Che fine hanno fatto i 90 milioni di euro destinati ai centri di compostaggio della Sicilia (che non ci sono)?

27 ottobre 2017

Un comunicato dei parlamentari nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle punta l’attenzione sui fondi pubblici destinati alla realizzazione di impianti di compostaggio in Sicilia. Impianti o lasciati a metà, o mai realizzati. Un’interrogazione al Governo nazionale (che trovate in calce all’articolo) ricostruisce il grumo di interessi che si cela dietro questa storia di malaffare. Sullo sfondo i ‘Signori delle discariche’ privilegiati dai Governi regionali a scapito della raccolta differenziata dei rifiuti

“In Sicilia la raccolta differenziata finisce pari pari in discarica, questo è quello che abbiamo verificato due settimane fa, facendo un sopralluogo alla discarica di Trapani che raccoglie i rifiuti di 21 Comuni, compresa la parte umida. Mancano gli impianti di compostaggio e le discariche sono sature”.

Lo dice Vilma Moronese, componente della Commissione Ambiente al Senato della Repubblica per il MoVimento 5 Stelle, che ha depositato assieme ai suoi colleghi un’interrogazione con risposta in commissione indirizzata la Ministro Gianluca Galletti (in calce a questo articolo potete leggere il testo integrale dell’interrogazione).

L’atto ispettivo dei parlamentari del Movimento 5 Stelle prende le mosse dagli atti relativi all’emergenza rifiuti in Sicilia 2009-2010. Presidente della Regione siciliana è Raffaele Lombardo, che presiede un Governo di centrosinistra. Di fronte all’emergenza rifiuti il Governo nazionale nomina il già citato presidente di Regione Lombardo commissario delegato.

Con una delibera CIPE vengono stanziati 200 milioni di euro a valere sui fondi FAS 2007-2013.  Obiettivo: raggiungere il 35% di raccolta differenziata dei rifiuti entro il 2011.

Dal programma dell’allora commissario delegato Lombardo si apprende che uno stanziamento pari a 90 milioni di euro viene destinato all’incremento del sistema impiantistico della frazione organica dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti.

“Di quei 90 milioni di euro, nello specifico – si legge nel comunicato dei grillini – 37 milioni di euro dovevano essere impegnati per impianti a breve termine da realizzare e completare entro il 31 dicembre 2012 e circa 58 milioni per impianti a medio termine da realizzare e completare entro il 31 dicembre 2013″.

“Ma ad oggi – si legge sempre nel comunicato dei grillini – nulla di tutto questo ci risulta e quindi chiediamo al Ministro di intervenire e di farci sapere se e come siano stati spesi questi 90 milioni di euro”, aggiunge la parlamentare Moronese.

“Noi vogliamo vederci chiaro su tutta la gestione dei rifiuti in Sicilia – aggiunge il portavoce del M5S, Maurizio Santangelo, vicepresidente della Commissione Difesa al Senato, anch’egli sottoscrittore dell’interrogazione. Che aggiunge:

“La situazione è drammatica. La Sicilia non supera il 12% di raccolta differenziata. Noi diciamo basta con questo scellerato modo di fare, basato solo sul conferimento in discarica. Noi vogliamo riciclare tutto, e lo faremo senza inceneritori. Se riusciremo a vincere le prossime elezioni in Sicilia, dobbiamo cambiare subito tutto”.

“In Sicilia abbiamo solo 15 impianti di compostaggio di cui a noi ne risultano attivi soltanto 8 e parzialmente funzionanti”, commenta la parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana, Valentina Palmeri, che il 14 Ottobre scorso ha accompagnato i senatori del M5S durante le ispezioni agli impianti trapanesi.

“L’Autorità Anticorruzione Nazionale – dice sempre Valentina Palmeri – con una sua delibera nel Dicembre 2016 ha informato anche il Ministro dell’Ambiente, circa le tante criticità e l’incapacità a far fronte ad esse della Regione, e noi interrogammo la stessa Regione nel 2015 proprio sullo stanziamento dei fondi CIPE, senza ottenere mai alcuna risposta, speriamo che adesso almeno il Ministero voglia fare chiarezza”.

“Tra pochi giorni uscirà il nuovo rapporto ISPRA 2017 sui rifiuti urbani, vedremo cosa conterrà – conclude Vilma Moronese -. Noi monitoreremo la situazione siciliana, perché temiamo che possa arrivare una nuova infrazione europea per la disastrosa gestione del ciclo dei rifiuti, così come è successo già per la Regione Campania. Se accadrà a causa dei partiti, i cittadini si ritroveranno doppiamente puniti, sia dal punto di vista ambientale, che quello economico”.

