Anas vuole la ‘fusione a freddo’ con il CAS. Se la può dimenticare!

7 aprile 2018

Ieri, così leggiamo sul quotidiano ‘La Sicilia’, l’amministratore delegato dell’Anas, Gianni Armani, è tornato a chiedere la fusione tra la stessa Anas e il Consorzio Autostrade Siciliane (CAS). A questo signore e a Roma va risposto che se lo debbono togliere dalla testa. E’ Anas che deve cedere la gestione delle autostrade alla Sicilia. Piuttosto: i 4 miliardi di investimenti da dove arriveranno?  

Nel ‘baldanzoso’ incontro di ieri tra il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore alla Infrastrutture, Marco Falcone, da una parte, e l’amministratore delegato dell’Anas, Gianni Armani, dall’altra parte, c’è un passaggio del quale dà contezza il quotidiano La Sicilia. Tema: la fusione – che noi ci auguriamo non avvenga mai – tra l’Anas e il Consorzio Autostrade della Sicilia (CAS).

Dice il furbo Armani per conto dei poteri romani del quale è espressione:

“La fusione tra l’Anas e il CAS, il Consorzio Autostradale Siciliane, è una opportunità industriale da cogliere. Bisogna essere d’accordo tra le due parti, ovviamente. Intanto, concordiamo sul fatto che c’è una opportunità da cogliere. Attualmente il CAS, come strumento della Regione non è efficace dal punto di vista societario. Non può fare debito, ha una concessione zoppicante che non viene rinegoziata da tempo e ha problemi operativi dei cantieri che vanno risolti”.

“Al di là di questo – dice ancora Armani – riteniamo che ci sia grande valenza industriale nell’unificare la gestione delle autostrade in Sicilia. Quattrocento km sono in capo a ad Anas e altrettanto in capo al CAS. Con l’unificazione e la creazione di un soggetto con 800 km di autostrade si realizza il secondo soggetto autostradale italiano”.

“E’ una opportunità da cogliere. Stiamo lavorando come Anas e vogliamo essere percepiti come soggetto credibile in questo rapporto. Cerchiamo di superare eventuali resistenze della Regione”.

Risposta al dottore Armani: la fusione tra Anas e CAS se la deve togliere dalla testa.

Semmai, dottore Armani, è bene che si realizzi l’esatto contrario: deve essere l’Anas a cedere alla Regione la gestione dell’autostrada Palermo-Catania, che voi dell’Anas avete gestito malissimo! E dovete cedere alla Regione anche la gestione dell’autostrada Palermo-Trapani-Mazara del Vallo, fino ad oggi gestita da voi dell’Anas in modo approssimativo. E anche le strade a scorrimento veloce della nostra Isola, gestite – sempre da voi dell’Anas – in modo penoso.

Come può leggere nell’articolo del titolare di questo blog, voi dell’Anas, in Sicilia, che vi piaccia o no, siete dei sottoposti: dipendente gerarchicamente dalla Regione siciliana. Quindi adeguatevi (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Lo sa qual è la verità, cari signori dell’Anas? Che nelle vostre menti alberga l’idea di mettere a pagamento le autostrade siciliane per portare anche questi soldi dei siciliani a Roma. Ebbene: ve lo potete dimenticare.

Ci vuole veramente una bella sfacciataggine a chiedere di gestire tutte le autostrade siciliane, quando la gestione Anas di autostrade e strade a scorrimento veloce è stata disastrosa.

Sì, disastrosa e fatta con soldi dei siciliani. Pensa, signor amministratore delegato dell’Anas, che abbiamo dimenticato che una cospicua parte della Programmazione dei fondi europei 2007-2013 destinati alla Sicilia sono finiti a voi e alle Ferrovie?

Non funziona così, signori dell’Anas. Noi siciliani non abbiamo l’anello al naso.

Il CAS ha funzionato male perché è stato gestito male. Ma quando è stato gestito bene, senza imbrogli, ha dato ottimi risultati.

E’ l’Anas che in Sicilia non ha mai brillato per efficienza.

Piuttosto – visto che parliamo di soldi – ieri, in conferenza stampa, voi dell’Anas, il Presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, avete annunciato un piano straordinario di 4 miliardi di euro di investimenti.

A noi, questa, sembra una balla colossale.

Ciò non di meno, di grazia, sarebbe possibile sapere chi dovrebbe tirare fuori questi fondi?

Foto tratta da ilfattonesseno

QUI L’ARTICOLO DE LA SICILIA 

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