Regionali/Tra i tanti simboli ‘brilla’ l’assenza di MIS e FNS: chi li ha visti?

26 settembre 2017

E’incredibile che in un momento storico come quello che stiamo vivendo siano spariti dalla scena due movimenti storici che dovrebbero rappresentare la storia siciliana al di là di ogni competizione elettorale. Che è successo? Nessun mistero…

Esultano per il vento indipendentista che soffia forte in Catalogna. Esprimono solidarietà a Barcellona ed esortano i catalani a non cedere alle pressioni liberticide di Madrid. Ma qui da noi sono praticamente spariti. Parliamo dei due movimenti indipendentisti storici siciliani: il Movimento per l’Indipendenza per la Sicilia (MIS)  e il Fronte Nazionale Siciliano (FNS).

Quanta amarezza abbiamo provato nel constatare che tra i 35 simboli presentati in vista delle elezioni regionali (qui la nostra analisi) non c’è traccia di queste due importanti testimonianze della storia siciliana. Una assenza che, va da sé, non riguarda solo i simboli e le elezioni, ma tutta la vita politica e sociale della nostra regione. La loro voce, semplicemente, non si sente più.

Se non fosse per il centro studi Andrea Finocchiaro Aprile e al lavoro instancabile di Pippo Scianò, si potrebbe tranquillamente affermare che l’indipendentismo siciliano non ha più punti di riferimenti certi e riconosciuti. Va da sé che non possiamo includere tra le voci indipendentiste chi propone zone economiche speciali e non solo per la questione in sé ma, soprattutto, per il modo attraverso il quale si dovrebbe arrivare a questa soluzione: una concessione romana dopo una visita con il cappello in mano nella capitale e una pacca sulla spalla da Bruxelles. Insomma, una contraddizione palese con i temi dell’indipendentismo. Tant’è che una proposta simile si trova nel programma del PD.

Tornando a quelle voci che dovrebbero rappresentare la grande tradizione indipendentista siciliana, MIS e FNS e alla loro scomparsa, non c’è alcun mistero. Le cause sono chiarissime: l’alleanza con i partiti nazionali, la strategia del cavallo di Troia per tentare di entrare all’Ars, si è rivelata letale. 

Questi due movimenti sono volontariamente caduti nella rete di Forza Italia che li ha fagocitati. Hanno seguito le sirene di Gaetano Armao, il quale ha prontamente trasformato il movimento Sicilia Nazione nel più generico Siciliani Indignati nel momento in cui  ha ufficializzato il suo abbraccio con Gianfranco Micciché.

MIS e FNS si sono così ritrovati senza più identità. Senza più storia. Senza più voce.

Non si tratta solo di un errore politico, ma anche di un torto fatto alla storia siciliana che meritava di essere rappresentata al di là di qualsiasi risultato elettorale, soprattutto in questo momento storico.  Molto più coerente la scelta di chi preferisce tenersi fuori dalla competizione elettorale e continuare in una opera quotidiana di informazione e sensibilizzazione. Molto più coerente chi dice che l’indipendenza è una via da non escludere, ma che si tratta traguardo lontano e difficile da raggiungere e che, intanto, è meglio battersi per la piena applicazione dello Statuto siciliano.

A noi non resta che ricordare Karl Kraus: “Il diavolo è un ottimista se pensa di potere peggiorare gli uomini”. Si riferiva agli ex o pseudo indipendentisti siciliani?

 

 

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