Palermo, il nono clochard morto per strada: ucciso dal freddo

1 gennaio 2018

Il senza tetto morto è stato trovato dal parlamentare Vincenzo Figuccia e da sua sorella. Nella ‘Capitale della Cultura’ – il regalo del Governo Gentiloni all’amministrazione Orlando – gli ‘intellettuali’ del Comune non riescono a fornire assistenza ai senza casa. Le proposte non mancano. Manca solo una cosa: la volontà politica. 

Palermo: un altro clochard morto a causa del freddo. E’, anzi, era un uomo di circa 40 anni trovato senza vita poche ore fa sotto i portici di via Francesco Crispi, all’altezza di via Guardione. A trovarlo sono stati il parlamentare regionale, Vincenzo Figuccia, e sua sorella Sabrina, consigliera comunale.

“La solidarietà si è trasformata in un momento di dolore e di rabbia – racconta Figuccia al quotidiano La Repubblica – perché mi sono avvicinato a questo uomo sdraiato e mi sono accorto che era morto”.

Lì, proprio a pochi metri da un ristorante, sono sempre presenti alcuni senza casa. E lì si sono recati oggi Vincenzo e Sabrina Figuccia. E lì hanno trovato Omar – questo il nome dell’uomo, uno straniero – deceduto.

Omar è il nono senza tetto che muore a Palermo.

Ricordiamo che, poco più di una settimana fa u altro senza tetto – un polacco – è stato trovato morto nelle strade del capoluogo dell’Isola.

Insomma, ‘Palermo capitale della Cultura – il regalo grottesco del Governo Gentiloni all’amministrazione comunale di Leoluca Orlando – si è aperto con il nono povero morto per strada.

Ricordiamo che, nei giorni scorsi, le cronache hanno registrato una denuncia pesantissima dell’Assemblea permanente contro il disagio sociale e abitativo di Palermo:

“Il Comune di Palermo – leggiamo sempre nel comunicato – ha recentemente potenziato il servizio di assistenza notturna su strada per i senza tetto, aumentando le coperte e i pasti caldi serviti attraverso il lavoro insostituibile delle associazioni di volontariato, e istituendo un servizio di segnalazione dei casi presso un ufficio dei Vigili urbani. Tuttavia, molti senza tetto restano lì per strada, oggi vittime del freddo, domani vittime del caldo, perché un senza tetto resta tale 365 giorni all’anno”.

“Molti senza tetto – prosegue il comunicato dell’Assemblea permanente contro il disagio sociale e abitativo – non hanno fatto una scelta di vita: hanno semplicemente perso tutto, lavoro e casa, e non hanno gli strumenti per uscire dal baratro in cui sono caduti. Qualcuno di essi non accetta di andare nei dormitori, che peraltro sono stracolmi”.

A questo punto la testimonianza dell’Assemblea permanente contro il disagio sociale e abitativo è cruda e amara:

“Si dorme tutti in un unico salone, donne e uomini, senza un minimo di privacy, circa 35 persone per ogni struttura”. Donne e uomini condividono “due bagni e due docce”.

E ancora:

“Si entra la sera per uscire obbligatoriamente il mattino dopo. Certo, in una situazione di estrema emergenza si potrebbe dire ‘meglio di dormire all’aperto’. Molti dei senza tetto hanno al loro seguito l’unica cosa di caro che gli rimane al mondo: sì, si permettono il lusso di avere con loro un cane o un gatto, ma nel dormitorio gli animali non possono entrare. Cosa dovrebbero fare, abbandonare l’unico essere vivente importante rimasto nella loro vita?”.

Non c’è un modo per risolvere questo problema?

“La soluzione c’è, ma nessuno sembra voglia tenerne conto – dicono sempre i protagonisti dell’Assemblea permanente contro il disagio sociale e abitativo, che domani si presenteranno nella sede dell’assessorato comuale ai servizi sociali -. Basterebbe che il Comune riadattasse, per ospitare i senza tetto, uno o più immobili di proprietà comunale o confiscati alla mafia, chiedendo ad altri enti, in virtù di un’emergenza, di farsi carico della fornitura di tutti gli strumenti necessari a garantire una buona permanenza, lì dove potrebbero avere uno spazio, non solo per dormire, ma anche per svolgere le normali funzioni vitali nell’arco della giornata, come potersi cucinare un pasto autonomamente, accudire un animale, riposare e riprendere energie preziose”.

L’Assemblea Permanente contro il disagio sociale e abitativo, dopo i recenti incontri, e alla luce dell’ennesima notizia luttuosa, formula all’Amministrazione comunale le seguenti proposte:

– alzare ulteriormente il livello di attenzione sul problema coinvolgendo il Consiglio comunale in seduta straordinaria;
– incrementare le ore di servizio di segnalazione (infatti, l’aumento di mezz’ora per la chiamata ai Vigili urbani, ovvero ore 19.00 alle 22.00, pare un provvedimento decisamente insufficiente);
– attivare un Tavolo per la sussidiarietà, coinvolgendo i gruppi di lavoro che si stanno già occupando del problema e attivando la collaborazione necessaria tra cittadinanza, amministrazione, prefettura, al fine di individuare:
a) con carattere di estrema urgenza, almeno una nuova struttura da adibire allo scopo, ma con modalità più… accoglienti;
b) ulteriori edifici di proprietà comunale, ovvero beni comuni, da adibire a breve termine ad abitazioni per contrastare il disagio abitativo di oltre 200 famiglie senza tetto accertate”.

Da allora ad oggi è successo qualcosa? Sì, il nono uomo morto per strada…

Foto tratta da lasicilia.it

 

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