Grano, dopo ‘Report’ i grillini all’attacco: “Indicare nell’etichetta della pasta la presenza di glifosato”

2 novembre 2017

Abbiamo già illustrato e commentato l’approfondimento che la trasmissione della RAI – Report – ha dedicato al grano duro e alla pasta. La politica registra la prima presa di posizione ufficiale: un’interrogazione ai Ministri Beatrice Lorenzin e Maurizio Martina nella quale si chiede di inserire nelle etichette della pasta l’eventuale presenza di glifosato a tutela dei consumatori. In calce il testo di un’altra interrogazione dei grillini sempre sul glifosato

Abbiamo già commentato l’approfondimento che la trasmissione della RAI – Report – ha dedicato al grano duro (QUI IL NOSTRO COMMENTO E IL VIDEO CON LA PUNTATA DI REPORT). Programma che non è passato inosservato, se è vero che il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Mirko Busto, ha già presentato un’interrogazione al Governo, con riferimento al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.

“Inserire nell’etichetta della pasta la presenza di glifosato – scrive il parlamentare grillino – il pesticida della Monsanto (in realtà, si tratta di un erbicida ndr) più usato al mondo, specificandone i contenuti; rivedere il limite massimo previsto per la messa in circolazione e garantirne il monitoraggio nell’ambito dei controlli effettuati dagli uffici dell’Asl preposti sul territorio”.

“In base ai risultati diffusi dalla trasmissione TV Report – leggiamo sul sito di GranoSalus – il glifosato è stato rilevato nei campioni di tutt’e sei i marchi di pasta italiana più venduti. Anche se si tratta in tutti i casi di valori molto bassi, e quindi inferiori al limite massimo consentito, non è detto che i consumatori siano tutelati”.

“Infatti – spiega il parlamentare grillino Busto – in base alle dichiarazioni della dottoressa Belpoggi, dell’istituto Ramazzini di Bologna, che citava recenti studi scientifici, anche quantità minime di glifosato, agendo come interferente endocrino, possono avere un’azione genotossica, alterare lo sviluppo sessuale e la flora batterica intestinale. Chiediamo pertanto al Governo di farsi promotore, presso le istituzioni UE e in tutte le sedi competenti di un adeguamento della normativa nel rispetto del principio di precauzione”.

“E’ evidente – prosegue il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle – che non basta vietare l’uso del glifosato nel territorio UE, ma occorre tracciarne l’ingresso alle Dogane, e renderlo visibile in etichetta, in totale trasparenza. Solo così – conclude Busto – potremo tutelare la salute dei consumatori e valorizzare il Made in Italy che usa grano non trattato con il glifosato”.

Insomma, il parlamentare pentastellato pone il tema che GranoSalus e I Nuovi Vespri sottolineano da tempo: non si può vietare in Europa l’uso del glifosato e poi non controllare il grano che arriva con le navi in Italia.

E’ molto importante, inoltre, la richiesta – avanzata dal deputato grillino – di indicare nell’etichetta della pasta l’eventuale presenza di glifosato.

E’ noto che il Governo italiano ha disposto, a partire dal prossimo anno, l’indicazione dell’origine del grano nella pasta prodotta in Italia. Su questo tema il dibattito è in corso.

La Barilla, ad esempio, ha già manifestato la propria contrarietà (COME POTETE LEGGERE QUI).

Anche in Canada sono molto in ansia per questo provvedimento (COME POTETE LEGGERE QUI).

Noi, invece, abbiamo manifestato le nostro perplessità, perché a nostro modesto avviso, oltre alle indicazioni contenute nelle etichette della pasta – di certo importanti – è necessario far conoscere ai cittadini-consumatori cosa c’è dentro i pacchi di pasta, con riferimento, soprattutto, alle eventuali presenza di glifosato e di micotossine (COME POTETE LEGGERE QUI).

