Formazione, gli enti vogliono le mani libere per nuove assunzioni, altro che tutele per i licenziati!

13 marzo 2018

E’ questo il succo’ di un incontra tra l’assessore Roberto Lagalla, le organizzazioni sindacali ‘firmaiuole’ e i ‘capi’ dei nuovi enti. Le elezioni amministrative sono alle porte e le assunzioni portano voti. Intanto il dipartimento della Formazione ha inventato l’ennesimo ‘magheggio’: un questionario per creare ulteriore confusione nell’Albo nel quale dovrebbero essere iscritti i lavoratori disoccupati

Qualche giorno fa è andato in scena un incontro tra l’assessore regionale alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che hanno firmato il contratto (Cgil, Cisl, Uil e Snals) e le associazioni datoriali. Tema: come organizzare i corsi che ancora non ci sono.

I corsi dovrebbero essere quelli previsti dal Bando a Catalogo, circa 110 milioni di euro. Sono soldi veri o sarà la solita presa per i fondelli, in vista della campagna elettorale per le elezioni amministrative? Non si capisce.

In ogni caso, si racconta che l’incontro, per ciò che riguarda il futuro degli 8 mila lavoratori di questo settore licenziati, ha prodotto la solita solita fumata nera. Ed è anche logico: stando a quanto ci hanno ‘spifferato’, tanti titolari di enti e società non avrebbero alcuna intenzione di “pescare” dall’Albo regionale degli operatori per reperire il personale, ma pretenderebbero di avere le mani libere per assumere, di fatto, chi vorranno!

La fase è critica, perché la parte politica alla quale fa capo l’assessore Lagalla, dopo la terribile batosta elettorale dello scorso 4 marzo, non sa più che pesci prendere: si prenderebbero più voti tutelando i lavoratori licenziati o dando la possibilità a enti e società di fare i propri comodi?

Insomma, sembra il ritorno alla situazione di stallo del 7 marzo 2017, quando l’allora assessore del PD, Bruno Marziano, diceva di aver raggiunto l’accordo con le associazioni FORMA e CENFOP in merito all’impegno di ricollocare il personale iscritto all’Albo: accordo che le altre associazioni datoriali si rifiutavano di sottoscrivere.

Purtroppo notiamo che è passato più di un anno, ma non è cambiato proprio nulla!

Alla luce di quanto avvenuto, il gentlemen’s agreement, prospettato e voluto fortemente dall’assessore Lagalla, è naufragato miseramente, poiché non si sposa con le esigenze delle associazioni che raggruppano gli enti non storici. Questi ultimi, infatti, non avrebbero alcuna intenzione di riconoscere l’Albo e di assumere il personale storico e licenziato.

Così si è tornati al punto di partenza, in un gioco in cui l’infinita tela di Penelope viene tessuta di giorno e disfatta di notte, in barba alle tutele e al rispetto della normativa regionale che dovrebbe governare il sistema formativo siciliano.

Siamo davanti alla paralisi delle attività, perpetrando la ‘macelleria sociale’ nei confronti degli (ex) lavoratori e negando il diritto/dovere alla formazione per i tanti giovani siciliani in cerca di corsi di formazione per entrare nel mondo del lavoro.

Giustamente c’è chi si chiede: dove sono finite le promesse elettorali del Presidente della Regione, Nello Musumeci, che in un’intervista rilasciata a Live Sicilia, in campagna elettorale, aveva parlato di agenzia unica? E che ne è stato dell’impegno circa il rispetto di alcuni passaggi della legge regionale n. 24 del 1976?

Nel frattempo il dipartimento regionale della Formazione ha diffuso un “questionario conoscitivo di mantenimento ed approfondimento dei requisiti”, alias un ennesimo aggiornamento dell’Albo dove risultano iscritti i disoccupati (e anche altri soggetti ‘infilatisi’ in tale Albo non si capisce bene  che titolo).

La novità sta letteralmente facendo impazzire gli operatori, che dovranno provvedere a compilarlo e trasmetterlo esclusivamente tramite email. Si cerca l’autore di questa trovata cervellotica e confusa, che rischia di intasare il dipartimento di terabyte di files che, probabilmente, non serviranno a nulla.

Il dubbio è che sia stata messa in pista una sorta di ‘strategia della distrazione’ per creare ulteriore confusione.

Sulla vicenda intervengono i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, che rivelano alcuni particolari della nuova trovata del dipartimento Formazione della Regione:

“Con un decreto dirigenziale, emanato lo scorso 7 marzo dall’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione – si legge nel comunicato – la Regione ha chiesto agli operatori già inseriti nell’Albo regionale dei formatori di compilare un questionario per acquisire informazioni sui loro requisiti, dando ai circa 8 mila addetti del settore, per l’invio al Dipartimento, un termine di 15 giorni, a partire dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana”.

I parlamentari del Movimento 5 Stelle invitano l’assessore Lagalla “di riferire, in tempi brevissimi, in audizione in commissione Cultura dell’Ars sui motivi e sulla tempistica della ricognizione”.

“Non ci spieghiamo – scrivono i deputati regionali del M5S – termini così perentori, e, soprattutto, vorremmo capire se una mancata risposta negli strettissimi termini previsti possa causare conseguenze negative per chi si trovasse nelle condizioni di non poter rispondere immediatamente, visto che il questionario viene espressamente definito ‘propedeutico ed indispensabile per l’inserimento nell’Albo’; pertanto chiediamo al governo spiegazioni su questo decreto”.

“La riforma complessiva del settore, come previsto dal nostro programma – concludono i deputati – è ormai improcrastinabile e va fatta in tempi brevi”.

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