Rosario Crocetta: e venne il giorno della verità: si ricandiderà o non si ricandiderà?

30 agosto 2017

Ieri sera alle 23,00 i bookmaker davano Rosario da Gela sull’attenti e obbediente a Renzi. Sarà così? Accetterà di non ricandidarsi per non fare ‘ombra’ al candidato alla presidenza della Regione siciliana di Leoluca Orlando per conto di Renzi, Fabrizio Micari? O Rosario manderà a quel paese tutti, Renzi in testa, e resterà candidato? Sapremo tutto stamattina. E Micari che farà? Campagna elettorale da rettore dell’università di Palermo?

Si dimetterà? Non si dimetterà? L’unico dato certo è che Rosariuccio – questo il nome con il quale in queste ultime ore viene chiamato Rosario Crocetta, presidente della Regione uscente – ne sta creando di problemi al ‘commissario’ del PD siciliano per conto di Renzi, Leoluca Orlando. Eh sì, Rosariuccio non ne vuole sapere di togliersi di mezzo. Almeno fino a ieri sera alle 22 e 300 era così. Se la notte gli ha portato consiglio non sappiamo. Pare che a convincerlo abbia provato anche il senatore Giuseppe Lumia, ma senza successo.

In effetti, Rosariuccio è stato trattato con i piedi. Fino a ieri sera alle 22 e 30 – ribadiamo: non conosciamo gli esiti della notte – sembrava dubbioso.

Ma tutti hanno ricordato la sua fedeltà al ‘capo’ del PD.

“Rosario firma qua”: e Rosario Crocetta – era il giugno del 2014 – firmava il primo ‘Patto scellerato’ regalando al Governo nazionale circa 5 miliardi di euro.

“Rosario firma qua”: e Rosario – era il giugno 2016 – firmava il secondo ‘Patto scellerato’ regalando a Roma altri miliardi di euro, ‘incaprettando’ 5 milioni di siciliani.

Insomma Rosario obbediva, il Governo Renzi incassava e le Province siciliane fallivano (e sono fallite), i Comuni siciliani restavano senza soldi (e sono senza soldi ancora oggi), si risparmiava sugli operai della Forestale (non ci sono i soldi per assumere i 78-isti a settembre: ma non lo dite in giro, perché sennò succede un parapiglia), si risparmiava sui dipendenti di enti e società regionali, si risparmiava sui precari, si tagliavano servizi agli ospedali pubblici e via continuando.

Rosario obbediva. E siccome obbediva a Renzi, Rosario pensava:

“Vabbé, almeno avrò la gratitudine di Renzi”.

Il mese scorso Rosario ha capito che qualcosa non funzionava. L’ha capito quando gli hanno detto:

“Ti devi dimettere perché si deve candidare Leoluca Orlando”.

“Candidare? A che cosa?”, avrebbe risposto Rosario.

“Ma a presidente della Regione siciliana, no? Deve prendere il tuo posto. Così ha deciso Renzi! Però si può candidare solo se tu ti dimetti. Sai, la legge elettorale”.

Rosario c’è rimasto male. E avrebbe replicato:

“Non mi dimetterò mai”.

Un po’ di caos l’ha creato, Rosario.

Intanto, più si andava avanti, più i dirigenti del PD e gli alleati del PD, insomma tutti gli esponenti del centrosinistra dicevano:

“Serve un candidato di centrosinistra che presenti discontinuità con il Governo Crocetta”.

“Ma come – pensava Rosario -: ho fatto tutto quello che ha detto Renzi e adesso non solo mi vogliono mandare via, ma dicono pure che chi mi dovrebbe sostituire deve essere discontinuo da me. Possono morire: non mi dimetterò mai!”.

Qualcuno ha pensato:

“Non approviamo il consuntivo 2016 così il Bilancio 2017 diventa nullo e Crocetta va a casa. E noi candidiamo Leoluca. Che, come sapete, si può candidare solo se si interrompe la legislatura”.

Per qualche giorno la pensata è stata presa in considerazione.

Poi qualcuno ha pensato:

“Bene, lo mandiamo a casa. E se Rosario si candida lo stesso? A noi non interessa solo che si dimetta, ma che non si ricandidi”.

Così l’Ars ha approvato il consuntivo 2016.

