Ci risiamo: un’altra nave piena di grano nel porto di Pozzallo!

20 marzo 2018

Non si ferma il via vai di navi cariche di grano. In queste ore, a Pozzallo, è arrivata l’ennesima nave carica di grano. Mentre scriviamo sono in corso i controlli. Per fortuna il Governo regionale sta prendendo le misure. Sembra sia un carico di grano francese. Ma non c’è da scommetterci

Senza tregua. Non si sono ancora spenti gli echi della nave carica di grano duro proveniente dal Kazakistan bloccata nei giorni scorsi a Pozzallo perché piena di muffe che già, all’appello – sempre nel porto di Pozzallo – si è presentata un’altra nave carica di grano.

Mentre scriviamo i controlli sono in corso. Le notizie sono frammentarie. Si dovrebbe trattare di una nave francese. Anche il grano – così si dice – dovrebbe essere francese. Ma su questo è bene andare cauti. Perché nell’Unione Europea dell’euro – ‘zona franca’ per le multinazionali che fanno il bello e il cattivo tempo – le ‘triangolazioni diaboliche’ sono all’ordine del giorno.

Ovvero: grano del Paese x, che passa dal Paese y e poi arriva in un porto europeo dove certifica che si tratta di grano di provenienza y. Per poi arrivare nei porti italiani – quasi sempre siciliani e pugliesi – dicendo che il grano arriva dal Paese y… E il gioco è fatto!

Vi sembra un’esagerazione? Tranquilli: è la normalità. E, se è così, c’è poco da fare.

O meglio, l’unica cosa da fare sono le analisi. E va dato atto al Governo regionale di aver inaugurato – almeno a Pozzallo – un metodo.

Resta da capire che cosa succede negli altri porti della nostra Isola: soprattutto a Catania e a Palermo.

A Catania – si dice – starebbe per arrivare una seconda nave. E’ così? Verrà controllata? Di Palermo sappiamo poco o nulla.

Solo un appunto. Della prima nave arrivata a Pozzallo circa un mese fa (QUI L’ARTICOLO) si è saputo poco o nulla. Della seconda nave che è stata bloccata (QUI L’ARTICOLO) si sa che ci sono stati problemi. Di entrambe non si conoscono i risultati delle analisi.

Non sarebbe il caso di rendere pubblici le analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico della Sicilia?

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