E anche questa campagna elettorale finì ‘a schifiu’…

31 ottobre 2017

Tra colpi bassi, accuse incrociate, inchieste che rifanno la loro comparsa, anche questa campagna elettorale siciliana si sta concludendo nel peggiore dei modi. Con il rischio che si perdano di vista programmi e progetti e che aumenti solo il senso di disgusto per la politica. Che fomenta l’astensionismo

Fuochi d’artificio in questi ultimi giorni di campagna elettorale siciliana. Quando mancano ormai solo pochi giorni dal voto del 5 Novembre, irrompono sulla scena notizie ad orologeria, scandaletti e colpi bassi. C’è di tutto in realtà.

A cominciare dall’incontinenza verbale dell’assessore in pectore del Movimento 5 Stelle, Angelo Parisi, che su Twitter, a proposito di Ettore Rosato, autore della nuova legge elettorale, scrive: “Noi ti bruceremo vivo”. Una valanga di polemiche ha convinto l’autore di questa frase a cancellarla, ma il danno è fatto. E le scuse di Giancarlo Cancelleri, candidato alla Presidenza della Regione, non bastano a placare gli animi. Risultato? Non si parla più della pessima legge elettorale che condanna gli italiani, ancora una volta, a non avere voce in capitolo, ma solo della caduta di stile dell’assessore designato. Che, con una certa leggerezza, ha dato a certa stampa, oltre che all’avversario politico, quello che aspettava: materiale per attaccare il Movimento 5 Stelle facendo passare in secondo piano programmi e progetti.

Movimento 5 Stelle nel mirino anche di Claudio Fava – candidato della sinistra alla Presidenza con la lista Cento Passi- che attacca il candidato Giacomo Li Destri, di Caltavuturo (Palermo), cugino omonimo di un imputato di mafia: “Se non ve ne siete accorti è una tragedia, se ve ne siete accorti capisco perché Cancelleri si è limitato a fare i nomi di noti ‘impresentabili’ e sul tema della parentela volava e non metteva piedi per terra”.

La replica non si fa attendere: “Siccome la macchina del fango si è già attivata, deve essere chiara una cosa: non ho più rapporti con mio cugino da quasi trent’anni per motivi familiari che chiedo a tutti di rispettare. Lui è stato coinvolto nell’inchiesta “Black cat” e dagli stessi atti emerge come lui stesso chieda notizie di me ad altre persone”. E ancora: “È evidente l’intento diffamatorio delle frasi di Fava per questo ho dato mandato ai miei legali di querelarlo”.

Che dire poi della notizia che vede Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri nuovamente indagati nell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993, che colpirono Firenze, Roma e Milano? La procura di Firenze ha già ottenuto dal giudice delle indagini preliminari la riapertura del fascicolo, archiviato nel 2011, e ha delegato nuovi accertamenti alla Direzione investigativa antimafia.

Non abbiamo mai stimato la politica di Berlusconi, ma una notizia del genere a 4 giorni del voto lascia un po’ perplessi. E rischia di renderlo ancora più forte poiché il tempismo non sfugge ai più.

Una cosa è certa: anche in questa campagna elettorale di Sicilia si sta parlando poco e niente. E, forse, è proprio quello che si vuole. Distrazione di massa su scandali e scandaletti per coprire il vuoto delle idee e cercare di frenare il nuovo che avanza?

In questa strategia, oltre agli attacchi al M5S,  sembra rientrare anche la scandalosa (questa sì) censura subito dal candidato di Siciliani Liberi, Roberto La Rosa e dal suo movimento. Prima ignorati del tutto, alla fine invitati da due trasmissioni nazionali solo per fare comparsa,visto che non gli è stata data la stessa possibilità di parlare concessa agli altri candidati. E’ successo da Lucia Annunziata, domenica scorsa, che alle proteste di La Rosa ha risposto con spocchia (“Lei è talmente piccolo che avrei potuto non invitarla”) e ieri sera su Rete 4 a Quinta Colonna dove al leader di questo movimento, Massimo Costa, in collegamento da Palermo, non è stata neanche data la possibilità di replicare a tono a chi lo attaccava dallo studio.

Un panorama desolante che fa a pugni con una sana competizione democratica basata sul confronto programmatico e sulla par condicio. E che rischia solo di fare aumentare l’astensionismo già previsto ai suoi massimi storici.

Già, l’astensionismo. Che fa comodo al sistema. Non scordiamolo mai: non votare significa lasciare agli altri il diritto di scegliere il futuro della Sicilia. E chi sono questi altri? Sono quelli che devono dire grazie al politico di turno per i privilegi acquisiti. I partiti tradizionali vogliono questo: tenere lontani i cittadini dalle urne per fare votare solo i loro clientes.

 

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