Ars: Musumeci non ha la maggioranza, ma nessuno vuole andare a casa

22 marzo 2018

… e così i grillini dell’Ars aprono al Governo senza maggioranza di Nello Musumeci. Mossa a doppio taglio: vero è che il Movimento 5 Stelle – soprattutto dopo le elezioni politiche del 4 marzo – è il primo partito in Sicilia a maggioranza assoluta e, quindi, provi a condizionale il Governo. Ma se non otterrà risultati… Le dichiarazioni di Vincenzo Figuccia. Valentina Palmeri sulle Camere di Commercio 

In un Paese serio, democratico, quando in Parlamento un Governo non ha la maggioranza se ne va a casa. In Sicilia, a quanto pare, no. Nella nostra Regione si apre il ‘suk’ che conviene a tutti: tu dai una cosa a me e io do una cosa a te. Così il Governo rimane al proprio posto, i parlamentari rimangono parlamentari e tutt’e settanta deputati di Sala d’Ercole, per i prossimi cinque anni, vivranno felici e contenti…

Sembra una favola brutta, consociativa, come si diceva una volta; o ‘inciucista’, come si dice oggi. “Nel rispetto dei ruoli”, diceva a metà anni ’70 del secolo passato l’allora segretario del Pci siciliano, Achille Occhetto, ai democristiani dell’Isola rappresentati da Rosario Nicoletti.

E fu, infatti, “nel rispetto dei ruoli” che Dc e Pci, in Sicilia, in quegli anni, fecero le cose peggiori.

Facciamo male a ripassare la storia? Allora, in realtà, le motivazioni dell’abbraccio tra DC e Pci erano un po’ più nobili di adesso: nei primi anni ’70 c’era stata la grande avanzata della destra (il presidente della Regione, Nello Musumeci, doveva allora essere molto giovane, ma essendo di Catania e dintorni si dovrebbe ricordare i vari Vito Cusimano e Benito Paolone, che di quella stagione della destra siciliana furono protagonisti) e democristiani, comunisti e altre forze politiche avevano la scusa del cosiddetto “Arco costituzionale”.

Ma oggi – a parte le poltrone di Sala d’Ercole da conservare per altri cinque anni – che cosa avranno mai da ‘arcocostituzionalizzare’ il centrodestra già a pezzi da una parte e il Movimento 5 Stelle e il PD dall’altra parte?

Il PD siciliano disposto agl’inciuci non sarebbe una novità: semmai una conferma. Stupisce un po’ l’apertura del leader dei grillini siciliani, Giancarlo Cancelleri, al Governo Musumeci. Di “stagioni del dialogo” è piena la storia dell’Autonomia siciliana: ma i risultati, lo ricordiamo, sono sempre stati deludenti.

E’ un rischio, non tanto per il Governo di centrodestra (e nemmeno per un PD siciliano sempre più marginale non tanto nei ‘numeri’, quanto nella qualità della proposta politica), quanto per il Movimento 5 Stelle. Che, in ‘un’Isola ormai ultima in tutto sembra valutare la possibilità di lasciarsi alle spalle una rendita di posizione politica per spendersi non si capisce ancora per che cosa.

Attenzione: se i grillini dell’Ars, ammesso che proseguano su questa strada, porteranno risultati ai siciliani, tanto di cappello. Del resto, il Movimento 5 Stelle è ormai il primo partito in Italia e va fortissimo in Sicilia: ha gli argomenti per provare a condizionare l’attuale Governo regionale.

Ma se i risultati non arriveranno, questo va da sé, i siciliani finiranno con l’accomunarli alla vecchia politica-politicante. E allora…

Intanto il parlamentare Vincenzo Figuccia, che ormai all’Ars è una sorta di battitore libero, ha diramato il seguente comunicato stampa:

“La maggioranza all’Ars c’è ma non si vede – dice Figuccia -. Il problema del governo e’ l’oligarchia nel Parlamento. Non credo che al governo Musumeci manchino i numeri per governare. Tra i banchi del Parlamento seggono tanti autorevoli colleghi che hanno grande capacità ed entusiasmo, ma che non vogliono rimanere subordinati a chi non credono sia in grado di rappresentarli. Uomini e donne troppo intelligenti per non comprendere che è ancora troppo presto per dare giudizi negativi e affrettati sul valore e sulle iniziative del Presidente della Regione. Personalmente parlo e mi confronto con tanti deputati. E molti di loro mi dicono di non essere contro Musumeci, ma soltanto a favore di alcuni provvedimenti, che vorrebbero affrontare in aula, ma che non arrivano a causa dell’insipienza, della superficialità e spesso dell’incapacità di alcuni soggetti che non si fanno portatori delle istanze”.

