… e fu così che Rosario Crocetta mise nel sacco Matteo Renzi e Leoluca Orlando!

2 settembre 2017

Questa volta Rosario Crocetta ha dato scacco al segretario nazionale del PD e al sindaco di Palermo. Renzi e Orlando hanno candidato Fabrizio Micari. Ma fuori dal capoluogo dell’Isola – lo hanno fatto notare pure gli alfaniani – Micari non lo conosce nessuno. Così Rosario da Gela coglie la palla al balzo e dice: facciamo le primarie del centrosinistra. Ben sapendo che per Renzi e Orlando sarebbe una sconfitta tremenda, perché si dovrebbero rimangiare la candidatura del rettore dell’università di Palermo…

Volete vedere che, alla fine, quelli che hanno chiesto al professore Fabrizio Micari le dimissioni da rettore dell’università di Palermo gli dovranno chiedere scusa? Eh già, perché quella che sembrava – che a quasi tutti sembrava – una vera candidatura alla presidenza della Regione siciliana per il centrosinistra potrebbe rivelarsi una burla. Della serie: professore, abbiamo scherzato!

Non lo diciamo noi: lo leggiamo su tanti giornali e tanti blog: nel PD siciliano e in altri ‘pezzi’ del centrosinistra prende piede il sentimento della ribellione: ribellione contro Mattero Renzi e contro il suo luogotenente in Sicilia per la parte politica, Leoluca Orlando. Perché ribellione? Perché Renzi e Orlando hanno deciso che il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione siciliana deve essere il già citato rettore Micari. Ma…

Ma adesso, nel centrosinistra, la scelta di Renzi e Orlando sembra un po’ traballante. Perché? Non certo perché il presidente della Regione uscente, Rosario Crocetta, ha chiesto le primarie, ma perché altri esponenti di questo schieramento politico cominciano a dubitare della candidatura di Micari e, anche loro, chiedono – non si capisce se per davvero e in modo strumentale – le primarie del centrosinistra.

La richiesta di primarie nel centrosinistra non è solo una furbata di Crocetta, ma è anche un modo – per esempio – per far saltare gli equilibri, già di per sé fragili, dentro il partito del Ministro Angelino Alfano, AP (sigla che sta per Alleanza Popolare).

Crocetta agita le primarie non perché le vuole, visto che sarebbe solo contro tutto il resto della coalizione di centrosinistra e perderebbe. Le chiede perché sa che Micari è stato scelto dal segretario nazionale del suo partito, Renzi, del quale il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è solo un esecutore di ordini.

Il presidente della Regione chiede le primarie del centrosinistra perché sa che il PD – il suo partito, fino a prova contraria – giunto a questo punto, non potrà che ‘blindare’ la candidatura di Fabrizio Micari. E lui avrà la scusa per restare candidato. Anzi, per la precisione, ricandidato alla presidenza della Regione. Pronto a intercettare almeno una parte dei voti di chi, nel centrosinistra, non sopporta Renzi e Orlando: e non sono pochi!

Per sbarazzarsi di Crocetta, Renzi e Orlando dovrebbero accettare le primarie del centrosinistra: ma accettando le primarie dovrebbero ‘scaricare’ il rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Micari. Ma facendo questo, ovviamente, Renzi e Orlando perderebbero la faccia. Crocetta lo sa e si sta godendo la sua ‘vendetta’ politica.

Ricordate? Renzi, nel giugno del 2014 prese in giro Crocetta: gli fece firmare il primo ‘Patto scellerato’ che costò alla Regione siciliana circa 5 miliardi di euro. Rosario da Gela, senza avere chiaro quello che stava succedendo, rinunciò agli effetti di alcuni pronunciamenti della Corte Costituzionale favorevoli alla Regione.

Quando capì di essere stato raggirato, Crocetta volò a Roma, se non per fare marcia indietro, magari per alleggerire la ‘botta’ che il ‘Patto scellerato’ che aveva firmato assestava alla Sicilia. Ma Renzi e le burocrazia ministeriali gli risposero picche.

