Musumeci e Miccichè: braccio di ferro sull presidenza della Commissione Finanze

22 dicembre 2017

Oggi all’Ars ‘fumata nera’ sulle presidenze delle Commissioni legislative. Lo scontro è sulla presidenza della Commissione Bilancio. Gianfranco Miccichè, che ormai pensa di essere diventato il ‘padrone’ della Sicilia, vuole piazzare Riccardo Savona per controllare tutta l’amministrazione economica della Regione e ‘stringere’ il presidente Musumeci. Che risponde picche 

Non contento di essersi preso la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana (con i voti del PD), Gianfranco Miccichè pensa ormai di essere diventato il ‘padrone’ della politica siciliana e, quindi, del Parlamento dell’Isola. Con molta probabilità, la presidenza della Commissione legislativa più importante – la Commissione Bilancio e Finanze – dovrebbe andare al presidente della Regione, Nello Musumeci, dal momento che Forza Italia controlla l’assessorato all’Economia.

Ma Miccichè non ne vuole sapere e vorrebbe piazzare lì Riccardo Savona.

La pretesa di Forza Italia è politicamente illogica. Miccichè – che dei berlusconiani siciliani è il commissario-coordinatore – oltre alla propria poltrona di presidente del Parlamento, come già ricordato, ha messo un proprio fedele all’assessorato all’Economia: si tratta dell’avvocato Gaetano Armao, voluto lì dall’ex Cavaliere in persona.

Se – come chiede Miccichè – Forza Italia si dovesse prendere pure la presidenza della Commissione Bilancio, il presidente Musumeci darebbe tutto il potere, in materia economica e finanziaria, al presidente dell’Ars e alla sua ‘band’.

E’ per questo che Musumeci vorrebbe piazzare alla presidenza di questa Commissione Giusy Savarino, che risulterebbe gradita anche a un parte dei centristi.

Trovare la ‘quadra’ non sarà facile: perché se è vero, come già accennato, che buona parte dei centristi appoggerebbe Giusy Savarino, è altrettanto vero che una parte del PD (leggere i renziani) appoggiano, con molta probabilità, il candidato di Miccichè.

Insomma, non è un mistero per nessuno che nella nuova Assemblea regionale siciliana ci sono due maggioranza: la maggioranza di centrodestra e l’asse tra Miccichè e il PD.

L’asse Forza Italia-PD, in questo momento, è più forte: perché la Sicilia è una Regione strategica per fare vincere le elezioni politiche nazionali al centrodestra di Berlusconi. Con l’ex Cavaliere e con Renzi che, da alleati, debbono provare a prendere i seggi alla Camera e al Senato per governare l’Italia. Non è facile, ma ci potrebbero anche riuscire.

Considerato che il PD, in Sicilia, non dovrebbe prendere nemmeno un seggio nei collegi uninominali, Miccichè deve provare a fare prendere quanti più seggi al centrodestra e, in particolare, a Forza Italia, togliendoli ai grillini. 

E’ per questo che il presidente dell’Ars e Berlusconi vogliono il controllo di tutta l’amministrazione economica della Regione: hanno già l’assessorato all’Economia; e ora si debbono assolutamente prendere la presidenza della Commissione Bilancio e Finanze per ‘accerchiare’ il presidente Musumeci.

I lettori si chiederanno: la Sicilia e 5 milioni di siciliani che parte giocano in questa vicenda? Non contano nulla. In questo momento a Berlusconi non interessa la nostra Isola: deve usare la Regione siciliana per prendere quanti più voti possibile alle elezioni politiche.

Della Commissione Bilancio e Finanze, per la cronaca, non funziona nemmeno la composizione. Miccichè vuole tre posti in questa commissione. Lo stesso numero di posti che dovrebbero essere assegnati al Movimento 5 Stelle, che è il primo partito in Sicilia e il gruppo parlamentare più numeroso a Sala d’Ercole.

A rigor di logica politica e parlamentare, ai grillini, nella Commissione Bilancio e Finanze, spetterebbe un parlamentare in più di Forza Italia. Ma anche su questo punto Miccichè batte i pugni sul tavolo.

