Pasticcio elezioni? L’ombra dei ricorsi su liste e candidati

13 novembre 2017

Da Trapani il primo ricorso per le presunte irregolarità relative alla dichiarazione di autocertificazione prevista dalla legge Severino. Si chiede di  non procedere alla  proclamazione degli eletti inadempienti e di annullare i voti ai candidati delle liste. Altri ricorsi sarebbero già pronti in altre province. Se fossero accolti le conseguenze potrebbero essere sorprendenti

Ieri è stato  Giacomo Scala a presentare ricorso a  Trapani. Ma altri sarebbero pronti a fare lo stesso in altre province siciliane. E le conseguenze potrebbero essere sorprendenti per chi già si sente sicuro di avere conquistato uno scranno all’Ars. Parliamo della dichiarazione di autocertificazione prevista dalla legge Severino che molti aspiranti parlamentari avrebbero omesso di allegare nel momento in cui hanno presentato la loro candidatura. L’ ex presidente dell’Anci Sicilia  candidato con Sicilia Futura nel collegio di Trapani ne è certo. Tanto che nel suo ricorso viene chiesta la cancellazione delle liste a sostegno di Musumeci, Fava e del M5S.  Nella sua provincia solo 12 dei 60 candidanti avrebbero eseguito correttamente la procedura, di cui solo uno fra i cinque eletti.

Nel ricorso si chiede, dunque,  di non procedere alla  proclamazione degli eletti inadempienti e di annullare i voti ai candidati delle liste “irregolari”. Ipotesi non del tutto campata in aria se si considera che in Basilicata nel 2014  “il Consiglio di Stato estromise tutti i candidati che non avevano fatto quelle dichiarazioni, ridisegnando il consiglio regionale”.

E, poiché, come detto quello di Scala non sarebbe l’unico ricorso, anche in Sicilia potrebbe profilarsi all’orizzonte qualche ritocco all’elenco degli eletti.

L’avvocato amministrativista Stefano Polizzotto dice a Repubblica che “i ricorsi sono certamente fondati” anche se la mancata autocerticazione potrebbe essere sostituita da un controllo ex post dei requisiti di candidabilità. Ma in questa direzione andrebbe solo sarebbe solo una pronuncia dei giudici.

Certamente, secondo il legale “occorre cautela, perché l’eventuale difetto riguarda decine di candidati. Se i ricorsi saranno accolti, sarà un cataclismo politico, che metterà a rischio i risultati delle elezioni”.

A tutto questo bisogna aggiungere che la mancata autocertificazione ai sensi della legge Severino non sarebbe l’unico “problema” legato a questa recente consultazione.

Altri candidati starebbero passando al vaglio altre presunte irregolarità legate, ad esempio, alla raccolta delle sottoscrizioni e alle date di accettazione delle candidature. A segnalarle sia il Movimento 5 Stelle sia la lista che era nata per sostenere la candidatura dell’editore di questo blog, Franco Busalacchi (sotto in allegato l’articolo in cui vi parliamo del caso).

Se questi sospetti si tramuteranno in ricorsi al Tar e segnalazioni alla Procura lo vedremo nei prossimi giorni.

Irregolarità nelle liste, esposto del M5S: “Verificare le firme per i listini”

 

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