Rosario se l’è legata al dito. Ha fatto buon viso a cattivo gioco. Sapendo che, prima o poi, avrebbe restituito a Renzi pan per focaccia. Il momento è arrivato: Crocetta sa che, da ricandidato alla presidenza della Regione non vincerà: ma potrà fare ‘danno’ a Renzi e a Orlando: e lo farà.

Già Orlando. Altro soggetto che gli ha sempre messo i bastoni fra le ruote. Soprattutto nella gestione dei rifiuti. Il sindaco di Palermo, il Governo Crocetta e tutto il centrosinistra hanno sempre ‘valorizzato’ le discariche. Ma Orlando si è messo a fare la morale a Confindustria Sicilia, ovvero agli alleati di Crocetta.

La cosa a Crocetta non è mai andata giù. Perché se è vero che la famiglia del presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, gestisce la discarica di Siculiana, è anche vero che Orlando, a Palermo, non va avanti con la raccolta differenziata, ma con la discarica di Bellolampo.

La differenza quale sarebbe? Che i privati guadagnano soldi con le discariche private, mentre chi gestisce quelle pubbliche ci guadagna ‘politicamente’? A perdere, nell’uno e nell’altro caso, sono i cittadini, che si ‘sciroppano’ l’inquinamento.

Se poi a queste polemiche aggiungiamo che Orlando ha presentato la candidatura del rettore dell’università di Palermo “discontinua” rispetto a Crocetta, quest’ultimo ha tutte le ragioni per affossarla.

Così siamo tornati a a Fabrizio Micari. Il rettore dell’università di Palermo, come già ricordato, è stato scelto dal segretario nazionale del PD quale candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. Leoluca Orlando – che, di fatto, ha ‘commissariato’ il PD siciliano, sostituendosi al segretario regionale del PD, Fausto Raciti – ha certificato, mettendoci il suo ‘bollo’, la scelta di Renzi.

Chiedendo le primarie del centrosinistra, Crocetta sa che il PD siciliano dovrebbe tornare sui propri passi, smentendo Renzi e Orlando. La mossa del presidente della Regione è abile, perché sa che la candidatura di Micari è un mezzo disastro. Non tanto e non soltanto perché in Sicilia, al di fuori di Palermo, non lo conosce nessuno, ma perché gli stessi alleati del centrosinistra, a cominciare dal Ministro Alfano e dai suoi, non lo vogliono.

I conti, in politica, quando arrivano le elezioni, si fanno con i voti, non con le chiacchiere. Chi è che dovrebbe sostenere Micari? Il PD, al Comune Palermo, ha superato il quorum del 5% grazie all’alleanza con gli alfaniani. Vero è che le elezioni comunali del capoluogo siciliano non sono state un esempio di ‘trasparenza’ (qui potete leggere sei articoli dai quali viene fuori come sono state gestite le elezioni comunali a Palermo…).

Ma la ‘regia’ elettorale alle elezioni comunali di Palermo è stata del centrosinistra. E se il PD, nel capoluogo dell’Isola, ha le ‘gomme a terra’ anche con la ‘regia’ elettorale del centrosinistra, ebbene, significa che il partito è messo veramente male.

Se poi – come sembra profilarsi – ci sarà un candidato alla presidenza della Regione alla sinistra del PD con la ‘residenza’ a posto (cinque anni fa, di fatto, il PD e Crocetta si salvarono grazie al rocambolesco ritiro di Claudio Fava, candidato alla presidenza della Regione nella sinistra alternativa al PD che si scoprì non avere la residenza in Sicilia…), Micari e il PD, come si usa dire dalle nostre parti, si potranno fare ‘u signu r’a cruci c’a manu manca’, perché gli verrà a mancare una barca di voti.

