Agrigento ‘Capitale della Cultura’: quando il sindaco Firetto voleva il rigassificatore!

10 febbraio 2018

La memoria serve a noi cittadini per capire come stanno veramente le cose. Per sapere, ad esempio, se l’enfasi di certi vecchi politici siciliani sulla ‘Cultura’ non sia la scusa per nascondere magagne (Palermo), o per far dimenticare il passato, anche recente (Agrigento). Diamo la parola ad Alessio Lattuca, presidente di Confimpresa Euromed, in prima fila nel ‘No’ alla follia del rigasificatore a un chilometro dalla Valle dei Templi di Agrigento!

Scrive Jorge Luis Borges:

“Noi siamo la nostra memoria, / noi siamo questo museo chimerico di forme inconstanti, / questo mucchio di specchi rotti”.

E a proposito di memoria non possiamo notare la stranezza che in questi giorni va in scena ad Agrigento. La Città dei Templi è stata candidata a ‘Capitale della Cultura’ per il 2020. Certo, ci sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più sui disastri di questi ultimi, perché cominciamo ad avere la sensazione che l “Cultura”, in Sicilia, serva, più che altro, a nascondere le magagne di chi non sa amministrare la cosa pubblica.

E’ il caso di Palermo, dove l’amministrazione comunale sta provocando danni in quasi tutti i settori della vita pubblica – dopo la ZTL per fare ‘cassa’ adesso si scopre la pressoché totale incapacità del Comune di gestire l’acqua (la condotta di Scillato riparata a metà, altre infrastrutture idriche fatiscenti, l’acqua dei depuratori buttata via, gli impianti realizzati in prossimità dei corsi d’acqua non utilizzati!) – ma copre tutto con la ‘Cultura’!

Ad Agrigento, però, la sceneggiata in corso è, tanto per cambiare, pirandelliana: con l’attuale sindaco della Città dei Templi, Calogero ‘Lillo’ Firetto che oggi punta sulla ‘Cultura’ e che fino a qualche anno fa, da sindaco di Porto Empedocle – cittadina praticamente quasi attaccata ad Agrigento – che voleva realizzare a tutti i costi un mega rigassificatore a meno di un chilometro dalla Valle dei Templi!

Va bene: l’importante è dimenticare. Questa è la politica in Sicilia: dimenticare. E loro, gli esponenti della vecchia politica – e Firetto è un esponente della vecchia politica siciliana: un ex democristiano che oggi prosegue la sua stagione sotto le ali del renzismo – vogliono proprio questo: eliminare la memoria, anche con “l’anestesia culturale”.

Noi, che alla fine siamo immuni da questa assenza di , siamo andati a intervistare uno dei cittadini di Agrigento che, quando Firetto, prio cittadini di Porto Empedocle, ‘spatuliava’ con il progetto del rigassificatore, è stato in prima fila per combattere quest follia. Lui è Alessio Lattuca ed è il presidente regionale di Confimpresa Euromed.

“Che debbo dire? Mi fa piacere sapere che Agrigento è candidata a ‘Capitale della Cultura 2020’: cosa, questa, che condivido ed apprezzo. Del resto, mi sono battuto proprio per questo: per dare alla Città dei Templi un futuro all’insegna della cultura, non certo dell’inquinamento che il rigassificatore provocherebbe”.

Di questo rigassificatore – approvato dal Governo regionale di Raffaele Lombardo nel corso di una ‘celebre’ conferenza stampa alla presenza dell’allora assessore Gaetano Armao, oggi di nuovo assessore del Governo di Nello Musumeci – si sa poco o nulla.

Il progetto è stato ‘stoppato’, anche a causa di inchieste della magistratura. Ma secondo altri sarebbe solo ‘in sonno’, come certi massoni che decidono, a un certo punto, di non frequentare più le Logge. E come i massoni ‘in sonno’, anche il progetto del rigassificatore, finito all’ENEL, potrebbe addirittura ricomparire, magari dopo essere venduto a qualche gruppo privato.

“Io che vi devo dire? Spero davvero che risulti un’occasione per rigenerarsi e perché possa segnare una ragionevole inversione di tendenza, diretta a produrre un circolo virtuoso”, afferma Alessio Lattuca. Che aggiunge:

“Essere entrata nella short list, essere arrivata in finale e avendo superato oltre 21 candidate è, al tempo stesso, un successo e un onore, ma anche una responsabilità da assumere appieno. Un’opportunità che ci dà l’occasione per riflettere sugli errori del passato. Deve far riflettere, soprattutto, chi ha responsabilità politica e, complessivamente, le classi dirigenti sul valore della bellezza e della cultura. Nella speranza che, finalmente, si impegnino per valorizzare ambedue gli elementi fondamentali con il progetto e la visione della città”.

“Detto questo – aggiunge – Occorre ricordare che, pur esultando per il temporaneo successo – del quale va dato merito al sindaco per l’ambiziosa iniziativa e per l’impegno profuso – non è possibile esimersi dal valutare l’orrore di ciò che sarebbe accaduto alla Città di Agrigento se lo scellerato progetto del rigassificatore di Porto Empedocle, a un chilometro circa dalla Valle dei Templi, fosse stato realizzato”.