Questo blog ha affrontato più volte i problemi legati alla gestione dei rifiuti in Sicilia. Anche con riferimento ai fondi pubblici spesi – o forse sperperati – durante la lunga stagione commissariale che è stata contrassegnata da tante ombre e da pochissime luci.

Lo scorso 27 luglio in un articolo scrivevamo:

“Dal 1999 fino a tre anni fa, in Sicilia, la gestione dei rifiuti è andata avanti con atti commissariali: ovvero con il presidente della Regione nominato ‘commissario’ dal Governo nazionale. Una pacchia sul fronte degli appalti: niente gare, ma affidamenti diretti. Tutti sempre d’amore e d’accordo: maggioranza e opposizione”.

E ancora: ”

Dal 2001 al 2008 c’è stato il ‘commissario targato centrodestra’; dal 2008 al 2013 il commissario’ per i rifiuti targato centrosinistra. Affidamenti diretti di qua e affidamenti diretti di là. In oltre tredici anni nessuno ha mai capito quante gare sono state ‘affidate’ e che cosa è stato realizzato. In teoria, ad esempio, la Sicilia dovrebbe avere già operativi centinaia di piattaforme per il compostaggio dei rifiuti, strutture indispensabili per la raccolta differenziata dei rifiuti. Il dubbio – che poi è più di un dubbio – è che centinaia di queste opere sono state finanziate con soldi regionali, nazionali ed europei e lasciate a metà. Siamo davanti a uno dei più grandi ‘buchi neri’ della storia politica e affaristica della Sicilia. Una vicenda che deve per forza di cose coinvolgere tanti soggetti, se è vero che di questa storia si sa poco o nulla” (QUI POTETE LEGGERE L’ARTICOLO PER INTERO).

Di rifiuti in Sicilia si è occupata con grande impegno la parlamentare nazionale del gruppo misto eletta in Sicilia, Claudia Mannino (QUI TROVARE UN ARTICOLO CHE PARLA DEL SUO GRANDE LAVORO SVOLTO IN PARLAMENTO E NEL TERRITORIO).

Non mancano le stranezze: come gli incendi registrati in Sicilia in alcuni impianti di compostaggio (QUI TROVARE UN ARTICOLO CHE RIPRENDE UN POST SU FACEBOOK DELL’INGEGNERE SALVO COCINA).

Interessante anche un commento, sempre dell’ingegnere Salvo Cocina, che lavora per far decollare la raccolta differenziata dei rifiuti in Sicilia. Cocina, lo scorso 31 luglio, fa il punto della situazione sugli incidenti registrati negli impianti per il trattamento dei rifiuti alternativi alle discariche:

“C’e davvero in atto una strategia contro la recente crescita della differenziata in Sicilia? Amministratori, tecnici, Comuni e Regione, associazioni… stiamo dando davvero fastidio mettendo in discussione interessi intoccabili? Oggi incendio impianto di Alcamo, mese scorso incendio impianto compostaggio di Grammichele e piattaforma Pieco a Patti, chiusura impianti di compostaggio di Ramacca e Joppolo, chiusura piattaforma di Messina-Pace, campagna di stampa contro ‘plastica, carta e vetro raccolto separatamente sono mischiate e vanno in discarica’. Per finire coincidenza con sentenza del TAR a favore della discarica di Motta!” (QUI POTETE LEGGERE TUTTO L’ARTICOLO).

Da leggere anche:

Incendio di Alcamo: una ripicca per la delusione degli inceneritori di rifiuti bloccati?

L’incendio di Alcamo: vi raccontiamo perché si danno alle fiamme i centri di stoccaggio dei rifiuti

Il chimico Pagliaro sui rifiuti a fuoco: “Se vedete fumo nero, scappate il più lontano possibile”

 

QUI IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE PRESENTATA AL GOVERNO NAZIONALE DAI PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Atto n. 3-04079 (in Commissione)

Pubblicato il 25 ottobre 2017, nella seduta n. 905

MORONESE , SANTANGELO , CATALFO , GIARRUSSO , PUGLIA , CRIMI , LEZZI , DONNO , BERTOROTTA , NUGNES , CASTALDI , TAVERNA , MANGILI , PAGLINI , BLUNDO –

