Nuovo punto vendita Lidl a Palermo: Regione e Comune sanno che chiuderanno altri negozi artigianali in città?

11 ottobre 2017

Ormai, a Palermo, è tempo di ‘cervelli all’ammasso’. Invece di riflettere sulla ‘morte’ del mercato storico della Vucciria e sull’apertura, a poche centinaia di metri, di un punto vendita dei tedeschi della Lidl, si plaude all’apertura di un nuovo punto vendita della stessa Lidl che sostituirà l’ex negozio di articoli per l’edilizia, ‘Salomone & Pullara’ (cosa, questa, che segna la crisi dell’edilizia). Dopo la ‘colonizzazione’ delle banche arriva la ‘colonizzazione’ dell’alimentare, per vendere ai siciliani prodotti non siciliani

Per la Regione siciliana e per l’amministrazione comunale di Palermo il capoluogo dell’Isola continua ad essere la mecca dei grandi centri commerciali. Una scelta politica scellerata che, ormai da anni, sta uccidendo non soltanto l’economia cittadina (si pensi ai piccoli negozi artigianali messi in crisi proprio dalla proliferazione incontrollata della Grande distribuzione organizzata), ma anche le tradizioni. Il mercato storico della Vucciria, ad esempio, non c’è più. In compenso, nel cuore del Centro storico della città, proprio a due passi dove un tempo sorgeva la già citata Vucciria, c’è un centro commerciale targato Lidl, il gruppo tedesco che, non a caso, sta aprendo l’ennesimo centro commerciale a Palermo.

Quello che colpisce è il silenzio, anzi l’accondiscendenza, verso la ‘calata’ della Grande distribuzione organizzata a Palermo e, in generale, in Sicilia. Sarebbe interessante capire come ha fatto questo noto gruppo tedesco ad ottenere le autorizzazioni per realizzare un punto vendita nel Centro storico della città. E il progetto tedesco di ‘colonizzazione’ della Sicilia – per ora solo sul fronte della Grande distribuzione organizzata – va avanti.

(In realtà, va avanti anche la realizzazione di un Resort nell’area di Torre Salsa, in provincia di Agrigento, sempre a cura di un gruppo tedesco: ma questa è un’altra storia).

I tedeschi – ribadiamo, grazie al Governo regionale e al Comune di Palermo, entrambi amministrati dal centrosinistra – si sono presi l’area e l’edificio dove sorgeva l’ex negozio di ceramiche e articoli per l’edilizia, ‘Salomone & Pullara’, sulla Circonvallazione. E lì, con il plauso generale, stanno aprendo un nuovo centro commerciale.

La chiusura di ‘Salamone e Pullara’ segna la crisi dell’edilizia, mentre la sua trasformazione in centro commerciale provocherà altra crisi nell’economia cittadina, creando ulteriori difficoltà ai piccoli esercizi commerciali.

Oggi, in Sicilia, sta succedendo quello che è avvenuto tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90 del secolo passato, quando la nostra Isola è stata privata di un sistema creditizio di riferimento, con lo scippo del Banco di Sicilia e della Sicilcassa.

La stessa classe dirigente – o presunta tale – nata con la cosiddetta Seconda Repubblica sta oggi consentendo la ‘colonizzazione’ della nostra Isola da parte di una Grande distribuzione organizzata che, in massima parte, nulla ha a che vedere con l’economia e con le tradizioni della Sicilia, ma che piomba qui per imporre le produzioni alimentari imposte dalle multinazionali.

Il Giornale di Sicilia racconta che il nuovo punto vendita che la Lidl sta aprendo a Palermo “è il seicentesimo in Italia del gruppo della grande distribuzione, il 44/mo in Sicilia, il settimo in città”.

Alla fine, questo nuovo punto vendita, darà lavoro a 25 persone. Qualcuno dell’amministrazione regionale e comunale di Palermo si è chiesto quanti piccoli negozi artigianali della zona verranno messi in crisi e chiuderanno i battenti? Su questo punto sarebbe interessante sapere cosa ne pensano le organizzazioni imprenditoriali, dalla Confartigianato alla CNA, dalla Coldiretti, alla Confagricoltura e alla CIA.

I signori della Lidl parlano di valorizzazione dei prodotti siciliani. Noi ci siamo fatti un giro nei punti vendita che hanno sede in via Ugo La Malfa e in via Roma, ma di prodotti siciliani, negli scaffali della Lidl, ne abbiamo visto veramente pochi!

Se non fosse chiaro, la crescita incontrollata della Grande distribuzione organizzata è portatrice di interessi economici opposti alla crescita economica della Sicilia.

Nella nostra Isola la spesa per gli alimenti si attesta intorno a 13 miliardi di euro all’anno. Di questi, solo 2 miliardi di euro circa sono spesi dai siciliani per acquistare prodotti alimentari siciliani. Gli altri 11 miliardi circa i siciliani li spendono per acquistare prodotti alimentari non siciliani, grazie alla ‘colonizzazione’ della Grande distribuzione organizzata ai danni della Sicilia.

I Siciliani, per rilanciare l’economia dell’isola, dovrebbero invertire la rotta e consumare più prodotti siciliani: cosa, questa, che sosterrebbe l’economia isolana. Ma come potete notare, in questo momento, Regione e Comune di Palermo, agevolando la ‘calata’ della Grande distribuzione organizzata, non fanno gli interessi della Sicilia, ma reggono il ‘gioco’ a chi deve ‘colonizzare’ la Sicilia.

Guarda caso, proprio mentre i tedeschi della LIdl proseguono nell’opera di ‘colonizzazione’ di Palermo, l’amministrazione comunale organizza un’operazione a tenaglia verso i commercianti che non pagano la TARI (la tassa sull’immondizia).

Ovviamente, non si tiene conto della ZTL che ha messo in crisi tantissimi esercizi commerciali. Il Comune di Palermo, rimasto senza soldi sia per la gestione dissennata delle società collegate, sia – soprattutto – a causa dei taglio del Governo nazionale e del Governo regionale, cerca di ‘spremere’ le attività commerciali e, in generale, imprenditoriali.

In economia esiste una legge in base alla quale, all’aumentare della pressione fiscale, (e a Palermo, negli ultimi anni, la pressione fiscale locale è aumentata spaventosamente), a un certo punto il gettito diminuisce, perché la gente non può più pagare. Ed è quello che succederà nel capoluogo siciliano.

Tra l’altro, non è vero che la crisi della RAP (la società che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti) è provocata dal fatto che i palermitani non pagano la TARI.

La RAP e, in generale, il Comune di Palermo sono in crisi per altri motivi. Perché, come già ricordato, mancano i trasferimenti di Stato e Regione. Ma questo gli amministratori comunali del capoluogo siciliano non possono dirlo, perché, essendo Leoluca Orlando e la sua Giunta di centrosinistra, non possono criticare le scelte dei Governi nazionali e regionali, pure di centrosinistra.

A questo si aggiungo alcune scelte dissennate, come i 15 Km di Tram costati una barca di soldi e totalmente diseconomici.

Il risultato è un Comune in quasi default che, in modo demenziale, s’illude di tappare i ‘buchi’ dei propri conti economici aumentando le tasse e recuperando l’evasione fiscale. Storicamente, gli Stati, le Regioni e i Comuni che pensano di risolvere i problemi di Bilancio con il recupero dell’evasione fiscale falliscono (QUI POTETE LEGGERE UN’INCHIESTA SUL RISCHIO DEFAULT DEL COMUNE DI PALERMO).

 

 

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