A Micari, a Palermo, i voti gli arriveranno dal sindaco Orlando, che storicamente voti ne ha sempre ‘trasferiti’ pochi (il ‘modello Palermo’, quello vero, funziona solo per lui…) e dagli uomini di Salvatore Totò Cardinale da Mussumeli: che sono, in grande parte, voti di Totò Cuffaro che l’ex presidente della Regione cercherà di riprendersi.

E nelle altre otto province dell’Isola chi è che dovrebbe votare Micari? La lista dell’ANCI Sicilia di Leoluca Orlando, fatta di sindaci di Comuni in fallimento, sindaci che dovranno fare campagna elettorale con le proprie risorse?

Chi è che dovrebbe votare Micari a Trapani? Il sindaco mancato del PD di questa città che ha perso le elezioni contro se stesso?

Chi è che dovrebbe votare Micari ad Agrigento? Il PD che sta scomparendo? Il Ministro Alfano che, a questo punto, sarebbe costretto a giocare a carte scoperte proprio nella sua provincia?

Chi è che dovrebbe votare Micari a Ragusa, se mezzo PD è finito tra i bersaniani di di Articolo 1 MDP?

Forse Micari potrebbe prendere qualche voto a Siracusa se l’astro nascente, Paolo Amenta, dovesse decidere di sostenerlo. Ma perché Amenta dovrebbe sostenere Micari?

E a Messina chi è che voterebbe Micari? Giampiero D’Alia e il presidente uscente dell’Ars, Giovanni Ardizzone ormai in parabola discendente?

Chi dovrebbe votare a Catania Micari? All’ombra dell’Etna, con la ‘chiusura’ di tutto centrodestra su Nello Musumeci candidato, per il centrosinistra la vita diventa difficile. I vari Salvo Pogliese, Basilio Catanoso e lo stesso Musumeci, se d’accordo, diventano, in termini elettorali, ‘rulli compressori’: ne sanno qualcosa il Ministro Alfano e il sottosegretario Giuseppe Castiglione che, dovendo tra l’altro chiedere al proprio elettorato di centrodestra di votare per il centrosinistra, si aspettano una disfatta.

Provate a immaginare quanto voti prenderà Micari a Catania: forse non prenderà nemmeno i voti del sindaco Enzo Bianco

Dicono che Alfano, sia per scongiurare le primarie del centrosinistra, sia per provare a parare la ‘botta’ elettorale che arriverà da Catania e provincia, vorrebbe piazzare l’eurodeputato Giovanni la Via in accoppiata con Micari. Ma…

Ma forse non servirebbe a nulla, perché La Via i voti li prendeva con Forza Italia e, soprattutto, grazie al senatore Pino Firrarello che, alla fine, è sempre rimasto legato a Berlusconi. Che questa volta dovrebbe appoggiare Musumeci (a differenza della elezioni regionali di cinque anni fa, quando insieme con Alfano, hanno contribuito all’elezione di Rosario Crocetta non facendo votare Musumeci).

A conti fatti, la mossa di Crocetta è abile. Dice il presidente della Regione siciliana che la scelta di Micari è perdente. Un suicidio politico ed elettorale. E il primo a certificare che Crocetta potrebbe avere ragione è stato lo stesso Micari che, benché ufficialmente candidato del centrosinistra, con la ‘benedizione’ politica di Renzi e Orlando, si è rifiutato e ancora oggi si rifiuta di dimettersi da rettore.

Così facendo, Micari rende debole la sua candidatura, perché dà agli elettori la sensazione che il primo a non crederci è lui stesso.

Ma forse Micari potrebbe avere ragione. Magari Renzi e Orlando, per disperazione, e per liberarsi di Crocetta, diranno: ma fatevi pure ‘ste primarie, chiediamo scusa a Micari e come finisce si racconta. Così a perdere le elezioni sarà il centrosinistra siciliano e non Renzi e Orlando. In questo caso Micari avrà fatto bene a non dimettersi da rettore…

Foto tratta da gds.it

 

 

 

 

 

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