Ma ci pensate? Se vincono i grillini addio ai vitalizi d’oro per migliaia di ex parlamentari!

3 marzo 2018

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno promesso che, se il Movimento 5 Stelle vincerà le elezioni, il primo provvedimento che adotteranno Governo e Parlamento sarà il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari. Soldi che verranno tolti a questi signori per essere utilizzati nell’interesse della collettività

Chi è l’autore del detto: Megghiu u tintu canusciutu ca u bonu a canusciri? U tintu canusciutu, ovviamente. La profonda disonestà intellettuale che questo detto nasconde si svela quando a pronunciarlo sono i politici. E di questi tempi, di fronte alla “valanga che sale”, è diventato d’uso comune e frequente in tutti i partiti che temono per la propria sopravvivenza.

Secondo Berlusconi è meglio lui. Pregiudicato, puttaniere, corruttore prescritto di vari reati e assolto da altri in forza di leggi che si è fatto fare da una maggioranza lui sottomessa e da lui foraggiata. Lui che non ha mantenuto nemmeno una delle mirabolanti promesse fatte agli italiani, e che, inciuchito e bolso, è come un disco rotto.

E’ meglio Renzi con il suo PD che ha devastato il Meridione con salassi finanziari incostituzionali e illegittimi e che ha fato approvare dai suoi governi e dalla sua maggioranza parlamentare una serie di trattati internazionali che stanno strangolando la già sofferente economia agricola del Sud?

Di tutti gli altri comprimari, quando si è detto che sono superflui si è detto tutto. “De minimis non curat Praetor”.

Ecco il “tintu canusciuto”. Ecco perché la valanga sale, ecco perché “il vecchio” cerca di salvarsi contro il nuovo.

Ebbene, voi non ci crederete, ma noi immaginiamo già la faccia di chi ha portato l’Italia alla rovina di oggi con 13 milioni di poveri (di cui 5 milioni indigenti), con il ceto medio ridotto in sostanziale povertà, con le ex Province fallite, con le Regioni senza soldi che tagliano servizi sanitari, con gli ospedali pubblici senza posti letto, con i Comuni che inventano ZTL e autovelox per ‘spennare’ i cittadini, con ‘pezzi’ d’Italia in vendita (tratti di mare, migliaia di aziende e, tra un po’, anche porti e aeroporti, come in Grecia), ebbene, immaginate la faccia di migliaia di ex parlamentari nazionali che, con la eventuale vittoria dei grillini alle elezioni politiche di domani, da un giorno all’altro si ritroveranno con i vitalizi dimezzati, se non eliminati!

Per la prima volta nella loro vita queste persone, questi esimi ex parlamentari nazionali – ex deputati ed ex senatori – che a partire dal 1992  hanno accettato di siglare, supinamente, a nome degli italiani che, purtroppo, hanno rappresentato, tutti i trattati internazionali-capestro dell’Unione Europea – trattati che hanno ‘incaprettato’ gl’italiani – per la prima volta, dicevamo, questi signori, dopo il taglio dei vitalizi, si ritroveranno come si ritrovano oggi milioni di italiani: a vivere arrivando a malapena alla fine del mese!

Questa sarà una grande soddisfazione. Dovete sapere che il più scarso ex parlamentare nazionale – ma proprio il più scarso scarso scarso – si porta a casa, ogni mese, non meno di 2 mila-2 mila e 500 euro. Questi sono i più poveri. Sono pochissimi (non 13 milioni come i poveri creati dagli anni ’90 del secolo passato ad oggi). Sono pochissimi e hanno uno ‘stipendio’ più alto di un professore di liceo a fine carriera! 

Poi ci sono tanti, tantissimi ex parlamentari nazionali con un vitalizio che oscilla da 4 a 6 mila euro al mese. O anche 7-8 mila euro al mese. Questi sono la maggioranza. Sono tantissimi.

