Beppe De Santis: “Cominciamo un ‘lungo viaggio’ tra la ‘feccia’ della politica siciliana”

5 agosto 2017

Politici disonesti, incompetenti, bugiardi, poltronisti, consunti, voltaggabbana, avidi, arroganti, traditori del loro Popolo e dei propri elettori, servi dei loro padroni di Roma e, soprattutto, servi delle banche speculative, delle multinazionali che comandano il mondo al posto degli Stati, delle oligarchie finanzcapitaliste, neoliberiste ed eurocratiche. Ecco a voi i politici siciliani dei quali vi racconteremo le ‘gesta’. Oggi prima puntata

di Beppe De Santis

Beppe De Santis, economista ed esperto di sviluppo locale e già sindacalista della CGIL, oggi è un esponente di punta del Movimento Sovranista che si batte per l’attuazione integrale della Costituzione italiana del 1948. I Sovranisti, per la cronaca, puntano a realizzare tre obiettivi:

l’uscita dell’Italia dall’Italia dall’Unione Europea come ha fatto il Regno Unito;

l’uscita dall’euro e il ripristino della sovranità monetaria;

il ripristino della sovranità nazionale politica e popolare.

In Sicilia i Sovranisti sono tra i promotori del movimento-lista “Noi Siciliani con Busalacchi-Sicilia Libera e Sovrana”. Di questa lista il candidato presidente della Regione è Franco Busalacchi. Tra i designati assessori vi sono l’economista keynesiano, Nino Galloni, e il filosofo, Diego Fusaro.

Patrioti e patriote di Sicilia, è ora di cacciarli tutti a casa. SCACCIAMO I PREDONI DAL TEMPIO.

Questi miserabili hanno annichilito definitivamente la nostra Terra, la nostra Patria.
Trent’anni e passa di devastazioni.

Oltre 2 milioni di siciliani su cinque sono disoccupati, precari, poveri e poverissimi, alla disperazione.

Soltanto nell’ultimo decennio metà delle fattorie agricole hanno chiuso i battenti, massacrate dalle multinazionali, dalle folli e criminali politiche dell’Unione Europea dell’euro, dalle banche, dalle tasse, dall’INPS, da Riscossione Sicilia Spa, dai pignoramenti e dalle svendite all’asta gestite da ladri, corrotti e criminali.

Decine di migliaia di giovani, di figli, laureati e non, scacciati dalla loro Terra e dai loro affetti, perché i predoni si sono mangiato tutto.

Mentre i predoni si affannano efficacemente a collocare i loro pargoli maledetti negli scranni paterni di parlamentare nazionale, di deputato regionale, di assessore e via poltroneggiando.

L’attività edilizia regionale crollata verticalmente del 30-40%.

Migliaia di esercizi commerciali ed artigianali costretti a chiudere, o a tentare di sopravvivere a stento.

Una pubblica amministrazione invecchiata e demotivata, innanzitutto per mancanza di ricambio generazionale.

La gran parte dei piccoli e medio Comuni siciliani senza soldi, strozzati, falliti, semi-falliti, a rischio di fallimento e chiusura. Addio ai servizi di welfare locale.

Il Bilancio della Regione svuotato e truccato dal Commissario bandito Alessandro Baccei (su questo personaggio imposto dal PD di Renzi in Sicilia ho già detto qui).

Dalla “Sicilia futura” alla “Sicilia incendiata”.

La rete stradale, trasportistica e logistica, soprattutto la RETE VIARIA INTERNA, RIDOTTA AD UN OSCENO E PERICOLOSO COLABRODO, con scenari da immediato dopoguerra.

Ma veniamo ad alcuni esemplari del nostro bestiario politico siciliano.

Che, in questa calda e tragica estate siciliana del 2017, riempiono i giornali- loro voyeur, guardoni, e servi- delle relative gesta pre-elettorali.

Tema centrale, ossessivo, unico: quali alleanze, per fottere ancora una volta il Popolo siciliano?

Gianfranco Miccichè, faccia da ‘Paradisi artificiali’, oggi ‘andato’, allievo servo e pupo del (para) mafioso ex senatore, Marcello Dell’Utri.

