‘Bando 2016’ per l’agricoltura biologica: la Regione dovrà riesaminare le domande di partecipazione

1 dicembre 2017

Tutto nasce dall’esclusione di due imprenditori agricoli di Menfi, provincia di Agrigento. I due si sono rivolti al TAR Sicilia che gli ha dato ragione. Insomma, nuovi ritardi nell’erogazione dei fondi agli agricoltori siciliani, come se già non bastassero i ritardi provocati da AGEA

Dovranno essere riesaminate le domande di partecipazione al ‘Bando 2016′ che dovrebbe promuovere la riconversione di alcune aziende agricole tradizionali della Sicilia in aziende agricole biologiche. Lo ha stabilito con un’ordinanza il TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale). Di mezzo ci sono i fondi europei del Piano di Sviluppo Rurale destinati alla Sicilia, circa 10 milioni di euro, eventualmente da incrementare con altre risorse finanziarie.

E’ destino che, per l’agricoltura siciliana – o meglio, per i fondi europei destinati agli agricoltori siciliani – i ritardi debbano essere il filo conduttore. Sembra incredibile, ma quando c’è erogare fondi agli agricoltori dell’Isola insorgono sempre problemi: ora ritardi da parte dell’AGEA (l’Agenzia dello Stato che eroga i fondi in agricoltura), ora per responsabilità dell’amministrazione regionale.

Questo blog si è più volte occupato dei ritardi nei pagamenti agli agricoltori siciliani (COME POTETE LEGGERE IN QUESTO ARTICOLO o anche IN QUEST’ALTRO ARTICOLO, e anche in QUESTO TERZO ARTICOLO).

Quanto all’agricoltura biologica, poi, ci sono stati problemi anche con un bando precedente (COME POTETE LEGGERE QUI). Come sta succedendo con questo ‘Bando 2016’, anche con un bando precedente – da oltre 300 milioni di euro – i ritardi sono nati da errori commissi dalla burocrazia.

Andiamo ai fatti di oggi. Che fanno riferimento alla gestione dell’assessorato regionale all’Agricoltura da parte dell’assessore uscente, Antonello Cracolici. La storia la racconta l’avvocato Santo Botta, del Foro di Sciacca.

“L’assessorato regionale dell’Agricoltura – dice Botta – guidato sino a pochi giorni fa da Antonello Cracolici, aveva pubblicato il ‘Bando 2016’ per promuovere la conversione all’agricoltura biologica delle aziende agricole siciliane. Il predetto intervento, finanziato a valere sulla misura 11 del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Sicilia, ha previsto uno stanziamento complessivo pari ad 10 milioni di euro, eventualmente da incrementarsi nell’ipotesi di disponibilità di ulteriori risorse”.

“Due imprenditori agricoli di Menfi, paese della provincia di Agrigento, che già dal 2015 avevano avviato una gestione aziendale secondo il metodi biologici nel settore della vitivinicoltura di qualità e dell’olivicoltura di pregio, in possesso quindi dei requisiti per partecipare al ‘Bando 2016’, tramite il Centro abilitato ed entro i termini previsti, presentavano telematicamente la domanda di partecipazione munita di tutti i documenti necessari”.

“Successivamente, e sempre entro i termini fissati dall’assessorato regionale all’Agricoltura – dice sempre l’avvocato Botta – presentavano, presso l’Ispettorato Agricoltura di Agrigento le copie in formato cartaceo delle rispettive domande. Tuttavia, le istanze presentate dai due imprenditori, soci delle Cantine Settesoli, venivano escluse dall’elenco definitivo delle domande ammesse ai benefici del ‘Bando 2016-pagamenti per la conversione all’agricoltura biologica’: in particolare, l’amministrazione regionale attestava che le ‘domande cartacee non erano state presentate’ dai due partecipanti”.

I due agricoltori di Menfi si sono all’avvocato Santo Botta del Foro di Sciacca. Il quale ha inviato all’amministrazione regionale due istanze di accesso agli atti amministrativi richiedendo copia di tutti i documenti che avevano portato all’esclusione, da parte dell’assessorato regionale Agricoltura, delle due aziende agricole dai benefici previsti dal ‘Bando 2016’.

“A tali istanze d’accesso – precisa l’avvocato Botta – rispondeva l’ispettorato agricoltura di Agrigento comunicando che, in effetti, le domande erano state presentate nei termini, ma erano state protocollate in un momento successivo perché, sempre a dire dell’Ispettorato, le domande non erano state presentate in busta chiusa. Da qui, l’effettiva esclusione dalla graduatoria definitiva”.

I due imprenditori agricoli, col patrocinio degli avvocati Santo Botta e Mariagrazia Liotta, hanno proposto ricorso al TAR Sicilia, per l’annullamento, previa sospensione, dell’elenco definitivo delle aziende agricole ammesse ai pagamenti per la conversione al biologico”.

Si costituivano in giudizio l’assessorato regionale Agricoltura, in persona dell’assessore regionale pro-tempore Antonello Cracolici e l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura-AGEA.

I giudici del TAR, ritenendo fondate le censure avanzate dagli avvocati Botta e Liotta, ha accolto la richiesta cautelare avanzata dai due difensori ordinando il riesame delle domande di partecipazione alla luce dei motivi di ricorso: un ricorso che i giudici amministrativi hanno ritenuto “assistito da significativi elementi di fondatezza”.

Da leggere:

CHE COSE’ LA LOTTA BIOLOGICA E QUALI SONO I PROBLEMI DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA IN SICILIA

 

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