Formazione: ci occupiamo o no dei giovani che non studiano, non lavorano e… Siluri agli enti

20 marzo 2018

In un comunicato stampa i parlamentari del Movimento 5 Stelle pongono la questione dei Neet, i giovani siciliani che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione. Per loro, dicono, occorre finanziare corsi utili ai ragazzi, non agli enti…

Sono i Neet. In Sicilia, secondo i dati contenuti nel Po Fesr 2014-2020, i giovani che non studiano non lavorano e non sono in cerca di occupazione, sono 352 mila e rappresentano il 37,7% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni. La proposta dei grillini

In Sicilia, nel mondo della Formazione professionale, non c’è solo il dramma sociale di 8 mila lavoratori licenziati. Ci sono anche i giovani ai quali la Formazione dovrebbe assicurare un futuro.

Un comunicato stampa dei parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars fa il punto della situazione:

“Avviare in Sicilia un progetto sperimentale di politica attiva del lavoro da finanziare con fondi UE della programmazione 2014-2020, destinato ai giovani che non studiano, non lavorano e non sono in cerca di occupazione, con l’obiettivo di formare professionisti delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT)”.

“La proposta è del gruppo parlamentare del M5S all’Ars, che ha presentato una mozione, primo firmatario Nuccio Di Paola, che impegna il Governo a mettere in campo azioni formative, attivando un progetto pilota, per contrastare il fenomeno dei Neet”.

Già di Neet. Chi sono?

“In Sicilia, secondo i dati contenuti nel Po Fesr 2014-2020, i giovani che non studiano non lavorano e non sono in cerca di occupazione, infatti, sono 352 mila e rappresentano il 37,7% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Sul totale coloro che sono effettivamente interessati a lavorare sono circa 280 mila, di cui 150 mila nella fascia di età compresa tra i 18 e 24 anni: il 50% ha bassi livelli di istruzione; il 45% possiede un diploma, mentre i laureati sono il 5%”.

“Analizzando i dati – dice il deputato regionale del M5S Nuccio Di Paola – e considerata la strutturale debolezza della domanda di lavoro che proviene dal sistema produttivo regionale, il persistente disallineamento tra l’offerta di lavoro e le esigenze delle imprese, che guardano con particolare attenzione all’innovazione, risulta palese che in Sicilia c’è bisogno di competenze di alto profilo in questo ambito”.

“Con questa mozione – aggiunge – il M5S chiede al governo di avviare un progetto sperimentale di politica attiva del lavoro in grado di formare professionisti dell’era 4.0”.

Politiche attive del lavoro. L’ultima volta che se ne è parlato in Sicilia erano i primi anni del 2000. Poi sono arrivati il Governo di Raffaele Lombardo e il Governo di Rosario Crocetta e di politiche attive del lavoro non se n’è parlato più. Dimenticate. Cancellate.

“La Regione – scrivono sempre i parlamentari grillini – se vuole davvero mettere in campo misure di contrasto alla disoccupazione giovanile deve guardare ai lavori del futuro, diversificando l’offerta formativa, prevedendo corsi per figure specializzate, che purtroppo non sono ancora inserite nel nuovo catalogo dell’offerta formativa regionale, mentre in altre Regioni sono già previste, in linea con le indicazioni dell’UE”.

Quindi l’attacco agli enti formativi:

“Occorre finanziare – conclude la nota dei grillini – corsi utili ai ragazzi, non agli enti, e formare professionisti in grado di competere nel mercato globale per rilanciare anche il brand Sicilia”.

Domanda: a quali enti formativi si riferiscono i grillini? Ai vecchi enti? Ai nuovi? A tutt’e due? E questi corsi chi dovrebbe finanziarli? E chi li dovrebbe gestire? E degli 8 mila lavoratori licenziati che ne facciamo?

Foto tratta da mercurio.org 

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