Allarme spaghetti in Europa: ma in Italia nessuno ne parla

16 ottobre 2017

Il Sistema rapido di allerta comunitario (RASFF), in queste ore, sta lanciando l’allarme sulla presenza di alluminio e vetro in alcuni lotti di spaghetti (dei quali non si conosce la marca). “C’è la possibilità concreta – avverte GranoSalus – che diversi lotti di prodotto siano già nelle dispense di casa nostra e vengano consumati nei prossimi giorni, senza poter reagire. Diffondere la notizia è una questione di rispetto nei confronti dei cittadini”

La notizia la leggiamo sul sito di GranoSalus:

“Allerta alimentare in Irlanda per eccesso di alluminio negli spaghetti italiani e allerta alimentare in Germania per frammenti di vetro negli spaghetti italiani. In Francia chicchi di grano italiano precotti contaminati da ocratossina. Dall’Italia silenzio assordante rispetto a molti Paesi che aderiscono come noi al Sistema rapido di allerta (RASFF) e che ogni settimana diffonde i nomi, le marche e le foto dei prodotti oggetto di richiamo e di allerta”.

Per la cronaca, per notificare in tempo reale i rischi diretti o indiretti per la salute pubblica connessi al consumo di alimenti o mangimi eventualmente contaminati è stato istituito il Sistema rapido di allerta comunitario (RASFF), sotto forma di rete, a cui partecipano la Commissione Europea, l’EFSA e gli Stati membri dell’Unione Europea.

Ed è proprio questo Sistema che, in queste ore, sta lanciando un allarme legato alla presenza di alluminio e vetro negli spaghetti. Insomma, oltre a temere il glifosato e le micotossine, adesso ci dobbiamo pure spaventare di altri contaminanti eventualmente presenti nella pasta che possono arrecare danni alla nostra salute.

“Gli spaghetti all’alluminio e al vetro non sono graditi all’estero e nemmeno in Italia. Ma come si fa a saperlo se il Ministero non ci informa?”, leggiamo sempre sul sito di GranoSalus. Che aggiunge:

Il RASFF da poche ore ha attivato un avviso di sicurezza (2017.1656) per alto contenuto di alluminio negli spaghetti prodotti in Italia e commercializzati in Irlanda. Si tratta di un problema serio, come segnala l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare:

“L’ alluminio – leggiamo sempre nel sito di GranoSalus – è un metallo pesante che esercita effetti avversi sul sistema nervoso e sul sistema riproduttivo degli animali. L’alluminio ha mostrato effetti neurotossici nei pazienti dializzati e per questo cronicamente esposti ad elevate concentrazioni di alluminio. L’alluminio contenuto negli alimenti è dovuto alla sua presenza in natura, all’uso di additivi alimentari che lo contengono e alla presenza di alluminio nei materiali a contatto con gli alimenti, come padelle e pellicole di alluminio”.

Gli esperti scientifici dell’organismo europeo di vigilanza sulla sicurezza alimentare hanno valutato la sicurezza dell’alluminio in tutte le fonti alimentari, fissando ad 1 milligrammo di alluminio per chilogrammo di peso corporeo la dose settimanale tollerabile (TWI). Gli stessi esperti calcolano che, in una parte significativa della popolazione europea, l’assunzione dell’alluminio possa superare la dose settimanale tollerabile.

“Il RASFF da poche ore – leggiamo ancora nel sito di GranoSalus – ha attivato un avviso di sicurezza (2017.1665) per frammenti di vetro negli spaghetti prodotti in Italia e commercializzati in Germania”.

A questo punti arriva la parte più importante dell’articolo pubblicato dal sito dell’associazione di consumatori e si produttori di grano duro del Mezzogiorno d’Italia:

“In entrambi i due casi di allerta non è dato conoscere di che marche si tratta, ma c’è la possibilità concreta che diversi lotti di prodotto siano già nelle dispense di casa nostra e vengano consumati nei prossimi giorni, senza poter reagire. Diffondere la notizia è una questione di rispetto nei confronti dei cittadini. In altri Paesi europei le notizie di allerta vengono divulgate in rete da parte delle stesse aziende o da parte delle autorità sanitarie che le raccolgono e le diffondono. Ma in Italia ciò non accade con la stessa velocità. Il caso fipronil docet”.

Il caso Fipronil, per la cronaca, è la vicenda che ha portato al sequestro di migliaia di uova a causa della presenza di un insetticida.

“Il RASFF da poche ore – conclude l’articolo di GranoSalus – ha attivato anche un avviso di sicurezza (2017.1411) per alto contenuto di ocratossina in chicchi di grano precotti in Italia e commercializzati in Francia. L’ocratossina A (OTA) è una micotossina prodotta naturalmente da varie specie fungine appartenenti ai generi Penicillinum e Aspergillus. Il gruppo di esperti scientifici è giunto alla conclusione che, se consumata, l’OTA si accumula nei reni e risulta particolarmente tossico per tale organo”.

QUI L’ARTICOLO DI GRANOSALUS

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