Ars, sì al DEF e all’esercizio provvisorio per aprile, ma i problemi sono solo rinviati

28 marzo 2018

Oggi il Parlamento siciliano ha approvato il Documento di Economia e Finanza ‘bocciato’ ieri e il disegno di legge sull’esercizio provvisorio per il mese i aprile. Si tratta, però, di una ‘pace armata’. I problemi politici – interni alla maggioranza di centrodestra e interni ai conti regionali – riesploderanno la prossima settimana  

Non è vero che è tutto risolto. Sala d’Ercole ha sì approvato il DEF (Documento di Economia e Finanza che ieri è stato ‘bocciato’) e l’esercizio provvisorio per aprile. Ma i problemi politici restano sul tappeto, anzi, sotto il tappeto. E riesploderanno mercoledì prossimo, quando si riunirà la conferenza dei capigruppo per stabilire quale dovrebbe essere il calendario dei lavori per discutere e approvare la manovra economica e finanziaria 2018.

Quello raggiunto oggi in Assemblea regionale siciliana non è una pace, ma una ‘tregua armata’. Il DEF è stato approvato. In Aula erano presenti 66 deputati; i votanti sono stati 63; hanno votato a favore 33 parlamentari.

Nessun problema per il disegno di legge sull’esercizio provvisorio, approvato con con 35 voti favorevoli e 29 astenuti.

Detto questo, il risultato delle due votazioni – favorevoli al Governo di Nello Musumeci – non deve trarre in inganno: come già detto, i problemi politici restano.

Ci sono problemi dentro la maggioranza di centrodestra. E, come illustreremo nei prossimi giorni, ci sono problemi nel Bilancio e nella Finanziaria.

Il dato macroscopico – che questo blog sottolinea spesso – è rappresentato da due elementi: la totale assenza di ‘trasparenza’ nella gestione della stragrande maggioranza degli enti e delle società della Regione (non è credibile che decine e decine di società ed enti regionali utilizzino fondi pubblici senza bilancio: non sarebbe possibile!) e la sofferenza dei conti della sanità.

E’ tragicomico presentare un Bilancio ‘consolidato’ con i bilanci di appena quattro o cinque società. E’ evidente che la vecchia politica siciliana – e il riferimento non è solo al centrodestra che oggi governa, ma anche al centrosinistra che ha governato la Regione dal 2008 fino allo scorso anno.

In disaccordo su tutti, gli esponenti della vecchia politica siciliana su un punto concordano: nel nascondere ai siciliani i veri ‘numeri’ di società ed enti regionali e della sanità.

Quest’ultimo settore – la sanità – presenta criticità che i conti ufficiali non spiegano. Perché la ‘sofferenza’ che si registra oggi nella sanità siciliana – con particolare riferimento agli ospedali pubblici – è di gran lunga più che proporzionale a quello che raccontano i dati ufficiali.

Non è solo questione di sprechi (che nella sanità siciliana ci saranno ancora, magari nascosti tra le pieghe della spesa farmaceutica e delle forniture). E’ del tutto evidente che con una parte dei fondi della sanità siciliana vengono pagati soggetti e servizi che nulla hanno a che vedere con la sanità.

In parte alcune di queste anomalie si conoscono e le ha segnalate la Corte dei Conti. Ma, soprattutto negli ultimi due-tre anni, deve essere avvenuto qualcosa che ha aggravato ulteriormente la situazione negli ospedali pubblici.

Vedremo se, la prossima settimana, in Aula matureranno alcune verità.

Un altro dato certo è che, forse, solo i venti deputati del Movimento 5 Stelle potrebbero avere interesse a un’interruzione anticipata della legislatura. Gli altri 50 parlamentari non crediamo abbiano tutta questa voglia di andare a casa. Ciò significa che si accapiglieranno, ma alla fine la manovra verrà approvata.

L’unica speranza di mandare a casa l’attuale Assemblea regionale è legata al ricorso al TAR Sicilia. Di questo si avrà notizia sempre la prossima settimana, per la precisione il 5 aprile.

 

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