Passa la linea di Renzi: Fabrizio Micari candidato del centrosinistra alla guida della Sicilia

25 agosto 2017

Si assiste al paradosso: Matteo Renzi, il ‘capo’ del PD che ha ‘depredato’ la Sicilia imponendo al presidente Rosario Crocetta due ‘Patti scellerati’ che hanno portato la Regione a un dissesto non dichiarato, ma pur sempre dissesto finanziario, adesso impone il suo candidato a un centrosinistra siciliano di ‘camerieri a mezzo servizio’. E lo fa piazzando anche il Ministro Angelino Alfano nell’allegra brigata. Bisognerà capire, adesso, come reagiranno i Siciliani

Incredibile ma vero: dopo il ‘gran rifiuto’ di Sinistra Italiana e Articolo 1 MDP, Leoluca Orlando, il sindaco di una Palermo sommersa dall’immondizia deve sopportare anche ‘l’onta’ di un PD siciliano che non gli obbedisce più a comando. Orlando, Matteo Renzi e con il Ministro Angelino Alfano propongono, anzi impongono la candidatura del rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Micari, alla presidenza della Regione siciliana per il centrosinistra. E il segretario regionale del PD siciliano il redivivo, Fausto Raciti, invece di scattare in piedi e dire sì, convoca gli organi del suo partito per dire sì lunedì. Mah…

Ricordate le settimane precedenti il referendum del 4 dicembre al Teatro Massimo di Palermo? Erano i giorni in cui il rettore dell’università del capoluogo siciliano, Micari, invitava una settimana sì e l’altra pure Renzi per fare campagna elettorale per il sì alle folli riforme costituzionali dell’allora capo del Governo. Alla partita si univa pure il sindaco di Palermo, Orlando. “Doveri istituzionali “, era la scusa di Orlando.

In realtà, già da allora si era cementata l’alleanza politica tra Renzi e Orlando. Del resto, non era stato il vice dell’allora Presidente del Consiglio, il Ministro Graziano Delrio, a ‘benedire’ gli appalti’ ferroviari di Palermo in salsa orlandiana?

Ora arriva la certificazione: Fabrizio Micari è il candidato del centrosinistra alla guida della Sicilia voluto da Renzi.

Per il ‘capo’ del PD è una sfida personale: la Sicilia ha votato in massa no al referendum dell’allora capo del Governo? Bene. E adesso i siciliani si ‘assuppano’ Fabrizio Micari! Così ha deciso Renzi.

Mastica amaro il segretario del PD siciliano, Raciti, che è stato praticamente esautorato da Renzi e da Orlando. Con quest’ultimo che, di fatto, lo ha sostituito alla guida del PD siciliano.

Raciti, come già detto, ha convocato per lunedì gli organi del partito. Ma dovrebbe essere una formalità. Gli ordini di Renzi non si discutono. Anche in una Sicilia che lo detesta il Partito Democratico si deve adeguare. Punto.

Resta da capire come reagiranno i Siciliani. Ricordiamo che quando Renzi, nelle settimane precedenti il 4 dicembre, si presentava a Palermo in compagnia di Micari e di Orlando, gli studenti protestavano per le strade della città. Ci sono stati scontri. Gli studenti volevano raggiungere l’area del Teatro Massimo dove il grande satrapo fiorentino del PD si riuniva con i suoi sodali. Ma i poliziotti in tenuta antisommossa bloccavano gli studenti a colpi di manganello.

Renzi, Orlando, Micari e i manganelli della Polizia in tenuta celere: questa è stata, per Palermo e la Sicilia, la propaganda renziana al referendum poi naufragato.

Ma Renzi e Orlando non si arrendono. Il secondo esibisce la sua ‘vittoria’ alle elezioni di Palermo con la ‘lettura’ dei verbali elettorali in stile sudamericano… E adesso si prepara a candidare i sindaci che, come lui, invece di amministrare i Comuni dove sono stati eletti, si preparano a raccogliere voti per conto di Renzi, nel nome dell’eterno gattopardismo: cambiare tutto per non cambiare nulla!

