Regione, verso l’esercizio provvisorio anche per aprile

14 marzo 2018

Tanto per cambiare i conti della Regione non tornano. E non sono tornati nemmeno dopo tre mesi di esercizio provvisorio. Così non resta che prendere un altro mese di Bilancio in dodicesimi. La notizia non è bella. Significa che all’appello mancano soldi. Non perché la Regione è spendacciona, ma perché lo Stato italiano non è ancora ‘sazio’ e vuole altro ‘sangue’ dai siciliani per compiacere la UE…

Si va verso il quarto mese di esercizio provvisorio. Siamo già al 14 marzo e dei documenti economici e finanziari del 2018, in Assemblea regionale siciliana, non c’è traccia. C’è soltanto il Def (Documento di economia e finanza) e la notizia, in verità un po’ strana, di un “disavanzo” di 5 miliardi e 900 milioni di euro denunciato dal Governo regionale di Nello Musumeci pochi giorni dopo l’insediamento della Giunta. Poi il vuoto.

E’ chiaro che se, il ‘Bozzone’ con lo schema di disegno di legge di stabilità 2018 (Bilancio e Finanziaria, da qualche anno, si chiamano così) non ha fatto la propria comparsa il 14 marzo, l’Assemblea regionale siciliana non avrà più il tempo per esaminare e approvare la manovra entro la fine di questo mese.

Che dire? A noi il “disavanzo’ di 5 miliardi e 900 milioni di euro è sembrato un po’ esagerato. Ma se il Governo tarda così tanto a presentare la manovra all’Ars, beh, qualche cosa di strano ci deve essere per forza. E’ evidente che i conti non tornano.

Né ci convince il fatto che il Governo avrebbe preso altro tempo perché, finalmente, starebbe per presentare il Bilancio consolidato, ovvero un documento finanziario con dentro i bilanci di società ed enti regionali. A noi, infatti, risulta che si materializzerà un mezzo Bilancio consolidato: alcune società e alcuni enti ci saranno, altri no.

A nostro modesto avviso, oltre alle difficoltà oggettive di allineare il Bilancio della Regione ai Bilanci di enti e società, i problemi di questo ritardo potrebbero essere altri. E cioè altri tagli da parte dello Stato.

Ricordiamo che la ‘Grande Unione Europea’, prima delle elezioni, ha chiesto al Governo uscente – il Governo Gentiloni – una manovra da almeno 4 miliardi di euro. Questo significa che, entro quest’anno, altri 4 miliardi di euro dovranno uscire dallo Stato italiano per finire nelle ‘casse’ dell’Unione Europea.

Com’è noto, il Parlamento nazionale che è venuto fuori dalle elezioni politiche dello scorso non è in grado di approvare tale manovra e, fino ad oggi, non è nemmeno in grado di dare vita a un Governo.

Però la ‘Grande Unione Europea’ i 4 miliardi di euro, o giù di lì, li vuole lo stesso. E siccome una parte di questi soldi dovranno essere scippati dalle tasche dei cittadini (l’altra parte si dovrebbe trovare vendendo altri ‘pezzi’ di Italia), ecco che il Governo nazionale deve avere avvertito le Regioni che è in arrivo una nuova ‘tosatura’ per i cittadini italiani.

Ovviamente i Governi regionali debbono nascondere queste notizie ai cittadini. Perché la parola d’ordine della vecchia politica è: mai mettere in cattiva luce l’Unione Europea dell’euro, sennò la massoneria ‘europeista’ e Mario Draghi ci rimangono male.

Insomma, non bisogna far sapere gl’italiani che i tagli alla sanità, i tagli alla scuola, i tagli ai Comuni (e quindi le strade dissestate che cadono a pezzi, da Roma alla Sicilia), la scomparsa delle ormai ex Province, i tagli alla spesa sociale (soprattutto a carico degli anziani e dei disabili) e via continuando sono il frutto delle politiche del ‘rigore’ dell’Unione Europea.

Il ‘gioco’ consiste proprio in questo: nell’impoverire alcuni Paesi dell’Unione Europea dell’euro – e l’Italia è tra questi – senza far sapere ai cittadini quello che sta avvenendo.

La prova di ciò l’abbiamo qui in Sicilia. L’Unione Europea taglia e annuncia nuovi tagli all’Italia e il Governo centrale – che lo ricordiamo è ancora in carica per l’ordinaria amministrazione – si appresta ad appioppare nuove penalizzazioni ai cittadini, a cominciare dalle Regioni e dai Comuni.

(Ricordiamo che, sempre a causa dei tagli romani, imposti da Bruxelles, ai Comuni siciliani con oltre 5 mila abitanti, quest’anno, mancano 60 milioni di euro per ‘chiudere’ i Bilanci consuntivi 2017, COME ABBIAMO RICORDATO IERI).

Così, evitando di raccontare agl’italiani come stanno effettivamente le cose, qui dalla Sicilia non ci resta che ‘goderci’ il quarto mese di esercizio provvisorio. In attesa di conoscere i ‘numeri’ della manovra 2018.

Il primo segnale non esattamente bello è la notizia, in verità un po’ bizzarra, della Ragioneria generale della Regione che avrebbe accertato che alcuni enti e alcune società della stessa Regione avrebbero i conti in disordine. La domanda è una: e la Ragioneria se ne accorge solo ora? E prima dove sono stati i dirigenti di questo ufficio? In vacanza a prendere il sole alle isole Hawaii?

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