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. –
Premesso che:
con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3887 del 2010, concernente immediati interventi per fronteggiare la situazione di emergenza determinatasi nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani in Sicilia, il presidente della Regione Siciliana è stato nominato commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza;

l’articolo 2 prevede che “Ai fini del superamento dell’emergenza, il Commissario delegato, avvalendosi anche degli enti locali e dei loro consorzi e aziende, in particolare provvede a: incrementare, in ciascun ambito provinciale, d’intesa con il Presidente della provincia, la raccolta differenziata almeno di carta, plastica, vetro e metalli, al fine di conseguire, entro il 31 dicembre 2011, l’obiettivo del 35 percento di raccolta differenziata, di cui almeno il 50% di raccolta destinata al riciclo;

realizzare, in ciascun ambito provinciale, piazzole per lo stoccaggio delle frazioni raccolte separatamente, impianti per la selezione del multi materiale raccolto separatamente, impianti per il trattamento dei rifiuti organici selezionati da rifiuti urbani o raccolti separatamente, al fine di conseguire un elevato livello di protezione ambientale;

adeguare ovvero realizzare, in ciascun ambito provinciale, avvalendosi dei prefetti delle province, le discariche necessarie per fronteggiare l’emergenza, nelle more dell’incremento della raccolta differenziata e della realizzazione e messa in esercizio degli impianti di recupero nonché’ per assicurare lo smaltimento dei sovvalli”;

l’articolo 4, comma 2, prevede, inoltre, che “Nelle more del funzionamento a regime del complessivo sistema di smaltimento dei rifiuti nella Regione siciliana e ferma restando la necessità di adottare misure di salvaguardia ambientale e di tutela igienico-sanitaria, gli impianti di compostaggio e quelli destinati al trattamento della frazione organica dei rifiuti, in esercizio sul territorio regionale, possono aumentare, fino alla scadenza del periodo emergenziale, la propria autorizzata capacità ricettiva e di trattamento sino al 20 per cento”;

per la realizzazione dell’attività emergenziali ai sensi dell’articolo 7 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3887 del 2010, sono stati destinati 200.000.000 euro a valere sulle risorse FAS (Fondo per le aree sottoutilizzate) 2007-2013, assegnate alla Regione Siciliana con la delibera CIPE n. 1 del 6 marzo 2009;

il commissario delegato, allora il presidente della Regione, Lombardo, il 10 ottobre 2011 ha adottato il programma per l’incremento del sistema impiantistico destinato alla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti con l’idea di accelerare la definizione dell’iter per la realizzazione di nuovi impianti di compostaggio e per il completamento degli esistenti;

dal programma si evince che oltre 90 milioni di euro a valere sulle risorse, ex ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3887, sono destinate agli impianti di compostaggio. In particolare, quasi 37 milioni di euro sono impegnati per impianti a breve termine da realizzare e completare entro il 31 dicembre 2012 e circa 58 milioni per impianti a medio termine da realizzare e completare entro il 31 dicembre 2013;

in base alle informazioni in possesso degli interroganti, nel dicembre 2014, scaduta l’ennesima proroga al 30 giugno dello stesso anno, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha nuovamente chiesto i poteri speciali per l’emergenza rifiuti. Poteri che però gli sono stati negati con la motivazione che la Sicilia da anni commissaria il trattamento dei rifiuti con risultati fallimentari.

Considerato che:
la legge regionale 8 aprile 2010, recante “Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 18 del 12 aprile 2010, prevede riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti attraverso una politica di premialità per le amministrazioni locali virtuose e, viceversa, di penalità per quelle inadempienti.

In particolare l’articolo 9 prevede che il piano regionale di gestione dei rifiuti definisca: le modalità per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di recupero di materia, al netto degli scarti dei processi di riciclaggio, per ognuno degli ambiti territoriali ottimali, per il raggiungimento dei livelli minimi così fissati: “1) anno 2010: R.d. 20 per cento, recupero materia 15 per cento; 2) anno 2012: R.d. 40 per cento, recupero materia 30per cento; 3) anno 2015: R.d. 65 per cento, recupero materia 50 per cento”, nonché le modalità per la verifica degli impianti di compostaggio o di gestione anaerobica esistenti, della loro coerenza e compatibilità, anche solo parziale, con le strategie di trattamento della revisione del piano, anche in relazione ai fabbisogni di trattamento del rifiuto organico prodotto;

il rapporto ISPRA 2016 stima per la Sicilia il 12,6 per cento di raccolta differenziata e cioè al di sotto dell’obiettivo di legge del 15 per cento previsto come target da raggiungere nel 1999. Dal rapporto si evince che in Sicilia si contano solo 15 impianti di compostaggio, in cui la quantità totale autorizzata di rifiuti è di 293.007 tonnellate, di cui solo 170.638 sono le tonnellate di rifiuti trattati, poco più della metà (umido 82.785 tonnellate, verde 30.131, fanghi 46.462).

