Ars: I grillini ‘espugnano’ il Consiglio di presidenza. La sconfitta di Cracolici

21 dicembre 2017

Dopo due legislature a ‘spatuliare’ nel ‘formaggio’ dei Governi, Antonello Cracolici viene messo a ‘dieta’: va all’opposizione (o quasi considerato che, sottobanco, il PD è d’accordo con Forza Italia), non è capogruppo e non entra nel Consiglio di presidenza. PD sempre più spaccato

Con la presenza di tre componenti grillini nel Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale siciliana (una sorta di ‘Consiglio di amministrazione’ del Parlamento siciliano del quale fanno parte il presidente, i due vice presidenti, i tre deputati questori e i tre deputati segretario) ci sarà proprio da divertirsi.

Vero è che centrodestra PD sono, di fatto, alleati e, quindi, sono sei contro tre: ma i tre grillini avranno a disposizione le ‘carte’, comprese quelle della passata legislatura. Morale: se i tre esponenti del Movimento 5 Stelle non si comporteranno come si sono comportati con i ricorsi avverso le recenti elezioni regionali, potrebbero anche farci divertire.

Dopo l’elezione del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè (Forza Italia) e dei due vice presidenti, Roberto Di Mauro (vice presidente vicario, vicino all’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo) e il grillino Giancarlo Cancelleri, Sala d’Ercole ha eletto i tre deputati questori e i tre deputati segretari.

I deputati questori eletti sono Giorgio Assenza (Diventerà Bellissima), Giovanni Bulla (UDC) e Salvatore Siragusa per il Movimento 5 stelle.

I deputati segretari eletti sono Alfio Papale (Forza Italia), Nello Dipasquale (PD) e il grillino Stefano Zito.

Come già accennato, complici le ‘faide’ esplose nel PD e, in generale, nel centrosinistra siciliano, i grillini hanno messo all’incasso tre posti nel Consiglio di presidenza dell’Ars. E’ la ‘schizofrenia’ della politica siciliana: nella scorsa legislatura il Movimento 5 Stelle – grazie a una brutta gestione della presidenza del Parlamento e a un centrosinistra interessato alle poltrone – non aveva nemmeno un componente nel Consiglio di presidenza del Parlamento siciliano; nella legislatura che si è aperta ne ha tre!

Da segnalare che l’unico componente eletto nel PD eletto nella ‘stanza dei bottoni’ dell’Ars è il già citato Dipasquale: ed è stato eletto grazie ai voti del centrodestra.

Della serie: il PD ha fatto eleggere il presidente Gianfranco Miccichè, che si è ‘sdebitato’ facendo eleggere il suo vecchio compagno di partito, Dipasquale. Perché quest’ultimo – lo ricordiamo – è stato sindaco di Ragusa in Forza Italia e poi, dopo che è stato eletto all’Ars, negli anni del crocettismo, ha cambiato ‘casacca’ ed è passato nel PD.

Per la cronaca, Dipasquale è uno dei 9 parlamentari del PD all’Ars su 11 eletti che non ha nulla a che spartire con la sinistra e, segnatamente, con la tradizione comunista. E’ entrato nel Partito Democratico grazie al renzismo, cioè dopo la trasformazione del PD da partito di sinistra in partito di centro e liberista.

Di fatto, nel gruppo parlamentare del PD gli ex comunisti non contano nulla. Non sono presenti nel Consiglio di presidenza dell’Ars, perché, come già accennato, Dipasquale è un ex di Forza Italia. Gli ex Pci hanno anche perso il controllo dello stesso gruppo parlamentare: capogruppo, infatti, è stato eletto Giuseppe Lupo, espressione della tradizione cislina e democristiana.

Per la cronaca, Lupo è stato eletto con sei voti su undici. In pratica, Lupo ha ‘soffiato’ il posto ad Antonello Cracolici per un voto.

Messi in minoranza, i cinque deputati che non avrebbero voluto Lupo capogruppo (Giuseppe Arancio, Giovanni Cafeo, Luisa Lantieri, Anthony Barbagallo e lo stesso Cracolici) non hanno partecipato al voto.

Di fatto, Cracolici, che nelle passate legislature ha ‘spatuliato’ prima con il Governo di Raffaele Lombardo e poi, tra bassi e alti, nel Governo di Rosario Crocetta, oggi lecca la sarda…

Foto tratta da ficarazziblog.it

 

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