Il 3 maggio 2013 Miccichè viene nominato Sottosegretario di Stato alla Pubblica Amministrazione e semplificazione del Governo Letta, per poi dimettersi ad agosto in seguito alla conferma in Cassazione della condanna nei confronti di Silvio Berlusconi .

“E infatti subito dopo l’elezione (del 2013) il primo pensiero l’ex manager di Publitalia (Miccichè) lo dedica a lui: “Ringrazio Dell’Utri”, chiarisce in un’intervista al Corriere della Sera, perché come ha ripetuto più volte in passato “gli voglio bene come a un fratello”.

Per vent’anni parlamentare nazionale e regionale, ministro,viceministro, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, sottosegretario, manutengolo di una ‘certa’ borghesia panormita in doppiopetto e di strada.

Vergognatevi, voi siciliani che ancora osate sostenere questo omuncolo.

Angelino Alfano, il trasformista per eccellenza, l’uomo di tutte le stagioni, di tutte le poltrone, di tutti i tradimenti, di tutte le tresche (dette “alleanze”) politiche possibili e immaginabili, l’ascaro 2.0.

Pensate: l’attuale, presunto ago della bilancia dei destini della povera Sicilia!
Quanti e quali problemi ha risolto in Sicilia?

Ditemelo, voi Siciliani che ancora sostenete questo immondo parassita, traditore di professione, campione mediterraneo dei “Professionisti del tradimento”.

Certamente ,generosamente,ha risolto “il problema Alessandro”: il problema del fratellino, Alessandro Alfano.

“Duecentomila euro l’anno e nessun atto che porti la sua firma”. È quanto scrive la Guardia di Finanza che sta facendo chiarezza sui quattro anni di Alessandro Alfano, fratello del ministro degli Esteri Angelino, da dirigente delle Poste. La sua carriera lampo, già al centro di numerose polemiche e sulla quale “36 deputati PD hanno chiesto, nel 2015, una Commissione di inchiesta di cui poi si è persa traccia“ (Huffingtonpost, 17 gennaio 2017).

Vergognatevi, voi Siciliani che ancora sostenete questo trasformista, impostore, poltronista d’assalto.

Fracantonio Genovese, figlio d’arte. Figlio del senatore DC Luigi Genovese e nipote del Ministro DC, Nino Gullotti, presidente del Movimento giovanile DC, CDU di Buttiglione, assessore provinciale di Messina, UDR di Cossiga, segretario messinese del PPI di Castagnetti e Marini, deputato regionale della Margherita, azionista e dirigente dei traghetti di Franza, vicesegretario della Margherita siciliana, sindaco di Messina, Segretario regionale del PD di Veltroni (2007), due volte deputato nazionale del PD, più volte indagato processato e poi sbattuto in galera con accuse gravissime, oggi felicemente in Forza Italia con il già citato Miccichè.

Vergognatevi, voi Siciliani, che ancora sostenete questo avidissimo pescecane, trasformista, poltronista d’assalto e ‘abbuffone’ patentato.

Potrei citare almeno altri 100 o 1000 predoni DOC siciliani di cui liberarsi immediatamente, come dalla peste bubbonica.

Li citerò, uno per uno, con apposti medaglioni, nel corso dei prossimi articoli. Ne evoco,per intanto, alcuni, in senso esemplificativo, giusto per anticiparvi i soggetti di cui parlerò raccontando le loro ‘gesta’:

Tonino D’Alì, Rosario Crocetta, Totò Cuffaro, Giuseppe Castiglione, Leoluca Orlando (del quale ho già dato qualche minima anticipazione, come potete leggere qui), Totò Cardinale, Raffaele Lombardo, Davide Faraone, Enzo Bianco, Stefania Prestigiacomo, Anna Finocchiaro, Saverio Romano, con i loro relativi codazzi di nani e ballerine (ministri, ex- ministri, sottosegretari, alti burocrati e grand commis, parlamentari nazionali e regionali, giornalisti e uffici stampa, intellettuali venduti e svenduti, assessori, Direttori regionali, Sindaci, Commissari, consulenti e servitorame vario).

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