A Renzi e Orlando, nel nome di Micari, si è già unito il sottosegretario, Davide Faraone. E Sicilia Futura di Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussomeli. E naturalmente gli uomini e le donne del Ministro Angelino Alfano, freschi dei Rolex che arrivano dal mare. Altra ‘roba’ è attesa al ‘mercatino’ del centrosinistra.

Chi ha disubbidito a Renzi è Rosario Crocetta. Che almeno fino ad ora mantiene la sua ricandidatura alla presidenza della Regione. Anche se sono in corso trattative per farlo desistere. Sembra gli abbiano promesso mari e monti. Ma Rosario da Gela ha fatto sapere di avere già dato a Renzi e alla sua cricca.

In effetti, Crocetta, nell’estate del 2014, quando gli spiegarono che aveva firmato un ‘Patto’ con Renzi che regalava circa 5 miliardi di euro allo Stato – una somma che la Corte Costituzionale, in forza di alcuni pronunciamenti, aveva assegnato alla Regione siciliana – si precipitò a Roma. Avrebbe voluto tornare sui propri passi. Ma al Ministero gli risposero picche. Insomma, era stato raggirato.

Crocetta non ha dimenticato. Ha firmato con Renzi anche il secondo ‘Patto scellerato’ nel giugno dello scorso anno (in calce a questo articolo trovate il dossier sui ‘Patti scellerati’ renzi-Crocetat che hanno ‘incaprettato’ 5 milioni di Siciliani). Sembra che, in cambio, Renzi si fosse impegnato a ricandidarlo. Ma Renzi, si sa, è buono e vendere e a comprare.

Così, quando Leoluca Orlando, qualche mese addietro, gli ha comunicato che avrebbe dovuto dimettersi da Palazzo d’Orleans per consentire allo stesso sindaco di Palermo di candidarsi con la ‘benedizione’ di Renzi, Crocetta è saltato dalla sedia e avrebbe risposto:

“I patti non sono questi: non mi dimetterò mai!”.

Per la terza o quarta volta Renzi ha tradito Crocetta. Che ha deciso di ‘vendicarsi’ ricandidandosi. Rompendo le uova nel paniere a Renzi e a Orlando.

Fino ad oggi Rosario da Gela ha mantenuto la parola. Però, trattandosi di due prepotenti – Renzi e Orlando – e di un personaggio come Crocetta, che fino ad oggi ha dimostrato di essere una tigre di carta, tutto è possibile: anche che, tra qualche giorno, Crocetta torni da Renzi con la coda tra le gambe.

Un capitolo a parte meritano i rapporti tra Orlando e la sinistra di Palermo. Una parte di questa sinistra – Sinistra Italiana e i bersaniani di Articolo 1 MDP – sembrano in contrasto con il sindaco del capoluogo siciliano. Ma lì è una questione da approfondire. Perché il senso della mossa di queste due forze di sinistra, che a Roma e al Comune di Palermo governano, rispettivamente, con Renzi e con Orlando, è tutta da chiarire (cosa che faremo in un altro articolo).

Ora è importante accendere i riflettori sulla ‘borghesia progressista’ di Palermo di ‘sangue orlandiano’ che si è sempre presentata come anti-Renzi. Ora che le carte sono state totalmente scoperte questi signori e queste signore della cosiddetta ‘Palermo bene progressista’ dovranno misurarsi con una realtà che, ipocritamente, facevano finta di non vedere.

Sono i signori e le signore di una certa sinistra radical chic di Palermo che hanno sempre criticato il Jobs Act, l’eliminazione dell’articolo 1, la ‘Buona scuola’ e via continuando con le ‘riforme’ renziane. Ma che, adesso, hanno davanti il ‘loro’ sindaco che gli eventi hanno costretto a venire allo scoperto.

Siamo proprio curiosi di sapere cosa faranno questi signori e queste signore. Alcuni di questi, addirittura, si dovrebbero candidare nella “Lista dei territori” di Leoluca Orlando. Sarà un piacere – sputtanare questi personaggi che si sono sempre presentati come anti-renziani e che, adesso, si ritrovano con Renzi…

Ci sarà da divertirsi!

 

 

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