In Sicilia i boschi bruciano? Tranquilli: ci sono pronti i fondi europei per i privati…

6 agosto 2017

A quanto pare con le risorse del ‘mitico’ Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 per la Sicilia ci sono soldi per ‘riparare’ i danni provocati dagli incendi nei boschi della nostra Isola. Si tratta di fondi europei. Che possono essere intercettati anche da soggetti privati. Insomma, fuoco nei boschi e denaro pubblico potrebbero essere legati. A Ragusa intanto – dov’è stata incenerita la pineta di Chiaromonte Gulfi – si ipotizzano truffe per ‘arraffare’ denaro pubblico  

Ci si chiede: ma chi è che ci guadagna con gli incendi dei boschi in Sicilia? Ci siamo già occupati di tale argomento a proposito dei fondi europei per l’agricoltura siciliana (PSR, sigla che sta per Piano di Sviluppo Rurale, 2,1 miliardi di euro stanziati per la programmazione 2014-2020). Abbiamo affrontato l’argomento commentando un bando, dello scorso 20 luglio, finanziato con i fondi del Piano di Sviluppo Rurale. In questo bando, oltre alla parola “prevenzione” (che, detto per inciso, dovrebbe iniziare a marzo-aprile e non il 20 luglio!), si legge anche la parola “Canadair”. Così ci siamo chiesti: non è che il costo dei Canadair, alla fine di questa funesta stagione degli incendi in Sicilia, verrà pagato con questi fondi? (QUI L’ARTICOLO SUI FONDI EUROPEI CHE POTREBBERO ESSERE UTILIZZATI PER PAGARE IL SERVIZIO FORNITO DAI CANADAIR).

Ora, mentre bruciano i boschi di Piazza Armerina e Aidone in provincia di Enna, e ancora i boschi di Monreale, San Martino delle Scale e Corleone in provincia di Palermo, scopriamo, leggendo una notizia sul Blog dei Lavoratori Forestali, che, sempre con i fondi europei si potranno effettuare interventi nelle aree boschive andate a fuoco.

“L’Unione Europea – si legge nel Blog dei lavoratori Forestali – ha stanziato 33 milioni di euro per prevenire gli incendi e ripristinare i boschi danneggiati dalle fiamme. Con le sottomisure 8.3 e 8.4 del PSR 2014-20, previsti contributi non sono soltanto gli enti pubblici, ma anche i privati, nel caso in cui siano proprietari o detentori della gestione del terreno interessato”.

E ancora:

“Venti milioni di euro sono destinati alla prevenzione di incendi e di altre calamità naturali come la desertificazione e il rischio idrogeologico. Sarà possibile con i contributi realizzare fasce tagliafuoco, punti d’acqua e reti di distribuzione e vasche a uso antincendio. Il privato non potrà cambiare la destinazione d’uso dei terreni per almeno cinque anni, periodo in cui si dovrà garantire la manutenzione dell’area. Otto milioni sono invece destinati al ripristino delle foreste danneggiate da calamità ed eventi catastrofici, tra cui appunto gli incendi. I progetti possono essere presentati nei casi in cui a essere stato distrutto è stato almeno il 20 per cento del patrimonio forestale e potranno riguardare anche la ricostruzione di infrastrutture rovinate dalle fiamme”.

“Qualunque progetto deve essere autorizzato secondo quanto previsto dalle norme – spiega Dorotea Di Trapani, dirigente generale del Servizio sviluppo rurale e territoriale della Regione, nonché responsabile dei due bandi – e se l’area è stata percorsa dall’incendio non si può fare rimboschimento”.

Il riferimento è al vincolo quinquennale che impedisce – fatta eccezione per specifiche deroghe – di intervenire nei boschi distrutti dalle fiamme.

“Per avere i soldi – dice sempre la dottoressa Di Trapani – bisognerà presentare un progetto e poi tutta la documentazione utile a dimostrare le spese effettuate”.

Già nel Programma europeo di sviluppo rurale 2007-2013 furono stanziati oltre 86 milioni di euro.

Il delegato Cgil, Gaetano Guarino – leggiamo sempre nell’articolo – mette in guardia sull’utilizzo dei fondi:

“Auspico ci sia un controllo certosino e un’attenzione massima su ogni finanziamento europeo legato ai boschi – dichiara a MeridioNews -. Gli incendi dello scorso anno e quelli di queste settimane dimostrano chiaramente che esistono interessi criminali ed economici”.

QUI L’ARTICOLO DEL BLOG DEI LAVORATORI FORESTALI CHE CITA ANCHE UN ARTICOLO DI MONREALE PRESS

Intanto il Corriere di Ragusa, a proposito degli incendi andati in scena in questa provincia nelle sorse settimane, lancia la seguente notizia:

“Potrebbero essere stati appiccati con l’intento di truffare lo Stato gli incendi che hanno devastato svariate aree degli Iblei, riducendo in cenere la maggior parte dei cosiddetti ‘polmoni verdi’ del territorio, compresa la pineta di Chiaramonte Gulfi. Danni incalcolabili ed un patrimonio boschivo, e non solo, andati perduti per sempre. I piromani avrebbero quindi agito secondo un disegno prestabilito, e in tale ottica si inquadrerebbe l’ipotesi di reato di truffa allo Stato, nel tentativo, tra le altre cose, di percepire indebitamente contributi pubblici e non solo. Sarebbe dunque questa una delle ipotesi investigative più verosimili che potrebbe ottenere riscontri concreti già dalle prossime ore, anche se al momento non vengono tralasciate altre piste. Tuttavia il trait d’union e il dato concreto emerso dalle indagini è uno solo: gli incendi sono stati in larga parte dolosi, e dunque appiccati apposta dalla mano dell’uomo per scopi ben precisi. Ci sarebbero già degli indagati”.

Per dirla in breve, gli incendi che hanno devastato la provincia di Ragusa potrebbero essere stati appiccati per ‘arraffare’ soldi pubblici.

Che dire? Che attorno agli incendi dei boschi, forse, girano troppi soldi pubblici.

Denaro pubblico che finisce ai privati, come nel caso dei Canarair, come potete leggere qui di seguito in un articolo che abbiamo scritto lo scorso 16 luglio:

Incendi/ Sorpresa: i Canadair e gli elicotteri antincendio sono gestiti da privati!

Ora sappiamo anche che – sempre con riferimento ai fondi europei – altri soldi pubblici possono finire ai privati.

Insomma…

 

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