Davide Faraone: ovvero il nulla della politica e il nulla del PD siciliano

26 ottobre 2017

Cos’ha prodotto il sottosegretario Davide Faraone in tanti anni di attività politica in Sicilia? Nulla. Da due anni il suo gruppo di potere gestisce acqua, rifiuti ed energie. Ma lui, Faraone, sputa nel piatto dove ha mangiato. Esponente di quel renzismo che ha imposto alla Sicilia l’assessore-commissario, Alessandro Baccei, in un’intervista a La Repubblica pontifica: parla male della sua terra non rendendosi conto che sta solo descrivendo se stesso e il nulla politico che rappresenta

E’ proprio vero: ogni partito politico ha la classe dirigente che si merita. E il PD siciliano, senza ombra di dubbio, si merita i dirigenti che esprime: Rosario Crocetta, Antonello Cracolici, Fausto Raciti e anche Davide Faraone. Quest’ultimo, forse, li batte tutti. Renziano, sottosegretario in carica, in questi ultimi due anni ha gestito uno degli assessorati più importanti della Regione siciliana: acqua, rifiuti ed energie. Grandi opportunità per chi sa fare politica. Ma ha fallito su tutta la linea. Oggi Faraone scopre che il suo partito – e soprattutto lui – sta andando incontro a un disastro elettorale: così, non sapendo con chi prendersela, attacca l’Autonomia siciliana.

Vuole abolire l’Autonomia siciliana e anche il Parlamento siciliano. Luoghi comuni, battute, banalità. Il personaggio è questo: un ‘genio incompreso’ della sinistra siciliana targata PD, che di geni ne ha già tanti, forse troppi…

Però Faraone, nel suo genere, è proprio unico. Chi scrive lo ricorda consigliere comunale a Palermo: praticamente il nulla.

Nel 2008 viene eletto all’Assemblea regionale siciliana. Sono gli anni del ribaltone del Governo di Raffaele Lombardo. I manovratori del PD, che governano con Lombardo, sono Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia. Lui è fuori dai giochi. Tutto sommato, un vantaggio politico, se è vero che il Governo Lombardo è stato un disastro politico, economico, amministrativo e morale.

Eppure Faraone non riesce mai a farsi notare. Proprio come nel Consiglio comunale di Palermo: il nulla.

Nella primavera del 2012 pensa di essere un buon candidato a sindaco di Palermo: il perché pensi questo rimane avvolto nel ‘mistero’: ma lui lo pensa per davvero! Partecipa alle primarie del centrosinistra: e perde. Sindaco verrà eletto Leoluca Orlando.

Si ricandida nel novembre del 2012 alle elezioni regionali: e non viene eletto. Un flop di qua e un flop di là.

A questo punto Renzi, visto che Faraone è stato tra i primi, in Sicilia, a prenderlo sul serio, lo ‘nomina’ parlamentare nazionale con il Porcellum. E poi lo nomina sottosegretario. E poi, visto che è renziano, nell’ultimo rimpasto del Governo Crocetta, come già ricordato, gli assegnano l’assessorato con le deleghe di acqua, rifiuti e energie.

In questo caso, Faraone – che, come già accennato, è già di suo ‘genio’ – trova una ‘genia’ per la gestione di questi tre settori: Vania Contraffatto. I ‘successi’ dell’assessora renzian-faraoniana sono sotto gli occhi di tutti: l’acqua rimasta nella mani dei privati; i rifiuti gestiti dai ‘Signori delle discariche’ con una percentuale irrisoria di raccolta differenziata; e poco o nulla di fatto con le energie. Insomma, un degno assessore del Governo Crocetta.

Tragicomico il rapporto tra Faraone e il presidente Crocetta. Militano nello stesso partito, ma il sottosegretario non perde occasione per attaccare il Governatore dell’Isola, come se lui, Faraone, non fosse un esponente del PD, controllando, come già accennato, uno dei più importanti assessorati.

Come se lui, Faraone, non fosse renziano e, in quanto tale, protagonista del commissariamento della regione siciliana operato da Renzi con l’imposizione di Alessandro Baccei sulla plancia di comando dell’assessorato all’Economia.

Ma l’apoteosi del nulla faraoniano deve ancora arrivare. E arriva a Messina, il pomeriggio del 14 novembre dello scorso anno. Mancano venti giorni al voto per il referendum renziano sulle riforme costituzionali. Il sottosegretario organizza una manifestazione insieme con la sua collega Teresa Bellanova, sottosegretaria anche lei.