Già, che sarebbe successo? “Se fosse stato realizzato il rigassificatore in zona Kaòs, sulle argille blu dove riposa il Premio Luigi Pirandello, a ridosso della Valle dei Templi – si chiede e chiede il presidente di Confinpresa – il Parco Paesaggistico Ambientale della Valle dei Templi avrebbe mai potuto ottenere l’ambito premio al Paesaggio? E oggi la Città di Agrigento avrebbe potuto partecipare alla competizione Capitale della Cultura 2020?”.

Il ‘fantasma’ del rigassificatore, ad Agrigento e a Porto Empedocle, c’è ancora. Ma cosa volevano fare, qualche anno fa, i soggetti che, oggi, ci parlano di ‘Cultura’? “Nel territorio e, in particolare, nell’area portuale e nelle aree dismesse di Porto Empedocle – precisa Lattuca – non è mai stato realizzato un vero studio progettuale e di fattibilità. Pertanto fino ad oggi è risultato poco credibile contrapporre progetti frammentari ad una ipotesi occupazionale (ma di parte!) come quella che si riferisce alla collocazione di un impianto di rigassificazione nell’area Kàos. E’ utile ricordare che le tesi finora opposte in riferimento alla salvaguardia del Paesaggio, della Valle dei Templi, del Kàos sembrerebbero non convincere il ceto politico. Come se il Paesaggio della Valle dei Templi, che fa parte della storia dell’umanità – quindi non appartiene soltanto alla cultura agrigentina e siciliana, ma straordinaria testimonianza del passato dell’uomo che interessa tutto il mondo – sia meno importante di uno stramaledetto rigassificatore. Un impianto che, a regime, potrebbe garantire meno posti di lavoro di un medio albergo! Una follia che, di sicuro, causerà guasti che non potranno mai essere compensati, al di là delle rassicurazioni di comodo”.

Come si può notare, Lattuca non parla del rigassificatore come di un fatto passato, archiviato: perché, da questa parti, i colpi di coda della politica sono sempre repentini e imprevedibili…

“Nella Città di Agrigento – ci dice sempre Lattuca – esiste per uno scherzo del destino una meravigliosa ‘macchina del tempo’ che può fare viaggiare i fortunati visitatori in modo spettacolare fino agli albori della civiltà. Mi chiedo e chiedo come sia possibile costruire il ‘futuro’ dell’uomo se non se ne preserva il passato? Qui ad Agrigento vi è un bene dell’umanità che corre il serio rischio di divenire un crimine verso l’umanità: poiché se continuerà ad essere sottovalutato o, peggio ancora, trascurato è destinato nel tempo, a distruggersi”.

“In realtà – insiste – allo stato attuale, i beni culturali, la Valle dei Templi e il territorio limitrofo, in attesa che possano essere maggiormente fruiti, dovrebbero, quantomeno, essere preservati dagli agenti esterni e dai malintenzionati. Bisognerà, pertanto, mettere in sicurezza (nel senso più ampio del termine) il sito archeologico e il paesaggio. L’approccio invalso tra chi decide sul futuro del giacimento culturale mi suggerisce quanto spesso la storia, ad alcuni, non insegni nulla”.

Così Lattuca ricorda le autorizzazioni rilasciate negli anni Cinquanta del secolo passato alla Fiat per costruire i capannoni nella piana San Gregorio sotto il Tempio della Concordia:

“Disastro scongiurato dalla Comunità culturale nazionale ed internazionale e, in particolare, dall’azione dell’allora Sovrintendente, Pietro Griffo. Se poi questi alcuni sono preposti a custodire, difendere e tramandare ai posteri dei beni che fanno parte della storia, allora siamo messi veramente male. E non vi è futuro alcuno da immaginare!”.

E ancora aggiunge:

“E’ utile nel merito segnalare che il faraonico progetto del rigassificatore, promosso da una società controllata dalle famose acciaierie bergamasche e… successivamente ceduta all’ENEL, non ha tenuto in alcuna considerazione il trattato di Aharus (che impone la partecipazione della popolazione alla formazione delle decisioni in materia di impianti ad alto rischio ambientale qual è appunto il rigassificatore) ed è stato deciso al di fuori dei Consigli comunali e provinciali che troppo spesso vengono chiamati ad approvare decisioni già prese nelle segreterie dei partiti. E’ questa la Democrazia tanto richiamata dai partiti? E’ una Democrazia che risponde agli interessi dei cittadini o piuttosto a quelli delle oligarchie del potere economico-finanziario”?

“E’ urgente, pertanto – conclude Alessio Lattuca – che in tempi brevissimi le comunità interessate reagiscano in maniera particolarmente professionale dotandosi di uno studio di fattibilità sull’intera area in questione. L’obiettivo dovrebbe essere quello di intravedere i progetti di sviluppo – e quindi i riflessi sull’occupazione – assolutamente diversi dalla tardiva, quanto anacronistica, proposizione di uno pseudo sviluppo industriale di limitata portata”.

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