Attualmente gli impianti di compostaggio attivi sarebbero solo 8.

Il 12 luglio 2017 il responsabile dell’ “Ufficio speciale per il monitoraggio e l’attuazione delle azioni previste nelle O.P.R.S. n. 5 e n. 6/Rif/16 per l’incremento della raccolta differenziata presso i Comuni della Sicilia”, Salvo Cocina, in una relazione indirizzata a Rosario Crocetta e Vania Contrafatto, dichiara che la differenziata è cresciuta e che gli impianti di compostaggio non sono più sufficienti.

Considerato inoltre che:
con decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare dell’11 luglio 2012, è stato approvato, ai sensi dell’art. 1, comma 2, dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3887 del 2010, il “piano regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia”. Al piano non è stata allegata la documentazione prevista dalla normativa vigente, l’unico atto allegato è il diniego dell’intesa al “piano”, da parte del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri;
la procedura di approvazione per l’adeguamento del piano regionale dei rifiuti urbani è stata successivamente sottoposta nel 2014, due anni dopo, alla procedura statale di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, essendo il piano stato approvato dall’autorità statale;

con decreto n. 100 del 28 maggio 2015, il Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero dei beni culturali e delle attività culturali e del turismo, esprime un parere positivo al piano, a condizione che nella stesura “dell’Aggiornamento del Piano siano tenute in considerazione le seguenti condizioni, osservazioni e prescrizioni”; Il decreto elenca ben 21 prescrizioni;

considerato altresì che:
risulta agli interroganti che il piano approvato con delibera di Giunta n. 2/2016 non sarebbe conforme alle prescrizioni e alle modifiche indicate dal rapporto VAS e dal citato decreto n. 100 del 2015. Il piano dei rifiuti, attualmente ritenuto vigente da parte della Regione Siciliana non sarebbe, difatti, un nuovo piano, ma un adeguamento al piano regionale dei rifiuti urbani del 2002, di cui non è nota l’ordinanza commissariale di adozione da parte del commissario delegato Raffaele Lombardo; lo stesso sarebbe, inoltre, privo dell’intesa della Presidenza del Consiglio dei ministri, prevista dall’ordinanza n. 3887 del 2010 e non avrebbe ancora completato l’iter di approvazione del piano, sotto procedura di assoggettabilità VAS;

con ordinanza n. 5/Rif. del 7 giugno 2016, d’intesa con il Ministero dell’ambiente, il presidente della Regione ha formulato “Ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti nel territorio della Regione siciliana nelle more del rientro in ordinario della gestione del ciclo integrato dei rifiuti”;

considerato infine che, a quanto risulta agli interroganti:
nella delibera dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) n. 1375 del 21 dicembre 2016, “La gestione del ciclo integrato dei rifiuti nella Regione siciliana: stato di attuazione della riforma e analisi dei fenomeni distorsivi del corretto funzionamento del sistema”. Si osserva, tra l’altro, che “La disciplina sui rifiuti contenuta nella L.R. n. 9/2010 si è dimostrata non solo contraddittoria, ma anche difficilmente applicabile”.

Nella gestione della fase transitoria si evidenzia che l’incapacità della Regione di programmare i tempi di entrata in vigore della nuova disciplina e i ritardi delle amministrazioni comunali spingono a sistematici differimenti. Inoltre, la delibera evidenzia che “Dal 2013 al 2016 si contano molteplici ordinanze del Presidente della Regione ex art. 191, D. Lgs. n. 152/2006 e innumerevoli ordinanze contingibili e urgenti adottate dai sindaci.

Un ulteriore elemento disgregatore della coerenza normativa della L.R. n. 9/2010 è rappresentato dalle circolari assessoriali, adottate secondo le contingenti necessità amministrative: questo modus operandi ha tuttavia ingenerato un sostanziale svuotamento dello schema originario della legge di riforma”.

L’ANAC conclude riconoscendo che l’incapacità di gestire la fase transitoria completando il processo di liquidazione delle società d’ambito rischia di pregiudicare l’implementazione del futuro sistema di governance.

Il ministro Galletti, rispondendo il 2 agosto 2017 all’interrogazione 4-14794, presentata dall’on. Palazzotto, segnala che “la gestione dello smaltimento dei rifiuti nella Regione siciliana è stata caratterizzata, in questi anni, da uno stato emergenziale che presenta ancora oggi un deficit strutturale. In tale contesto, assume particolare rilievo il recente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 233 del 5 ottobre 2016) adottato dal Governo in merito all’individuazione degli impianti da realizzare per soddisfare il fabbisogno residuo di incenerimento dei rifiuti urbani ed assimilati, in attuazione dell’articolo n. 35, comma 1 del cosiddetto «Sblocca Italia».