Ma il problema Rosario è rimasto. Preso atto che la sua candidatura alla presidenza della Regione si ‘affumava’ come i ‘cazzilli’ di un ‘panellaro’ rigorosamente palermitano distratto, Leoluca Orlando lancia la candidatura del rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Micari.

Pensate che, davanti alla candidatura di Micari, i dirigenti del PD siciliano pare abbiano detto:

“Ma noi, in Sicilia, cosa contiamo? Non dovremmo essere anche noi a decidere il nome del candidato del centrosinistra? Perché ha deciso Orlando?”.

Ma da Roma è arrivato l’ordine:

“Obbedite come obbediva Crocetta”.

Insomma, gli ordini di Renzi, espressi tramite Orlando, non si discutono.

Resta il problema Crocetta. Che nel frattempo ha riempito la Sicilia di manifesti con la sua faccia e lo slogan di Antonio Canepa: “La Sicilia ai Siciliani”: che detto da Rosariuccio, che la Sicilia l’ha consegnata mani e piedi a Renzi, diventa quasi comico…

Via, con Rosario-Rosariusccio si sdrammatizza anche il Separatismo siciliano. Del resto, Crocetta, Lumia, il PD di Antonello Cracolici, Totò Cardinale da Mussomeli via continuando cos’è che non hanno distrutto da quando governano la Sicilia? Ma sì, infiliamoci pure il Separatismo in salsa crocettiana…

Resta il problema: Crocetta che è ancora piedi piedi. Ed è candidato.

Dicono che Fabrizio Micari sia infastidito:

“Ma come: mi avete candidato e questo è ancora in mezzo ai piedi?”.

Al che il commissario del PD siciliano per conto di Renzi, Leoluca Orlando, ha detto:

“Caro rettore Micari, ora di Crocetta me ne occupo io”.

“Pronto accomodo io non mi dimetto da rettore”, avrebbe risposto Micari.

E ha ragione: non si lascia mai una poltrona certa per una poltrona incerta.

Certo, c’è un po’ di ‘rivugghio’: persino gli studenti, da ieri, chiedono al rettore Micari di dimettersi e di non mescolare l’università di Palermo con le elezioni regionali.

Ma Fabrizio Micari non cede:

“Prima togliete di mezzo Crocetta e poi mi dimetto da rettore”.

Ci ha provato Giovanni Panepinto, vice capogruppo del PD all’Ars, una sorta di renziano-staliniano, a rendere più dolce la ‘pillola’ a Rosariuccio:

“Facciamo il ticket Micari-Crocetta”.

Volendo è un grande passo avanti: da presidente della Regione siciliana uscente ‘appestato’, da sostituire con uno che presenti “discontinuità” dal Governo Crocetta, Rosario è stato ‘riclassificato’ come candidato vice presidente.

“Vice presidente? E perché dovrei fare il vice di Micari? Chi è Micari?”, ha detto Crocetta.

Siamo arrivati alle ultime, frenetiche ore.

Sembra che Renzi, ieri, abbia convocato Rosario a Roma, anzi Rosariuccio. Per dirgli:

“Caro Rosario, non puoi essere ricandidato alla presidenza della Regione”.

Che farà Rosariuccio? I bookmaker, ieri sera alle 23,00, davano la non ricandidatura di Crocetta a mezzo. Sapete che significa?

Che chi gioca 10 euro su Crocetta convinto da Renzi a non ricandidarsi per non fare ‘ombra’ a Micari e Crocetta, stamattina, nella conferenza stampa che si terrà a Palermo tra qualche ora, annuncerà il suo ritiro, prederà 15 euro, cioè 5 euro di vincita.

Sempre ieri sera Crocetta ricandidato alla presidenza della Regione siciliana veniva giocato a due e mezzo: se stamattina Rosariuccio manderà a quel paese Renzi e si ricandiderà, chi ha scommesso sulla sua ricandidatura alla guida della Sicilia incasserà 25 euro, ovvero una vincita di 15 euro.

Tradotto: ieri sera alle 23,00 Crocetta veniva dato sull’attenti, pronto a obbedire a Renzi e a non ricandidarsi. Sarà così?

Tutto è possibile con Rosario.

Ma cosa gli avrebbe promesso Renzi? Che offerta gli avrebbe fatto? E se i bookmaker avessero preso un granchio?

Fino ad oggi Rosariuccio non ha mai disobbedito a Renzi.

Poi, si sa…

 

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