Rifiuti: due inceneritori contrabbandati per impianti di biometano? Musumeci e Figuccia ne sanno qualcosa?

18 dicembre 2017

Abbiamo espresso subito dubbi sul Governo regionale di Nello Musumeci. E ogni giorno che passa i nostri dubbi aumentano. E’ semplicemente incredibile che un fatto così grave, che riguarda i Comuni di Calatafimi-Segesta e Francofonte, debba essere denunciato – alla magistratura – dalle opposizioni. Il nuovo Governo regionale che fa? 

Gestione dei rifiuti in Sicilia: è arrivato il momento di imbrogliare i cittadini siciliani, contrabbandando un impianto per l’incenerimento degli stessi rifiuti per un impianto di biometano?

Se le cose dovessero stare così, nella nostra Isola saremmo veramente messi male. A giudicare da quello che scrive la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmeri, i fatti sarebbero proprio questi. Leggiamo insieme il suo comunicato:

“In merito alla questione relativa ai presunti impianti per la produzione di biometano in Contrada Gallitello, in provincia di Trapani, e a Francofonte, in provincia di Siracusa, in realtà, come abbiamo documentato, si tratta di impianti di incenerimento mediante la produzione di singas nei Comuni di Calatafimi – Segesta e di Francofonte. Per questa ragione abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Palermo affinché si disponga degli opportuni accertamenti in merito al rispetto delle procedure di legge”.

“A nostro avviso – prosegue il comunicato – emergono violazioni in merito alla pubblicizzazione e quindi alla trasparenza della richiesta dell’ AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) presentata dalla ditta Solgesta S.r.l. alla Regione siciliana”.

L’esposto alla magistratura porta la firma anche di altri tre parlamentari regionali grillini: Giampiero Trizzino, Stefano Zito e Sergio Tancredi. La denuncia riguarda la “mancata pubblicazione dei documenti a supporto della domanda di AIA, degli impianti in questione”.

“La procedura seguita dal Dipartimento Energia della Regione siciliana – spiega Valentina Palmeri – è in contrasto con la disciplina IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) che, disciplinata dalla direttiva europea (recepita dalla normativa italiana), prevede l’informazione ai cittadini e la loro partecipazione nei processi decisionali che coinvolgono il loro territorio al fine di interfacciarsi con le amministrazioni e i gestori degli impianti”.

A questo punto arriva un’accusa pesante come un macigno sulla quale – ne siamo certi – faranno subito luce il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore con delega ai Rifiuti, Vincenzo Figuccia:

“Vogliamo ribadire con forza – sottolinea la deputata grillina eletta nel collegio di Trapani – che questo impianto non è ad ‘emissioni zero’ per come è stato ‘pubblicizzato’ e ‘sponsorizzato’. Vogliamo partecipare al processo di decisione ed invitiamo i cittadini a costituirsi in comitato permanente per seguire gli sviluppi e contrastare una scelta priva, financo, della previsione del Piano Rifiuti, perché vogliamo misurare l’impatto produttivo sulle matrici ambientali aria, suolo, acqua”.

“Le alternative a questa strategia inceneritorista esistono – sottolinea ancora Valentina Palmeri – ed è per questo che continueremo a batterci per la realizzazione degli impianti necessari ad accrescere la raccolta differenziata, l’unica strada percorribile in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti in Sicilia, far crescere attività produttive di filiera e di minimizzare l’impatto ambientale, al contrario degli inceneritori che distruggono in cenere i rifiuti e con essi posti di lavoro e imprese, inquinando l’aria, il suolo, i corpi idrici e avvelenando i prodotti agricoli e derivati”.

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