Bene, anzi , male: non potete immaginare la malafiura, come si usa dire dalle nostre parti: praticamente, a venti giorni dal voto, a Messina, la sala è vuota!

E dire che Messina è la città del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, e dell’ex Ministro, Giampiero D’Alia. Ma la sala è vuota lo stesso (COME POTETE LEGGERE QUI). Disorganizzazione? Forse. Incapacità politica? Anche.

Di fatto – di questo bisogna dargliene atto – Faraone, a Messina, anticipa il flop del referendum renziano in Sicilia, se è vero che sette siciliani su dieci votano contro le riforme costituzionali di Renzi.

E l’anno in corso? Giudicate voi. Alle elezioni comunali di Palermo dello scorso 11 giugno il PD, a Palermo, è sotto il 5%. E non si capisce di chi è il ‘merito’ di questo ‘brillante’ risultato. Forse il ‘merito va diviso in tre: il vice presidente dell’Ars, Giuseppe Lupo, l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici e naturalmente Faraone.

Inizia la maratona per arrivare al candidato alla presidenza della Regione. Faraone ci vorrebbe provare: con quale consenso? Altro ‘mistero’.

Il sottosegretario inizia, o dice di iniziare un ‘viaggio’ per la Sicilia. Per provare a capire i bisogni dei siciliani, fa sapere Forse visita un paio di luoghi. Poi il ‘viaggio’ s’interrompe. Insomma: Faraone, in Sicilia, non se lo file nessuno.

Non se lo file nemmeno Renzi. Che per la gestione delle elezioni regionali siciliane delega il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, un altro sopravvalutato della sinistra siciliana.

I risultati ottenuti da Orlando si vedono: ha imposto al centrosinistra un candidato alla presidenza della Regione – il rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Micari – che non vuole votare nessuno.

Pensando di sfuggire ai fallimenti di Faraone, Renzi si è affidato a Leoluca Orlando, che è risultato essere ancora più fallimentare di Renzi e di Faraone messi insieme. Ma questa è un’altra storia.

Siamo arrivati ai giorni nostri. Faraone è sempre sottosegretario. Ma è ignorato da tutti. Tranne che dalle edizioni locali del quotidiano La Repubblica. Qui Faraone si sbizzarrisce. Gli fanno addirittura commentare i referendum di Lombardia e Veneto.

Pensate: uno ‘statista’ come Faraone che commenta due Regioni italiane che vorrebbero le prerogative dello Statuto siciliano che la Regione siciliana – grazie anche a personaggi come Faraone – non ha saputo applicare.

E Faraone parla, parla parla. Che contenuti, ragazzi, la sua intervista. Andate a leggerla. Troverete tante ‘perle di saggezza’…

Due passaggi meritano:

“Io credo – dice Faraone – che senza il paravento dello Statuto molte cose sarebbero state fatte. Forse non avremmo i cumuli di rifiuti lungo le strade, non avremmo un sistema che fa ancora leva sulle discariche, ma i termovalorizzatori e una raccolta differenziata diffusa. Fino a quando non è intervenuto il governo nazionale, in Sicilia, si utilizzavano i fondi di sviluppo e coesione non per realizzare strade e reti idriche, ma per coprire i buchi di bilancio”.

Come se non fosse stato lui e il suo gruppo di potere, negli ultimi due anni, attraverso l’assessore regionale Vania Contraffatto, a gestire i rifiuti!

Quanto ai “buchi di Bilancio”, Faraone fa finta di non sapere che li ha provocati il Governo nazionale. Ma tanto all’informazione ‘corretta’, ricca di ‘verità’ la sinistra siciliana è abituata: non a caso è così gettonata…

“E in agricoltura? – si chiede il sottosegretario -. Gli addetti ci chiedono l’acqua, il ministro Delrio stanzia 180 milioni per le infrastrutture e i capi dei Consorzi di bonifica, della Regione ‘speciale’, neppure rispondono. Sono questi i guasti dell’Autonomia. Sono fatti sui quali tutti devono riflettere. Anche al Nord”.

Peccato che “i capi dei Consorzi di bonifica della Regione ‘speciale'” li ha nominati il Governo regionale del PD: ma anche questo non ha importanza. Tanto i siciliani sono fessi, no?

Secondo voi Faraone lo capisce che, con la sue parole, ha solo descritto se stesso e la sua inconsistenza politica?

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