Che passata di pomodoro arriva sulle nostre tavole? L’esempio di Valledolmo dove…

3 aprile 2018

Cominciamo a riflettere sul pomodoro e, in particolare, sulla passata di pomodoro. Quanti sono, in Sicilia, gli agricoltori che coltivano il pomodoro di pieno campo che poi viene trasformato? Insomma, che cosa ci fanno mangiare? E dell’offerta sbandierata sui manifesti, due confezioni in vetro da mezzo litro cadauna di passata di pomodoro al costo di 0,90 centesimi di euro ne vogliamo parlare? A un prezzo così basso che prodotto è? Da dove arriva?  

Ieri abbiamo pubblicato un approfondimento sul pomodoro con alcune proposte per sostenere gli agricoltori siciliani (QUI L’ARTICOLO).

Oggi, manco a farlo apposta, leggiamo sui manifesti un’offerta allettante: due confezioni in vetro di passata di pomodoro da circa mezzo litro a poco meno di un euro!

Ci chiediamo e chiediamo: come si possono vendere due confezioni di passata di pomodoro da mezzo litro cadauna, in confezione di vetro, a un prezzo così basso?

Vero è che è un’offerta: ma la materia prima, tanto per cominciare, da dove arriva?

Il pomodoro va seminato, va concimato, va irrigato. Poi ci sono i trattamenti chimici (dubitiamo che a questo prezzo possa essere un pomodoro coltivato in biologico: voi che ne dite?).

Poi c’è la raccolta (costo per la raccolta). E la lavorazione (costo per la lavorazione dello stesso pomodoro). Il costo delle confezioni in vetro e il costo per il trasporto.

Vendendolo a 45 centesimi di euro a confezione da mezzo litro quale sarebbe il margine di guadagno?

Per esserci un margine di guadagno i costi di produzione debbono essere bassi, bassissimi.

Informatevi. Chiedete voi stessi agli agricoltori e a qualche industriale: a questo prezzo di vendita quale sarebbe il margine?

E’ questa la passata di pomodoro che dovrebbe far parte della Dieta Mediterranea? E’ questo il prezzo della passata di “pomodoro italiano”?

Chiediamo ‘lumi’ a Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano duro ed ex produttore di pomodoro per salsa. Già, ex produttore di pomodoro di pieno campo.

Gioia ha i terreni a Valledolmo e la salsa di pomodoro di Valledolmo è rinomata.

“La nostra è un’ottima salsa di pomodoro – ci dice Cosmo Gioia -. Ma non siamo più nelle condizioni di produrre il pomodoro. E questo nonostante ci sia il mercato, perché, lo ribadisco, il pomodoro di Valledolmo si vende bene. Ma ormai produrre è diventato difficile, se non impossibile”.

“Il perché è presto detto – aggiunge Gioia -. Intanto ci scontriamo con chi, rispetto a noi siciliani, produce il pomodoro di pieno campo a prezzi bassissimi. Il costo del lavoro in Cina e in Africa è irrisorio. Impossibile competere. Poi noi utilizziamo in modo oculato pesticidi di ultima generazione che hanno un certo costo e sono sicuri. In certe aree del mondo, invece, utilizzano ancora pesticidi che in Italia sono stati banditi negli anni ’60 e ’70, prodotti chimici dannosi per la salute umana che costano pochissimo. Ribadisco: impossibile competere”.

“Direte – aggiunge Gioia -: il pomodoro per salsa di Valledolmo si vende bene. Vero. Ma costa anche produrlo. E il costo del lavoro, per chi rispetta la legge, è impossibile. Per chi non la rispetta scatta l’accusa di ‘caporalato’. E, in ogni caso, i controlli non danno tregua. Insomma, tra costo del lavoro e controlli è meglio non coltivare più il pomodoro”.

“Noi, ogni anno – conclude Gioia – seminavamo a pomodoro di pieno campo non meno di venti ettari. E, talvolta, anche di più. Tra semina e raccolta davamo lavoro a un bel po’ di persone. Da qualche anno abbiamo smesso. E come me hanno smesso in tanti. Oggi coltiviamo, sì e no, un ettaro di superficie a pomodoro. Quello che serve per la nostra casa. Mi chiede che passata di pomodoro mangiano i siciliani? Provi a rispondere lei”.

Foto tratta da vistanet.it

 

 

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