MATTINALE 33/ Ad Agrigento cadono gli Dei. E a Palermo?

16 marzo 2018

Una vicenda scuote in queste ore l’Agrigento-bene. Un noto personaggio, Vincenzo Sinatra, è finito agli arresti domiciliari. La magistratura contesta la compravendita di un terreno demaniale. Di mezzo ci sono gli uffici del Demanio della Regione siciliana. Anche a Palermo, dalle parti di Mondello, sono venute fuori cose incredibili. Ma… 

Ad Agrigento è cominciata la caduta degli Dei. Una vicenda – eclatante – scuote i potenti della Città dei Templi. E’ la storia di un personaggio molto noto, Vincenzo Sinatra, titolare dell’hotel Valle dei Templi di Agrigento, per il quale la magistratura agrigentina ha disposto gli arresti domiciliari.

Di mezzo c’è la realizzazione abusiva, su un’area demaniale, di un parcheggio privato a servizio dell’Hotel del quale Sinatra è proprietario.

La storia è un po’ incredibile. Secondo la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, gli indagati avrebbero formato atti pubblici falsi. Questo per consentire la vendita, in favore della TAS srl, di un appezzamento di terreno del demanio regionale.

Già emerge la prima stranezza: perché la Regione decide di vendere un terreno a un privato? E che terreno, poi: si tratta di un’area che si trova dentro Villa Genuardi, confinante con l’Hotel della Valle.

Ma guarda che combinazione: invece di recuperare Villa Genuardi, che rischia di cadere a pezzi (proprio sui pericoli che incombono su Villa Genuardi, agli atti del Parlamento siciliano, c’è un’interrogazione presentata dall’allora parlamentare regionale – oggi presidente della Regione – Nello Musumeci), l’amministrazione regionale vende un pezzo di terreno di Villa Genuardi a un privato?

La vendita è oggetto d’interesse da parte della magistratura.

“Le indagini, leggiamo su Grandangolo, il quotidiano on line diretto da Franco Castaldo – che vedono coinvolti pubblici amministratori, dirigenti regionali e liberi professionisti sono ancora in corso. Disposte numerose perquisizioni in uffici pubblici e privati”.

A questo punto Grandangolo riporta una dichiarazione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, Luigi Patronaggio:

“Per i reati commessi a Palermo – spiega il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio – i relativi atti, dopo le incombenze di carattere urgente, verranno trasferiti alla competente Procura del capoluogo”.

Nell’inchiesta sono coinvolti altri tre soggetti, pure loro indagati. Si tratta di  Tito Cece, 71 anni di Salerno, Dania Ciaceri, 62 anni, originaria di Noto, dirigente del Servizio Patrimonio del dipartimento del Bilancio e del Tesoro della Regione siciliana, e Ninfa Cangemi, 57 anni, funzionario del Servizio Patrimonio del dipartimento del Bilancio e del Tesoro della Regione siciliana.

I particolari di questa vendita, a quanto pare non troppo ‘trasparente’, li trovate su Grandangolo (QUI L’ARTICOLO).

A noi interessano alcune considerazioni. E qualche domanda sui reati eventualmente “commessi a Palermo”, come dice il procuratore Patronaggio. Perché, in questa storia, come già accennato, sono coinvolti un dirigente e un funzionario regionale.

Ma c’è anche la politica. Ovvero: in che anno è avvenuta tale compravendita? Chi era il presidente della Regione siciliana? Chi era l’assessore ai Beni culturali? E’ vero che questo terreno è stato prima espropriato a un privato, demanializzato, e poi venduto a un altro privato?

Sì, ad Agrigento si cominciano a scoprire i primi ‘altarini’. E a Palermo?

Nei giorni scorsi l’avvocato Nadia Spallitta, già vice presidente del Consiglio comunale di Palermo, ha denunciato fatti gravissimi: partendo da una lottizzazione a Mondello (per la quale è in corso un processo penale), è venuto fuori che, in realtà, non si tratta di un caso unico, ma di un metodo adottato dallo stesso Comune di Palermo (QUI L’ARTICOLO).

Finora non è successo nulla. Anzi, una cosa è avvenuta: un giornale americano celebra Palermo…

Foto tratta da grandangoloagrigento   

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