Impresentabili, Berlusconi: “Con le preferenze si evitano”. E il Rosatellum?

2 novembre 2017

Il Cavaliere, ieri a Palermo, ha detto che non c’è problema: con il voto di preferenza ci si può difendere da candidati improponibili. Ed, infatti, la nuova legge elettorale nazionale non lo prevede…

Ieri a Palermo, Silvio Berlusconi, nel suo comizio in supporto della candidatura di Nello Musumeci alla Presidenza della Regione siciliana, non ha potuto fare a meno di dedicare un passaggio del suo discorso alla questione degli “impresentabili”, ovvero, tutti quegli aspiranti parlamentari regionali piazzati nella liste della sua coalizione che sono stati condannati o che hanno dei processi in corso e che, anche solo per puro buon senso, non dovrebbero comparire nelle liste.

Che ha detto il Nostro?

“In Sicilia c’è un sistema che prevede le preferenze. Il problema, dunque, non esiste. Basta non sceglierli, non votarli”.

Il Cavaliere, in buona sostanza, ammette che dare agli elettori la possibilità di scegliere un nome è, nei fatti, uno strumento di garanzia e di difesa dalle pessime scelte dei partiti.

Come dargli torto?

E, infatti, nella nuova legge elettorale nazionale- il Rosatellum- di preferenze non c’è neanche  traccia. Seguendo la logica di Berluconi, a livello nazionale, agli elettori non è stata data la possibilità di difendersi dagli impresentabili che, va da sé, non mancheranno per le politiche.

Ce ne eravamo accorti ed evidentemente se ne accorge anche lui. Solo che la questione va sollevata a convenienza a quanto pare.

Intanto, sul Rosatellum, il Movimento 5 Stelle si è rivolto alla Consulta. A presentare il ricorso sono stati i capigruppo M5S di Camera e Senato, Simone Valente e Giovanni Endrizzi. “Si tratta di un gesto di coerenza rispetto a quanto avevamo annunciato nelle scorse settimane. Non lasceremo nulla di intentato per fermare una legge lesiva dei principi costituzionali e che non rispetta la volontà degli elettori. Percorreremo tutte le strade per difendere la libertà di voto dei cittadini”. I ricorrenti hanno denunciato “forzature regolamentari” nell’approvazione della legge, dovute all’apposizione di più questioni di fiducia da parte del governo, avanzando l’ipotesi di conflitto di attribuzione.

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