A chi si riferisce Figuccia? Sembra un mezzo siluro al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. E’ così?

“Il sistema della rappresentanza – prosegue il parlamentare – è in crisi perché chi ha ruoli centrali all’Interno dell’Assemblea non li esercita in un clima di condivisione finalizzato al bene comune, determinando così lo scollamento tra il ‘Palazzo’ e la gente”.

E questo sembra un chiaro riferimento a Miccichè.

“Il vero problema – dice sempre Figuccia – è la gestione oligarchica. Serve tornare ad una fase in cui la concertazione sia la spina dorsale della democrazia. Molti esercitano i loro ruoli come se fossero capetti, scambiando l’autorevolezza per l’autoritarismo. Come risolvere il problema? Provando a rimettere il confronto al centro. Personalmente amo troppo la mia terra per non affrontare con la massima serietà e responsabilità questa fase delicatissima per la Sicilia. In questi giorni vorrò sentire il Presidente Musumeci e proverò a rappresentare le ragioni dei malumori e la necessità di affrontare alcune priorità che, da parte di chi dovrebbe governare i processi d’aula, non sono stati ancora né rappresentati, né calendarizzati”.

“La questione è semplice – precisa ancora il parlamentare -: la maggioranza in Aula c’è ma non si vede a causa di un dissenso generalizzato che scaturisce dall’inconsistenza di chi dovrebbe avere ruoli di garanzia nei rapporti tra le attività del Parlamento e le iniziative dell’esecutivo. Molti deputati, all’indomani dell’elezione, vorrebbero che le loro battaglie portate avanti nei territori trovassero occasione di confronto per essere discusse, affrontate e supportate in sede istituzionale. Ma purtroppo temo che potentati di interessi non abbiano voglia di affrontare le richieste della gente comune. E rimangono concentrati in una visione miope che potrebbe intrecciarsi con una logica che sta tra caporalato, lobby e assenza di collegialità. Lavorerò – conclude Figuccia – ispirato dall’amore verso il mio popolo e la mia terra, perché possano prevalere invece le istanze buone, insieme al buonsenso e all’ascolto verso le richieste di aiuto che arrivano da parte di chi soffre”.

Intanto i grillini incalzano il Governo. Con un’interrogazione, prima firmataria la parlamentare Valentina Palmeri, il gruppo parlamentare del M5S all’Ars chiede l’immediata nomina dei componenti delle quattro commissioni provinciali per l’Artigianato o, in alternativa, dei commissari straordinari nelle Camere di Commercio dell’Isola.

“Dopo la riforma delle Camere di commercio – dice la Palmeri, che ha anche inviato una nota urgente all’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano – questi organi collegiali, che svolgono fondamentali funzioni riguardanti la tenuta degli albi, l’accertamento dei requisiti delle aziende artigiane necessari per l’iscrizione delle aziende negli enti camerali, nonché altri compiti previsti dalla legislazione regionale, sono rimasti in stand by. E la mancata operatività delle Commissioni ha di fatto paralizzato le attività delle imprese artigiane già operanti, e reso impossibile l’inserimento di nuove, dato che le aziende sono obbligate a iscriversi all’Albo prima di iniziare l’attività”.

“Con questo atto parlamentare – conclude Palmeri – chiediamo al Governo e all’assessore regionale alle Attività produttive di nominare immediatamente i membri delle commissioni, perché la categoria degli artigiani, già fortemente provata dalla crisi, ha bisogno di risposte”.

Foto tratta da agenpress.it

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