Rosatellum, la legge elettorale-truffa di Renzi, Berlusconi, Alfano e Salvini. Mattarella blocchi tutto

11 ottobre 2017

Ci rifiutiamo di pensare che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avalli – nella forma e nella sostanza – una legge elettorale truffaldina, peraltro viziata da un procedimento contrario ai principi della nostra Costituzione che mette a rischio le fondamenta e il pluralismo democratico su cui si fonda lo Stato. Siamo certi che il capo dello Stato bloccherà tutto 

Cosa stanno combinando a Roma Renzi, Berlusconi, Alfano e la Lega di Salvini? Stanno provando ad approvare una legge elettorale che sembra ben peggiore del Porcellum. E lo stanno facendo avallando l’azione di un Governo – il Governo Gentiloni a trazione PD – che sta ponendo la questione di fiducia.

Da oggi proveremo a illustrare ai nostri lettori il nuovo imbroglio targato PD.

Cominciamo con una dichiarazione di Nadia Spallitta, coordinatrice dei Verdi di Palermo:

“Il Governo – dice Nadia Spallitta – pone la fiducia sulla legge di riforma elettorale, in questi giorni in discussione in Parlamento. A mio avviso, è incostituzionale porre il consenso sulla questione, che non rappresenta un atto del Governo e non attiene alle scelte politiche dello stesso organo politico. La fiducia, secondo i regolamenti parlamentari e la prassi costituzionale, è uno strumento che garantisce l’azione politica dell’Esecutivo, ma non può essere utilizzata in nessun modo per provvedimenti legislativi di stretta derivazione costituzionale, come la legge elettorale, che non è atto di parte, ma anzi, deve garantire la massima rappresentatività e la libertà del diritto di voto”.

“Ritengo quindi – prosegue Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato – che il procedimento proposto sia contrario ai principi della nostra Costituzione e mette a rischio le fondamenta e il pluralismo democratico su cui si fonda lo Stato. La legge elettorale non può essere strumentalizzata per garantire future compagini maggioritarie, ma deve essere, invece, libera espressione. Non si può quindi che restare perplessi e preoccupati rispetto ad una iniziativa dell’attuale Governo che non garantisce quel procedimento libero e lineare, assolutamente indispensabile, in una materia come quella del sistema elettorale, che non è solo tecnica, ma attiene all’osservanza del primato della sovranità popolare (che la cui espressione è data dal Parlamento), garantito dall’articolo 1 della Costituzione”.

Sulla propria pagina facebook Saverio Cipriano, esponente della Sinistra alternativa al PD, illustra cos’è il Rosatellum, la uova legge elettorale. Leggiamo insieme cosa stano combinando gli esponenti senza vergogna del centrosinistra a trazione PD:

“La legge elettorale proposta dal PD – scrive Cipriano – poggia sull’accordo tra Alfano, Forza Italia e Lega e prevede un sistema misto maggioritario e proporzionale”. E cioè:

“231 collegi uninominali e maggioritari (che permettono, cioè, l’elezione di un solo candidato per collegio: vince solo chi prende un voto in più degli altri) e corrispondono al 36% di seggi alla Camera;

i partiti si possono coalizzare e convergere sul nome di un unico candidato; i voti nei collegi uninominali, oltre a eleggere i candidati uninominali, vengono anche distribuiti tra le liste che lo sostengono e contribuiscono a far eleggere i candidati di queste liste (anche liste che sostengono idee opposte a quelle del candidato uninominale);

il metodo proporzionale si applica a 399 seggi: a parte i 12 seggi dell’Estero e quello uninominale della Valle d’Aosta, i restanti 386 seggi saranno eletti con metodo proporzionale e listini bloccati: questi seggi sono attribuiti da collegi plurinominali, cioè che permettono l’elezione di più candidati e saranno composti da un minimo di 2 a un massimo di 4 candidati;

lo sbarramento è al 3% per le liste singole e al 10% per le coalizioni, ma se una lista supera anche solo l’1% i suoi voti vengono trasferiti agli altri partiti coalizzati che raggiungono il 3%. Quindi sarà un fiorire di liste civetta.

