Crocetta: “Non è vero che Renzi mi ha detto di fare un passo indietro”. Ma all’Ars…

4 agosto 2017

Di fatto, ieri, in una dichiarazione rilasciata a ITALPRESS, il presidente della Regione ha smentito una ricostruzione dell’incontro di due giorni fa con Renzi in base alla quale lo stesso Crocetta avrebbe dato la disponibilità a dimettersi. Ma mentre il governatore insiste a non voler lasciare Palazzo d’Orleans, a Palazzo Reale, sede dell’Ars, potrebbe essere in preparazione un trappolone sul consuntivo 2016…

Ci sono due notizie di politica regionale siciliana che, a nostro avviso, sono intimamente legate: una dichiarazione rilasciata all’ITALPRESS da Rosario Crocetta, nella quale il presidente della Regione, di fatto, risponde a un articolo pubblicato ieri da Nientedipersonale.com (e che il nostro blog ha ripreso con questo articolo) e quanto sta succedendo in queste ore a Palermo, a Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano.

Cominciamo con la dichiarazione rilasciata ieri da Crocetta:

“Non è affatto vero – sottolinea il presidente della Regione – come scritto da qualcuno, che Renzi mi ha detto di fare un passo indietro. L’incontro di ieri a Mondello (l’altro ieri per chi legge ndr) è stato positivo e con Renzi ci vedremo ancora. Il segretario ha avuto grande rispetto per me e ha espresso giudizi positivi sul mio governo per le cose che abbiamo fatto soprattutto per le infrastrutture. Con Renzi abbiamo discusso della necessità di una coalizione ampia e non ha escluso la possibilità di fare le primarie. Le due cose non sono incompatibili”.

“Renzi – prosegue Crocetta – ha detto che da Roma non ci sarà nessun diktat. Agli altri partiti (con riferimento al centrosinistra ndr) noi proponiamo le primarie, a meno che non vogliano proporre come candidato una figura talmente alta agli occhi dei siciliani da giustificare il mio ritiro”.

Poi, riferendosi alla mancata candidatura del presidente del Senato, Piero Grasso, alla presidenza della Regione, Crocetta aggiunge:

“Ma un altro Grasso non è facile da trovare… Allora diventa più realistico decidere una data e fare le primarie”.

Crocetta, insomma, non ne vuole sapere di dimettersi. Dimissioni indispensabili, le sue, per consentire al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, di porre la propria candidatura alla presidenza della Regione.

Ma le mancate dimissioni potrebbero non essere un problema: l’attuale legislatura, infatti, si potrebbe interrompere anche per la mancata approvazione del rendiconto 2016. E’ noto che il rendiconto 2016 – in pratica, il Bilancio consuntivo 2016 – è stato ‘parificato’ (cioè approvato) dalla sezione di controllo della Corte dei Conti. Ma la Procura generale della stessa Corte dei Conti ha proposto ricorso.

Morale: se il Parlamento siciliano non dovesse approvare il rendiconto 2016, il ricorso della Procura generale comincerebbe a produrre effetti e la Regione rischierebbe il commissariamento.

Il procedimento contabile segue una propria logica stringente: la mancata approvazione del Bilancio consuntivo regionale del 2016 renderebbe nulla la legge di stabilità regionale 2017 (cioè il Bilancio e la Finanziaria 2017): questo configurerebbe la persistente violazione dello Statuto e l’interruzione anticipate della legislatura.

Come ha sottolineato ieri a Sala d’Ercole il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, restano ancora, sì e no, dieci giorni di tempo per approvare non soltanto il rendiconto 2016, ma anche la legge Finanziaria bis (detta anche ‘Collegato alla Finanziaria 2017), la controriforma del Consorzi di bonifica, gli interventi in favore delle ex Province (tutte senza soldi e nell’impossibilità di pagare gli stipendi al personale: sembra incredibile, ma nella Regione siciliana di Crocetta e Baccei sono spariti anche i soldi per pagare i dipendenti pubblici!) e l’ultima trovata del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che vorrebbe modificare il regolamento interno dell’Aula per limitare il voto segreto.

Il problema – per Crocetta – come già ricordato, è il rendiconto 2016: senza l’approvazione di questo documento contabile Crocetta e tutti i deputati regionali dell’Ars andranno a casa.

E’ questa la strategia del PD per sbarazzarsi di Crocetta?

Non sappiamo cosa ci sia dietro la ‘melina’ parlamentare in corso a Sala d’Ercole.

I dati certi, oggettivi, sono rappresentati dall’assenza in Aula dei parlamentari del PD, di Sicilia Futura e dei grillini. Mentre sui banche del centrodestra le assenze sono molto circoscritte.

Anche i grillini hanno interesse a mandare a casa Crocetta e a interrompere la legislatura anticipatamente? Non si capisce.

Di certo c’è che l’eventuale interruzione anticipata della legislatura comporterebbe il commissariamento della Regione: Camera e Senato dovrebbero indicare, in seduta congiunta, tre commissari.

E Crocetta? Sempre su ITALPRESS:

“Lo ribadisco: sono candidato, e lo sono anche perché il presidente uscente ha diritto a ricandidarsi ai sensi del quinto comma dell’articolo 18 dello Statuto del PD”.

Insomma: anche se dovesse andare a casa per mancata approvazione del rendiconto 2016, Crocetta sarebbe comunque candidato: anche contro un altro candidato del centrosinistra…

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