Non si capisce, poi, come dovranno essere assegnati gli altri posti in questa Commissione.

Un posto dovrebbe andare a Claudio Fava, della sinistra.

Un posto dovrebbe andare al gruppo di Sicilia Futura: sono due deputati – Edy Tamajo e Nicola D’Agostino – ai quali è stata concessa la deroga per creare un gruppo parlamentare. Con il loro leader, Totò Cardinale da Mussumeli, i due parlamentari stanno tra Forza Italia e il PD che, come abbiamo detto, sono alleati. Un posto in Commissione Bilancio gli spetta: e sarà Tamajo ad occuparlo, perché D’Agostino farà il capogruppo.

Poi c’è il gruppo misto. Ne fanno parte il già citato Fava, Toni Rizzotto della Lega Nord e Cateno De Luca.

Abbiano già accennato al fatto che Fava farà parte della Commissione Bilancio. Cateno De Luca – che ha già lasciato l’UDC di Lorenzo Cesa – si è chiamato fuori perché punta a candidarsi come sindaco di Messina.

Resta Rizzotto. Già alla Lega Nord Musumeci e Miccichè hanno negato l’assessorato. Negargli, adesso, la presenza in Commissione Bilancio e Fiananze farebbe scoppiare un putiferio.

Tirando le somme, nella proposta di composizione della Commissione Bilancio e Finanze al gruppo misto si prevedeva di assegnare due posti. Ma i conti, ovviamente, non tornano, perché i grillini, con 20 deputati, come già ricordato, avrebbero tre posti, mentre il gruppo misto, con tre parlamentari, avrebbe due posti. La sproporzione è sotto gli occhi di tutti.

Riassumendo: nella Commissione Bilancio e Finanze debbono essere rappresentati tutti i gruppi parlamentari presenti all’Ars.

Miccichè vuole la presidenza più due componenti; Musumeci non vuole mollare perché non vuole dare a Forza Italia il controllo di tutta l’amministrazione economica della Regione; e non vuole dare a Forza Italia il controllo di una Commissione legislativa baricentrica, con la quale si può condizionare – e anche bloccare – l’attività di governo.

Poi c’è la composizione della stessa Commissione che appare troppo sbilanciata.

Morale: si proverà a trovare un accordo tra Natale e Santo Stefano. Si troverà? E’ probabile che, alla fine, varranno eliminati entrambi i contendenti: ovvero Savona e Giusy Savarino.

Ma, a questo punto, si aprirebbe un altra questione: la presidenza dovrebbe andare o al Cantiere Popolare di Saverio Romano, o all’UDC di Cesa?

Il primo è troppo ‘schiacciato’ su Forza Italia (Saverio Romano aspetta il seggio sicuro per restare a Roma: e lo deve trovare di concerto con Berlusconi).

I centristi di Cesa, che sembrano più vicini a Musumeci, nel caso in cui dovessero prendersi la presidenza della Commissione Bilancio e Finanze, dovrebbero mollare la presidenza della Commissione Sanità per la quale hanno già pronta Margherita La Rocca Ruvolo.

Ma questa soluzione non piacerebbe a Miccichè, che perderebbe il controllo della Commissione legislativa più importante.

Insomma, una bella partita.

“E intanto il tempo e ne va”, recita il motivo di una celebre canzone di Adriano Celentano.

C’è chi si preoccupa per l’esercizio provvisorio: che è un disegno di legge che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno.

E se non ci si arriverà? Contrariamente a quello che affermano altri mezzi d’informazione, noi ci permettiamo di dire che, in caso di ritardo, non succederà nulla.

Non è successo nulla nel 2015 – quando l’esercizio provvisorio è stato approvato nell’anno successivo; non si capisce perché dovrebbe succedere qualcosa oggi.

Un eventuale ritardo non bloccherebbe la spesa, perché l’amministrazione regionale potrebbe utilizzare il Bilancio pluriennale.

Il problema non è l’esercizio provvisorio, ma il controllo dell’amministrazione economica regionale.

 

 

 

 

 

 

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