Astronave elettorale Belbusillis/ Centrodestra: candidato cercasi nel Pianeta delle Passere

15 agosto 2017

Nemmeno ad Arcor, dove ha sede il Pianeta delle Passere, mitico luogo dove vive il Capo e tutore del centrodestra si riesce a trovare il bando della matassa per dare agli elettori la possibilità di avere un candidato. A quanto pare Hital Balb, che molti davano per favorito, non avrebbe i favori. Il ruolo dell’indipendentista di fiducia 

di Claus Cahib

Astronave elettorale Belbusillis UD/CCD/FI/MPA, matricola abrasa 9, 31 e 47, in viaggio esplorativo nel quadrante di centrodestra della Galassia VFC, detta della disperazione.

Dal diario di bordo del capitano Peppnappkuffor.

Data astrale 15o82o17

Abu il Miccich, il leggendario tossicodipendente di lungo corso, gloria della Flotta galattica, con il naso ormai ridotto a un tubero cavo, accompagnato e assistito dal suo indipendentista di fiducia, a bordo di una navetta a palle rotanti della Protezione civile stellare si è recato ad Arcor, il pianeta delle Passere (nella foto sopra), a far visita al suo mitico Capo e tutore, un noto pregiudicato galattico, ghiottissimo utilizzatore finale di pianetine, per avere da lui la grazia di un nome da candidare alla presidenza della Corporazione regionale degli Ascari fondenti, un nome di sicuro effetto aggregante sulle scompigliate e da tempo malpagate schiere dei Koatti. Un nome, che gli potesse garantire pure di essere cooptato nel Consiglio della Corporazione e di impinguare il suo attuale appannaggio di appena 5.000 piastre mensili, visibilmente inadeguate a sostenere le spese necessarie per la dose quotidiana.

Il primo nome che venne in mente al Capo fu quello di Hital Balb, grande aviere della Prima Ora fascisticosa ma, quando gli fu fatto notare che il poveretto era morto in circostanze mai spiegate davanti ai bastioni di Bhordellhò, il Capo ripiegò sul clone del defunto Governatore della Triponaica Nabatea, il protofascista primordiale, buon picchiatore negli anni cinquanta del secolo precedente, Anel Musul el Mecì l’attuale muftì della repubblica Trisceliana.

Al nome del muftì, dalle stalle di Itria si levò alto un nitrito, misto ad un lamento lugubre che pareva provenire da un vecchio sepolcro manganiano. Superstizioso come era, il Capo desistette dal suo proposito. Cominciava ad essere a corto di idee, quando il suo sguardo ormai appannato, vagolando nello spazio circostante, incrociò quello vispo, arguto e adorante dell’assistente del suo pupilo.

Perché no?, si chiese. Tanto quei trisceliani sono proprio scemi, se le bevono tutte. Emise un sospiro, pensando che quelli là sotto erano tanto cazzoni da votare anche il suo odiato rivale, Shalvinian il bruto in odore di inciucio col muftì Musul e Mecì.

“Quindi niente Musul?”, sussurrò il pupillo nell’orecchio buono del suo tutore.

“No, non hai sentito il grido di dolore?”, fu la risposta secca.

Il pupillo tentò l’ultima resistenza.

“E il programma?

“E’ presto fatto; dì al tuo qui presente e vispo accompagnatore di fare l’elenco di tutte le cose che abbiamo promesso di fare in Triscelia e che ci siamo ben guardati dal fare e digli di prometterle lui. Andrà benissimo, vedrai”.
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“Finirà a schifiu”, pensava il Pupillo, seduto nella navetta e cercando di aiutare il suo compagno che non capiva come allacciare la cintura di sicurezza.

Seguirà il resoconto dell’esplorazione in corso del quadrante di centrosinistra

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