Palermo, studenti contro l’alternanza scuola-lavoro. Insieme con Università e Formazione?

7 ottobre 2017

Gli studenti dei licei e, in generale, delle scuole superiori che sono scesi in piazza per le vie di Palermo hanno dimostrato grande maturità politica. Critici verso l’alternanza scuola-lavoro (“Non siamo i vostri schiavi”, hanno detto alla Ministra Fedeli) e verso la ‘Buona scuola’ renziana, cercano un contatto con gli studenti universitari e con i protagonisti del tartassato mondo della Formazione siciliana per protestare e cambiare insieme una politica miope

Ieri sera l’apertura di ‘Fratelli di Crozza’ è stata dedicata a una dei tanti provvedimenti sbagliati voluti dal Governo Renzi e approvati dal Parlamento nazionale di nominati: l’alternanza scuola-lavoro. Una nuova forma di ‘schiavismo’ legalizzato che rientra in quel grande flop che si chiama ‘Buona scuola’. Crozza, com’è nel suo stile, ha ironizzato sugli studenti costretti a lavorare senza essere pagati. Un po’ meno ironici, ma molto arrabbiati, gli studenti che ieri, a Palermo, hanno manifestato in piazza contro l’alternanza scuola-lavoro.

La manifestazione di ieri – la prima di un anno scolastico che si annuncia particolarmente ‘caldo’ – segna in modo netto il distacco tra i giovani che frequentano i licei e, in generale, le scuole superiori e il PD di Renzi. 

Segnaliamo ai nostri lettori un particolare ‘politico’ di questa manifestazione: il tentativo, da parte dei ragazzi, di unire le forze contro una politica – in questo caso contro la politica siciliana e nazionale – che in questi anni ha penalizzato il mondo della scuola (licei e, in generale, scuole superiori), l’università e il mondo della Formazione professionale.

I ragazzi che ieri hanno manifestato per le strade di Palermo hanno dimostrato grande maturità politica. Si sono ritrovati nel Centro storico di Palermo. E, insieme, si sono diretti verso il polo universitario di viale delle Scienze.

Un segnale politico molto importante, soprattutto perché è stato lanciato in piena campagna elettorale, proprio nel giorno in cui – parliamo infatti di ieri – venivano presentate le liste per le elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre.

Insomma, in un giorno centrale per la politica gli studenti dei licei e, in generale, delle scuole superiori di Palermo si sono ritrovati all’università, quasi per saldare un rapporto ‘politico’ contro una vecchia politica governativa che calpesta sia licei e, in generale, scuole superiori, sia l’università.

La scritta di uno striscione sintetizza il senso della manifestazione di protesta di ieri:

“Non siamo i vostri schiavi. Fedeli, vai tu in alternanza”.

Il riferimento è alla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

Dura la critica degli studenti all’alternanza scuola-lavoro, definita “sfruttamento legalizzato”.

I ragazzi, lo ribadiamo, dimostrano di conoscere i problemi. Sono contro quella che definiscono
“l’aziendalizzazione e la privatizzazione delle scuole” e contro lo “smantellament della scuola pubblica”; si battono contro il “caro libri”; criticano il sistema pubblico dei trasporti, che per le tasche degli studenti (e delle famiglie) viene considerato molto costoso.

(Chissà se il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e la maggioranza di centrosinistra riusciranno a comprendere questo punto della protesta di ieri: ne dubitiamo, visto che si tratta di un’Amministrazione comunale renziana, incredibilmente sostenuta da Rifondazione comunista, formazione politica che, alle elezioni regionali si presente in alleanza con Fava, quindi contro Leoluca Orlando e contro il rettore dell’università di Palermo, candidato – da rettore – alla presidenza della Regione per il centrosinistra).

Interessante – e a nostro modesto avviso foriero di possibili sviluppi in termini di lotte sociali – è il dialogo che gli studenti dei licei e, in generale, delle scuole superiori stanno cercando di instaurare con gli studenti universitari. A noi alcuni ragazzi hanno detto che stanno provando a contattare i rappresentanti degli studenti universitari di Palermo.

“Anche perché – ci ha detto un ragazzo – i problemi che oggi incontrano gli studenti universitari sono i problemi con i quali ci confronteremo noi tra qualche anno”.

Ricordiamo che gli studenti universitari di Palermo, quest’anno, si stanno confrontando con un aumento non indifferente del costo degli studi universitari. Con un rettore che, per giunta – come già accennato – è candidato non essendosi nemmeno dimesso da rettore: cosa che a tanti studenti universitari non è andata giù (QUI UN ARTICOLO CHE PARLA DELLE CRITICHE DEGLI STUDENTI ALLA CANDIDATURA DEL RETTORE MICARI).

Un ultimo aspetto – ma non certo ultimo per importanza – è il tentativo, sempre da parte dei ragazzi – di collegare la protesta della scuola con il dramma della Formazione professionale siciliana.

Questo passaggio l’abbiamo letto in un articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica edizioni di Palermo:

“Siamo contro l’aziendalizzazione e la privatizzazione delle scuole, contro il caro libri e il caro trasporti, contro lo smantellamento della scuola pubblica e, infine, contro i tagli al mondo della formazione”.

La Formazione professionale siciliana, è noto, è stata smantellata dal Governo regionale di Rosario Crocetta. Circa otto mila famiglie sono state gettate in mezzo alla strada.

Il dramma della Formazione professionale siciliana non riguarda solo i circa otto mila docenti privati del lavoro, ma le decine e decine di migliaia di giovani siciliani che, negli ultimi cinque anni, sono stati privati della Formazione professionale dal Governo regionale di Rosario Crocetta a trazione PD.  

Poiché quella di ieri – a detta dei ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione di Palermo – è stata la prima di una stagione di protesta, ci chiediamo e chiediamo: se i ragazzi dei licei e, in generale, delle scuole superiori, gli studenti universitari, i lavoratori licenziati della Formazione professionale e i ragazzi della Sicilia lasciati senza Formazione decidessero di scendere in piazza insieme, prima del voto del 5 novembre, non sarebbe un bel segnale per la cultura e per la politica della nostra Isola?

Foto tratta da Blog Sicilia 

 

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