Un giudice di Trento a un avvocato palermitano: “Qui siamo in un posto civile, non a Palermo…”

21 settembre 2017

Che dire? Che siamo rimasti basiti è poco. E fa bene l’avvocato palermitano Stefano Giordano ad aver investito dell’incredibile questione il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco, e il CSM. Con l’occasione, però, se il sindaco Leoluca Orlando potesse liberare Palermo dai rifiuti non raccolti non sarebbe male…

Palermo non sarebbe una città civile? Certo, non c’è la raccolta differenziata dei rifiuti, l’immondizia ristagna nei cassonetti per giorni e giorni e c’è anche chi, di buon mattino, accompagna il caffè con un’arancina (al femminile) invece che con un cornetto. Certo, poi c’è dell’altro, un “po’ di mafia”, stragi, depistaggi (da parte di organi dello Stato), le stigghiole, ‘u mussu, il panino con la milza e i celerini che manganellano gli studenti quando Renzi incontra il rettore dell’università, Fabrizio Micari: ma basta questo per definire Palermo una città non civile? Non ha esagerato – e offeso i palermitani – il giudice trentino?

“Avvocato, lei taccia, perché qua siamo in un posto civile, non siamo a Palermo”, ha detto all’avvocato Stefano Giordano il presidente del Tribunale del Riesame di Trento, Carlo Ancona. Stefano Giordano – figlio del giudice Alfonso Giordano, indimenticabile presidente del Maxiprocesso di Palermo – ha espresso all’Adnkronos la sua preoccupazione.

“E’ un fatto gravissimo oltre che una frase razzista – dice Stefano Giordano -. Mi trovavo al Tribunale di Trento per una udienza di rinvio al Tribunale del Riesame, quando è avvenuto un fatto increscioso. Il presidente del Tribunale del Riesame, il dottor Carlo Ancona, nel condurre l’udienza con un indagato palermitano e con il sottoscritto come difensore, mi ha impedito di svolgere la mia arringa, profferendo la seguente frase: ‘Avvocato, lei taccia, perché qua siamo in un posto civile, non siamo a Palermo’. A questo punto, ho chiesto, e solo dopo numerosi sforzi, ho ottenuto la verbalizzazione di quanto accaduto”.

“Purtroppo – aggiunge Stefano Giordano – nonostante numerose richieste, non sono riuscito a ottenere dalla cancelleria del Tribunale del Riesame di Trento copia del suddetto verbale. Manifesto la mia preoccupazione per quanto accaduto, in quanto avvocato, in quanto cittadino italiano e, soprattutto, in quanto palermitano. Ho già concordato con il presidente del’Ordine di Palermo, l’avvocato Francesco Greco, di redigere insieme un esposto che sarà prontamente comunicato al CSM e alle altre autorità istituzionali competenti”.

Chissà cosa pensano di questa storia i politici palermitani, a cominciare dal sindaco, Leoluca Orlando. Magari si trovano subito i 70 milioni di euro per togliere l’immondizia dalle strade. E, magari, si puliranno anche i marciapiedi…

P.S.

Per noi il giudice del Tribunale di Trento ha sbagliato, ma il Trentino rimane un esempio da seguire. E’ la Regione autonoma che ha applicato in pieno la propria autonomia, dando ai propri cittadini una grande qualità della vita. Le parole in libertà di un uomo – seppur autorevole rappresentante delle istituzioni – non inficiano la storia e la cultura di un popolo.

E noi continuiamo a manifestare la stima verso i trentini, che sono autonomisti convinti.

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