, anche quest’anno,  mentre associazioni e movimenti celebrano una delle pagine più gloriose della storia siciliana, le istituzioni tacciono. Un silenzio vergognoso che denota una mancanza di consapevolezza allarmante, se non ignoranza o, peggio, colpevole abiura dell’identità del popolo siciliano.

Quanto importante sia stata quella rivoluzione lo sapeva bene anche  Karl Marx (sì, proprio lui) e non solo lui come ha ricordato il blog del movimento indipendentista TerraeLiberazione:

“Le prime luci avevano appena cominciato a diffondersi sulle tenebre medievali europee, e già i Siciliani, con la forza delle armi, si erano conquistati non solo le numerose libertà municipali, ma anche i rudimenti di un governo costituzionale, quale allora non esisteva in nessun altro paese. Prima di qualsiasi altra Nazione, i Siciliani fissarono mediante votazione il reddito dei loro governi e dei loro sovrani. In tal modo il suolo siciliano è sempre stato fatale agli oppressori e agli invasori, e i Vespri Siciliani sono stati immortalati dalla Storia”.

KARL MARX (New York Daily Tribune – 17/5/1860).

Sempre sul sopra citato blog, leggiamo anche le analisi di altri studiosi:

“Il Vespro 1282, il Gran Ribbellamentu –come venne chiamato per almeno  un secolo- produsse un terremoto geopolitico che scosse per 90 anni le linee di faglia del Mondo euro-mediterraneo, “mutando il destino di nazioni e di istituzioni di rilievo mondiale…nella lontana Inghilterra l’Affare siciliano – come venne subito denominato- influì durevolmente sullo sviluppo costituzionale” (S.Runciman-Trinity College di Cambridge).

Sotto la dominazione francopapista di Carlo d’Angiò “di nulla erano più padroni i Siciliani a casa loro, neppure del pane”… e l’arbitrio del fisco, e le confische per lesa maestà e l’abuso colonialista del suolo e dei costumi di Trinakria, trovavano in questo Re non un politico freno ma addirittura un incoraggiamento “perchè bisognava ridurre alla miseria i popoli, per impedire che potessero alzare la testa” (L.Natoli).

Ma la Guerra costituente del Vespro – aggiunge Mario di Mauro, fondatore di Terra e Liberazione- non fu solo una ‘reazione’ quanto –per profondità e durata- una impressionante e inedita difesa geopolitica e militare di un modello socio-economico complesso e avanzato, che si vedevano demolito dalla barbarie continentale, la quale si era “raffinata” nei pogrom annessionistici del Midi francese spacciati per “guerre alle eresie” e benedette da un Papato che dipendeva dalla tutela d’Oltralpe. Quella siciliana era una società di transizione verso una modernità compiuta. Erano avanti di secoli!. E questo non è stato mai capito né dall’idealismo crociano, né dallo storicismo togliattiano, né dall’eclettismo storiografico di filiera cattolica o massonica. Lo comprese, nella velocità di elaborazione di un semplice articolo giornalistico, redatto per sbarcare il lunario, il solito Karl Marx”.

Una Sicilia immobile, arretrata e feudale non è mai esistita!. Fu inventata dalla storiografia colonialista – continua Di Mauro- divenendo un mantra ideologico solo nella seconda metà dell’Ottocento: l’adesione alla tragicommedia coloniale del Risorgimento è il ticket per accedere all’ascensore sociale, alle carriere accademiche, politiche e amministrative. La Sicilia italiana è del tutto una invenzione delle massomafie tosco-padane e delle loro reti massoniche che costituiscono tuttora l’ossatura di una borghesia coloniale ormai più kitsch che mercenaria, tanto è inutile. Di questa balla spaziale dell’irredimibile “feudalismo siciliano”, prima non c’è traccia. Una balla spaziale utile, in seguito, anche a giustificare “larghe intese” e “patti autonomistici” nelle nebbie della SiciliAfrica italiana “fatta e irreversibile”, manco fosse l’Impero romano al tempo degli Antonini!

“Il Vespro del 1282 – si legge sempre sul blog di Terra e Liberazione- è l’atto di nascita d’una Nazione, di una koinè etnoculturale, sulle cui mitiche insegne gialle e rosse v’era scritto: “BONU STATU E LIBBIRTA’!”. Come sostiene il Bresc, l’affermazione del Popolo Siciliano come prima nazione moderna, a partire dall’insurrezione del Vespro e nel corso del secolo di conflitti che ne scaturirono, aveva esaurito le forze dell’Isola in una lotta troppo lunga contro nemici troppo potenti. Il Popolo del Vespro fece tremare il Mondo”. 

Per la ricostruzione storica di quei fatti vi riproponiamo quanto scritto da Ignazio Coppola in questo articolo. 

735 anni fa la rivolta del Vespro siciliano. E oggi? Cacciamo gli ascari dalla Sicilia!

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