Il voto al candidato uninominale si trasferisce nei collegi plurinominali in un modo che non dipende dalla scelta dell’elettore, mentre il voto alla lista vale anche per il candidato uninominale;

sia alla Camera che al Senato, la soglia di sbarramento sarà al 3% per la parte proporzionale;

il nome del candidato sarà affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono; barrando il simbolo, il voto andrà al candidato e al partito per la parte proporzionale;

non sono previste le preferenze;

sono previste le pluricandidature, fino a cinque: Renzi, ad esempio, potrà candidarsi a Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo”.

“Lo scorporo non è previsto (come accadeva invece per il Mattarellum). Il meccanismo dello scorporo consiste nel sottrarre dal conteggio dei voti totali di una lista nella parte proporzionale i voti ottenuti dai candidati collegati alla medesima lista ed eletti nei collegi uninominali con il sistema maggioritario. Obiettivo del meccanismo è dare più rappresentanza alle liste che hanno pochi candidati eletti con il sistema maggioritario, coerentemente con le finalità di applicazione della quota proporzionale;

i collegi uninominali, dove basta escludere un paesino per predeterminare l’esito dell’elezione, saranno disegnati con una legge delega dal Governo, senza garanzie di correttezza e neutralità: una cosa indegna di una democrazia consolidata”.

“Le firme necessarie perché una lista si possa presentare passano da 1500/2000 a 750: questo serve ad agevolare le future liste civetta; in più è stata prevista l’esenzione dalla raccolta delle firme per i partiti che hanno un gruppo parlamentare anche se non sono mai stati eletti da nessuno come Alterativa Popolare, ALA di Verdini ecc”.

“Non è previsto il voto disgiunto, cioè non sarà possibile votare un partito e poi indicare un candidato diverso nell’uninominale”.

“In Trentino Alto Adige ci saranno 6 collegi uninominali e 5 proporzionali e 6 collegi uninominali più un solo collegio proporzionale (di fatto, tutti per la Suedtiroler Volkspartei, SVP)”.

Noi siamo certi che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fermi questo scempio, nel merito e nel metodo. Anche perché, in buona parte, questo obbrobrio elettorale ripropone i vizi già ‘cassati’ dalla Corte Costituzionale.

Il capo della Stato dovrebbe intervenire per dissuadere i partiti impegnati a ad approvare questa legge elettorale vergognosa e antidemocratica. Impedendo, soprattutto, che venga approvata con l ricorso alla fiducia.

Renzi, Berlusconi, Salvini e Alfano sanno benissimo che che tale legge, se approvata dal Parlamento nazionale (di ‘nominati’) darà luogo una pioggia di ricorsi. La legge verrà di nuovo ‘cassata’ dalla Consulta. Ma poiché ciò avverrà tra qualche anno, Renzi, Berlusconi, Salvini, Alfano e i loro accoliti (o ‘camerieri’, per essere precisi), rimarranno in carica.

In pratica, succederà quello che è successo con il Porcellum: la Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale la legge, che comunque non fa decadere il Parlamento.

Ci rifiutiamo di pensare che il capo dello Stato avallerà questo ‘giochetto’. Siamo certi – lo ribadiamo – che il Presidente Mattarella interverrà per dissuadere i protagonisti di questa truffa elettorale dall’andare avanti.

Siamo più che certi che il capo dello Stato, nel caso i cui tale legge-truffa dovesse essere approvata si rifiuterà di controfirmarla e la rinvierà alle Camere.

Ci rifiutiamo di pensare che il Fratello di Piersanti Mattarella possa avallare, nella forma e nella sostanza, una legge elettorale che definire vergognosa è poco.

 

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