Gli alberi di Natale con gli abeti? Usanza sbagliata. Soprattutto in Sicilia

19 dicembre 2017

A Roma è polemica per l’albero di Natale soprannominato “Spelacchio”, perché è già morto. Il problema è che tutti gli abeti tolti dal proprio ambiente naturale e messi in vaso per essere utilizzati come alberi di Natale muoiono. Sarebbe logico non utilizzarli. E utilizzare gli alberi finti. La riflessione del professore Silvano Riggio 

Quante chiacchiere sull’albero di Natale di Roma, ribattezzato “Spelacchio”! Ovviamente ogni occasione è buona per attaccare la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Se l’albero – un grande abete rosso – è praticamente morto ed è già spelacchiato, la responsabilità, neanche a dirlo, è dell’attuale amministrazione comunale.

La verità è che, da anni, è in corso una battaglia per limitare l’utilizzazione degli abeti per gli alberi di Natale. Per un motivo semplice: perché gli alberi, una volta tolti dal proprio ambiente naturale, muoiono. A meno che non si intervenga con pratiche agronomiche piuttosto complesse. Ma non è il caso degli abeti utilizzati per gli alberi di Natale.

Dice Silvano Riggio, docente di Ecologia presso l’università di Palermo:

“Gli abeti che vengono utilizzati per gli alberi di Natale sono coltivati per essere sacrificati. E’ lo stesso principio della zooctecnia intensiva, dai polli ai maiali. Il metodo è praticamente lo stesso. Ripeto: sono coltivati con tecniche particolari: per esempio, con l’uso di ormoni per la crescita rapida. Per essere poi venduti a Natale. Sapendo benissimo che sono alberi destinati alla morte”.

Negli anni passati, lungo le strade di città piccole e grandi, gli abeti messi in fila, già dai primi giorni di dicembre, facevano bella mostra di sé. Oggi se ne vedono molto pochi. Oggi c’è una netta prevalenza degli alberi finti.

Ma nelle città gli alberi utilizzati dalle amministrazioni comunali sono quasi tutti strappati alla vita. Chi fornisce questi alberi alle città sostiene che si tratta di piante destinate ad essere eliminate perché ci sarebbero i boschi molto fitti.

C’è da crederci? In Sicilia una tesi del genere non sta né in cielo, né in terra. Nella nostra Isola – dov’è in corso la desertificazione – togliere un abete per realizzare un albero di Natale in un Comune è un delitto contro la nostra natura.

E’ sempre così, ma lo è ancora di più quest’anno, se è vero che, la scorsa estate, grazie a un Governo regionale inadeguato, sono andati in fumo circa 20 mila ettari di bosco.

Insomma: anche i Comuni – tutti i Comuni italiani e non solo quello di Roma – dovrebbero smetterla di utilizzare gli alberi vivi per preparare gli alberi di Natale.

E’ una questione di rispetto verso la natura.

Chiediamo al professore Riggio: e gli alberi di Natale preparati con le pale dei ficchi d’India?

“Questa mi mancava”, ci risponde il docente universitario di Ecologia. replichiamo che, sulla rete, se ne vedono tanti. Anche in questo caso le piante di fico d’India vengono mutilate.

“Per quello che so – ci risponde Riggio – il fico d’India è una pianta resistentissima, che si è adattata molto bene in Sicilia. Credo che, anche se mutilata di alcune pale, il fico d’India continuerà a vivere. Gli abeti utilizzati per gli alberi di Natale, lo ripeto, muoiono”.

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