L’Antimafia nazionale vaglierà le liste siciliane. Farà lo stesso con le nomine e con i bandi?

5 ottobre 2017

Giusto verificare se nelle liste per le elezioni regionali siciliane ci sono soggetti con problemi di Giustizia. Ma la presidente dell’Antimafia farebbe bene anche a chiedersi, innanzi tutto, fino a che punto è corretto effettuare nomine in campagna elettorale e a verificare la correttezza di tali nomine (ARPA e altro). Lo stesso discorso vale per i bandi milionari pubblicati e promossi in campagna elettorale, magari con incontri pubblici…

Ben venga il controllo delle liste per le elezioni regionali siciliane del 5 novembre da parte della commissione nazionale Antimafia presieduta da Rosy Bindi. La richiesta è partita dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, e dal candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione, Giancarlo Cancelleri. Visto che parliamo di legalità, però, non sarebbe il caso di controllare anche le nomine effettuate dal presidente della Regione siciliana uscente, Rosario Crocetta, dagli assessori regionali uscenti e, in generale, dagli uffici della Regione?

Ce lo chiediamo perché quello a cui abbiamo assistito ad agosto e a settembre è veramente incredibile. Il 15 settembre abbiamo scritto un articolo in cui abbiamo descritto uno stratagemma con il quale la presidenza della Regione e la Segreteria generale della presidenza della Regione hanno sostanzialmente aggirato una legge regionale che vieta le nomine in campagna elettorale! (QUI IL NOSTRO ARTICOLO SU QUESTO GRANDE INGHIPPO).

Proprio ieri il presidente uscente del Parlamento dell’Isola, il già citato Ardizzone, sulla propria pagina facebook, ricordava la legge nazionale che prevede sanzioni per chi elargisce denaro o ‘regali’ in campagna elettorale. La legge citata da Ardizzone è del 16 maggio 1956, n. 493, art. 44. Reati elettorali e così recita:

“Chiunque in nome proprio od anche per conto di terzi o di enti privati e pubblici… effettua elargizioni di denaro, generi commestibili, oggetti di vestiario o altri donativi, a qualsiasi titolo, è punito con la reclusione da tre a cinque anni e con la multa da lire 2.500.000 a lire 10.000.000”.

Giustissimo colpire chi acquista voti. Ma non si capisce – almeno noi non lo capiamo – perché dovrebbe essere consentito ai governanti della Regione di nominare propri amici e sodali nelle società e negli enti regionali a poche settimane dal voto.

Insomma: se è un reato – ed è giusto che sia così – acquistare voti con il proprio denaro, non si capisce perché viene invece consentito ai governanti di effettuare nomine in enti e società pubbliche a poche settimane dal voto!

E’ importante ricordare che chi viene nominato a poche settimane dal voto incasserà le indennità previste per l’incarico: e quindi stiamo parlando di soldi elargiti indirettamente in campagna elettorale. Soldi pubblici!

Non solo. Chi viene nominato in campagna elettorale, oltre a incassare le indennità – e quindi soldi – va a gestire potere: per esempio, nomine interne all’ente nel quale si viene nominati e forniture varie: quindi altro denaro pubblico!

Si resta perplessi, inoltre, nel vedere gli stessi governanti regionali che promuovono bandi che prevedono la spesa di fondi pubblici a poche settimane dal voto, come sta facendo in questi giorni con i fondi del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, nel Palermitano che, guarda caso, è il collegio nel quale è candidato per la quarta volta consecutiva all’Ars (QUI L’ARTICOLO).

Né ci convincono i convegni promossi sempre nel Palermitano – dagli alti dirigenti dell’assessorato regionale all’Agricoltura. Tutti sappiamo che i dirigenti generali, oggi, sono nominati dalla politica. E corretto che alti dirigenti promuovano, con iniziative pubbliche, la spesa dei fondi del PSR a poche settimane dal voto?

La commissione nazionale Antimafia farebbe bene non soltanto a verificare l’eventuale presenza di soggetti con problemi di giustizia nelle liste, ma anche a porre la questione delle nomine in campagna elettorale, soprattutto là dove – com’è avvenuto in Sicilia – con una furbata è stata aggirata la legge!

La commissione Antimafia farebbe bene anche a chiedere ‘lumi’ anche sui bandi – che prevedono l’assegnazione di ingenti risorse pubbliche – in campagna elettorale.

Sarebbe importante verificare quello è è avvenuto negli ultimi due mesi e quello che sta ancora avvenendo presso l’assessorato regionale alle Attività produttive con la pubblicazione i bandi.

Sarebbe importante verificare quello è è avvenuto negli ultimi due mesi e quello che sta ancora avvenendo presso l’assessorato regionale all’Agricoltura con la pubblicazione dei bandi.

Sarebbe importante verificare quello è è avvenuto negli ultimi due mesi e quello che sta ancora avvenendo presso gli uffici dell’ARPA Sicilia, che, in materia di nomine, sembra diventata una sorta di ‘Repubblica indipendente’ (COME POTETE LEGGERE QUICOME POTETE LEGGERE ANCHE QUI E COME POTETE LEGGERE PURE QUI).

Sarebbe il caso di chiedersi – anzi, dovrebbe essere la commissione nazionale Antimafia a chiederlo – come mai i finanziamenti ai GAL (Gruppi di Azione Locale) siano stati sbloccati proprio a qualche settimana dal voto.

E’ superfluo ricordare che i parlamentari e gli assessori regionali uscenti – molti dei quali sono candidati alle elezioni regionali del prossimi 5 novembre – usufruiscono già di un grande vantaggio: le ricche indennità.

Ma che alle indennità debbano sommare i ‘ritorni’ che gli derivano dalle nomine e dalla gestione dei bandi in campagna elettorale ci sembra decisamente eccessivo… 

   

 

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