Non possiamo non notare che la richiesta avanzata dal parlamentare Busto va proprio nella direzione chiesta da GranoSalus e da I Nuovi Vespri: e cioè chiarezza massima sull’eventuale presenza di contaminanti, anche se presenti entro i limiti consentiti dalla legislazione.

Anche perché – è il caso della pasta – se sulla tavola può finire un prodotto che non contiene sostanze contaminanti i consumatori non possono che guadagnarci. E la pasta prodotta con il grano duro del Sud Italia non contiene né glifosato, né micotossine DON.

Foto tratta da greenme.it

Interessante anche questo altro atto parlamentare a firma dei deputati del Movimento 5 Stelle:

BUSTO, DAGA, DE ROSA, MICILLO,
TERZONI, ZOLEZZI e VIGNAROLI. — Al
Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio
e del mare. — Per sapere – premesso
che:
il glifosato è un diserbante commercializzato
sin dagli anni ’70 e largamente
usato per fini agricoli ed urbani;
diversi studi scientifici avvertono sul
rischio connesso all’uso del glifosato in
relazione allo sviluppo di patologie tumorali,
anche infantili, e malattie neurodegenerative.
Esso è riconosciuto, dagli anni
’80, come un interferente endocrino e, da
uno studio pubblicato su The Lancet oncology,
è correlato al linfoma non-Hodgkin.
Sono note, inoltre, le ripercussioni ambientali
dell’uso del glifosato in termini di dissesto
idrogeologico e riduzione della biodiversità;
l’Agenzia internazionale per la ricerca
sul cancro (Iarc), in « iarc monographs volume
112: evaluation of five organophosphate
insecticides and herbicides », ha inserito
il glifosato nella classe 2A, « probabilmente
cancerogeno per gli esseri umani »;
l’agenzia americana Oehha (Office of
Environmental Health Hazard Assessment),
ha definito cancerogeno, già dal 2015, il
diserbante. Da qui la decisione della California
di riportare l’indicazione di cancerogenicità
sull’etichetta dal 7 luglio 2017;
l’Agenzia europea per le sostanze chimiche
(Echa), nel marzo 2017, e l’Efsa nel
2016 hanno affermato, per contro, la non
cancerogenicità del glifosato. Lo studio dell’Efsa
è alla base della scelta della Commissione
di prolungare la sua autorizzazione
fino a dicembre 2017;
l’inchiesta giornalistica « Monsanto Papers
» ha denunciato conflitti di interesse
nella valutazione dell’Efsa. Ulteriori dubbi
sono stati sollevati dal confronto, pubblicato
da fonti giornalistiche, tra la richiesta
di rinnovo dell’autorizzazione della Monsanto
del 2012 e la relazione dell’Efsa. La
denuncia riguarda un centinaio di pagine
delle relazioni Monsanto copiate nella relazione
dell’Efsa;
il 22 settembre è iniziata la discussione
tecnica a Bruxelles sulla possibile
proroga di dieci anni per l’impiego del
glifosato in Europa, mentre per il 5-6 ottobre
2017 è prevista la discussione in sede
politica;
la Francia ha dichiarato la volontà di
vietare completamente il diserbante entro
Atti Parlamentari — 50267 — Camera dei Deputati
XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 27 SETTEMBRE 2017
il 2022. Insieme alla Svezia, inoltre, ha
ribadito la contrarietà al rinnovo in sede
europea;
oltre un milione di firme (1.300.000)
sono state raccolte dall’iniziativa dei cittadini
europei stop glifosato;
il Governo italiano si era dichiarato
contrario al rinnovo dell’autorizzazione al
glifosato, affermando la necessità di un
« piano glifosato zero », astenendosi poi durante
il voto del 2016 –:
quale sia la posizione del Governo
rispetto al rinnovo dell’autorizzazione relativa
al glifosato e quali iniziative, in applicazione
del principio di precauzione, il
Ministro interrogato abbia intenzione di
intraprendere per vietare definitivamente e
in maniera permanente la produzione, la
commercializzazione e l’impiego di tutti i
prodotti a base di glifosato. (5-12307)

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