Poi inizia la fascia alta: sono gli ex parlamentari nazionali che hanno alle spalle più di tre legislature. E lì iniziamo: 10 mila, 12 mila, 16 mila euro al mese…

Immaginate la vittoria dei grillini alle elezioni politiche di domani, domenica 4 marzo.. Immaginate la faccia di migliaia di ex parlamentari che, nelle settimane successive, si ritroveranno con un Governo grillino e con i vitalizi dimezzati e eliminati.

Noi non sappiamo se, in caso di vittoria del Movimento 5 Stelle, i vitalizi verranno dimezzati o eliminati del tutto.

Noi sul dimezzamento non siamo d’accordo: perché alla maggioranza di questi signori rimarrebbero da 3 a 4 mila euro al mese (e ad alcuni anche 6-8-10 mila euro al mese).

La cosa più corretta, a nostro modesto avviso, sarebbe quella di portare tutti i vitalizi a mille e 200 euro al mese. Sì, tutti gli ex parlamentari nazionali – sia chi ha alle spalle una legislatura, sia chi ne ha sette o otto – a mille e 200 euro al mese.

Compresi gli ex presidenti della Repubblica, gli ex presidenti del Senato e gli ex presidenti della Camera dei deputati. 

All’inizio questi ex parlamentari faranno come i matti:

“Ci state portando alla miseria!”.

A questo punto sarà cura di tutti i cittadini italiani rispondere:

“Quando, a metà degli anni ’90, avete avallato l’euro con il cambio un euro-2 mila lire non ve lo siete posti il problema dei guasti economici che questo avrebbe comportato all’Italia e ai cittadini italiani? Ovvero il dimezzamento delle retribuzioni e un’incredibile speculazione sui prezzi?”.

“Voi, pronto accomodo, avete subito raddoppiato le vostre indennità parlamentari. E, fregandovene di un referendum che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti, avete inventato i rimborsi elettorali: un euro a voto!”.

Mentre l’Italia si impoveriva a colpi di trattati, loro, gli allora parlamentari nazionali, oggi in buona parte ex parlamentari, facevano spallucce: vabbé, qualche ‘sacrificio’ si deve fare.

Così hanno firmato i tanti trattati: trattato di Maastricht, trattato di Amsterdam, trattato di Nizza, i due trattati di Adesione (2003 e 2005), il trattato di Lisbona (quello segreto, i cui contenuti rimangono in buona parte sconosciuti a 500 milioni di europei, nel nome della ‘democrazia’…), il trattato sul MES, il trattato sul Bilancio, sino al Fiscal Compact (quello dei 50 miliardi all’anno che l’Italia dovrebbe pagare per 20 anni per abbattere il debito pubblico fatto al 90% di interessi truffaldini, trattato finora non applicato) e il Two Pack, quello del Bilancio e Finanziaria che Camera e Senato possono approvare solo dopo il sì di Bruxelles (leggere fine della sovranità del Parlamento italiano): e anche quello della “verifica stringente” del ‘Patto di stabilità’: ci danno i fondi europei, ma non si possono spendere per non ‘sforare’ il ‘Patto di stabilità’: ne parliamo signori ex parlamentari nazionali da 4 a 8 mila euro al mese che l’avete avallato?

Questi ex parlamentari nazionali nel 1992, nel 1993, nel 1994, nel 1995, nel 1996, nel 1997, nel 1998, nel 1999, nel 2000, nel 2001, nel 2002, nel 2003, nel 2004, nel 2005, nel 2006, nel 2007, nel 2008, nel 2009, nel 2010, nel 2011, nel 2012, nel 2013, nel 2014, nel 2015, nel 2016 e nel 2017 dicevano agl’italiani:

“Dobbiamo fare sacrifici nel nome dell’Europa!”.

Ora, diciamolo una buona volta e per tutte: non sarà una bella soddisfazione vedere questi ex parlamentari nazionali a mille e 200 euro al mese? Sarebbe un’operazione di giustizia sociale: finalmente anche loro proverebbero quello che hanno fatto provare e che ancora oggi provano milioni di italiani.

Foto tratta da lecodelsud.it

 

P.s.

Che farà il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, se vinceranno i grillini e se a Roma i vitalizi agli ex parlamentari verranno ridotti o eliminati? 

 

 

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