In particolare per la Sicilia è stato definito un fabbisogno pari a 600.000 tonnellate annue da soddisfare mediante la realizzazione di due impianti. A tal proposito, si ricorda che la realizzazione degli impianti non è in contrasto con l’aumento di altre forme virtuose di gestione dei rifiuti. Difatti, la capacità di incenerimento risulta indispensabile a recuperare energeticamente i rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento meccanico biologico che altrimenti dovrebbero essere conferiti in discarica. Non realizzare un sistema industriale di gestione dei rifiuti nel Sud Italia significherebbe non colmare il deficit socioeconomico del territorio”;
con interrogazione regionale n. 2819 del 12 febbraio 2015 il gruppo parlamentare M5S dell’Assemblea regionale siciliana ha interrogato il presidente della Regione e l’assessore regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, al fine di acquisire notizie precise in merito allo stato di attuazione degli interventi previsti, nonché notizie sul piano regionale dei rifiuti. Tale atto non avrebbe ricevuto ad oggi alcun riscontro.

Il 14 ottobre 2017 una delegazione del MoVimento Cinque Stelle, formata dai senatori Vincenzo Maurizio Santangelo, Vilma Moronese e la portavoce all’Assemblea regionale siciliana, Valentina Palmeri, ha effettuato una visita ispettiva presso la discarica di Borranea, utilizzata dai 22 Comuni della provincia di Trapani; dal sopralluogo è emerso che l’impianto, che accoglie già 240.000 tonnellate di rifiuti, è giunto quasi a saturazione come tantissimi altri impianti in Sicilia. La ‘Trapani servizi’ ha comunicato di aver già provveduto a richiedere un ampliamento per ulteriori 40 tonnellate di spazzatura.

Tale richiesta della ‘Trapani servizi’ evidentemente non ha trovato riscontro positivo, considerato che in base alle notizie rese note dalla stampa locale (“Giornale di Sicilia”) il 22 ottobre 2017 la discarica di Borranea ha chiuso. L’amministratore unico della società si è visto costretto a chiudere la discarica per non esaurire l’esiguo spazio minimo rimasto nell’impianto.

Risulta agli interroganti che quanto evidenziato sta creando evidenti disagi ai 21 Comuni che si servivano della discarica Borranea e che dalla fine del mese di ottobre 2017 dovranno rivolgersi ad un’altra discarica a Siculiana (Agrigento).

L’art. 8 della citata ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3887 ha previsto, inoltre, che il commissario delegato trasmetta ogni 6 mesi al Dipartimento della protezione civile e al Ministero dell’ambiente una relazione sullo stato di attuazione degli interventi.

Si chiede di sapere:
quali azioni di competenza il Governo intenda intraprendere, anche alla luce delle osservazioni espresse dall’ANAC, per porre fine all’ordinario sistema emergenziale di gestione dei rifiuti in Sicilia;

se intenda vigilare sul raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dall’art. 205 del decreto legislativo n. 152 del 2006 oltre che dalla legge regionale n. 9 del 2010;

se intenda attivarsi, nei limiti delle proprie attribuzioni, affinché sia verificato se la Regione stia effettivamente osservando le direttive e gli impegni assunti, come da nota ministeriale n. 8495 del 31 maggio 2016, anche al fine di scongiurare una nuova procedura di infrazione europea e conseguenti salate multe a carico dell’Italia, e se stia procedendo all’approvazione del piano regionale per la gestione dei rifiuti nel rispetto della normativa vigente;

se abbia contezza delle tempistiche e delle modalità con le quali sono stati utilizzati i 200 milioni di euro che, in virtù dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3887 del 2010, sono stati assegnati al commissario straordinario rifiuti e gli oltre 90 milioni di euro destinati al compostaggio, nonché se siano previsti interventi migliorativi rispetto ai precedenti bandi, andati deserti;

se intenda attivarsi, nei limiti delle proprie attribuzioni, presso l’ente competente affinché sia verificato l’ammontare delle somme destinate alla realizzazione degli interventi attualmente a disposizione del Dipartimento energia e rifiuti sull’impiantistica del trattamento rifiuti della Regione;

se abbia acquisito una o più relazioni sullo stato di attuazione degli interventi che il commissario straordinario, ovvero il presidente della Regione, era tenuto a trasmettere con cadenza semestrale in attuazione dell’art. 8 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3887 del 2010.

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti